Riporto e commento un interessante passaggio sulla questione delle energie rinnovabili. Qualcuno dice che addirittura che siamo giunti al fatidico momento X in cui bisogna decidersi a pensionare "l'Ancien Régime" di politiche energetiche.
La prima a scendere nell'arena del confronto è Legambiente: "Dal 2000 ad oggi 32 TWh (per chi ne mastica poco, 1 TWh sono 1000 GWh, 1GWh sono 1000 MWh, 1 MWh sono 1000 kWh, kilowattora, ndr) da fonti rinnovabili si sono aggiunti al contributo dei vecchi impianti idroelettrici e geotermici: è qualcosa di mai visto, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti, agli oligopoli."
A stretto giro, anche il Ministro dell'Ambiente e l'Autorità per l'Energia fanno le loro repliche. Ha detto Clini: "C’è poco spazio per altre grandi centrali termoelettriche e questo impatta sul monopolio energetico nazionale"; Bordoni, dell'autorità, profetizza invece : "Il paradigma è cambiato e il mondo dell’energia così come l’abbiamo conosciuto fino al 2008 non tornerà mai più."
Il libero mercato e lo sviluppo della concorrenza nel settore energetico stanno in parte rivoluzionando il settore, dando un importante contributo ambientale ad un nodo strategico.
Ma ecco arrivare l’ENEL: "Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio."
Capito? L’ENEL vorrebbe bloccare le rinnovabili, solare ed eolico, perché altrimenti le sue centrali elettriche non servono più. Se da una parte questa è già una buona risposta per chi sostiene che le rinnovabili "non servono a niente" e "non producono nulla", dall'altra dovrebbe essere un incentivo per puntare sulle nuove tecnologie, investire e crescere, anzichè barricarsi dietro ai propri oligopoli polverosi.
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