E' morto il tunisino che guidava la A3 al centro della fuga rocambolesca avvenuta la notte tra domenica e lunedì a Ravenna.
Hamdi Ben Hassan, 27enne tunisino da almeno cinque anni in Italia, ha percorso viale delle Nazioni (Marina di Ravenna) zigzagando pericolosamente vicino ai passanti, ed un posto di controllo gli ha mostrato la paletta per intimargli l'alt. In tutta risposta, l'auto ha accellerato, ed è scattato l'inseguimento di Polizia, Vigili e Carabinieri presenti.
Le auto delle Forze dell'Ordine sono state speronate e strette contro il guardrail nel corso della fuga, culminata con la sparatoria in cui ha trovato la morte Hamdi.
Il lunedì, in centro città hanno sfilato i connazionali del giovani, in protesta contro quell che bollano come un omicidio di Stato. E di Hamdi parlano come di uno 'in Italia per lavorare'.
Le regole sono regole per tutti, e devono valere per tutti. La sparatoria non è avvenuta certo a sangue freddo e all'improvviso, i presupposti c'erano tutti. Poi, il fatto che sulla testa della vittima pesassero già un paio di condanne non vuol necessariamente significare qualcosa, se non che, anzi, era il caso da parte sua di essere più cauto e responsabile.
Per cui, a tutti quei tunisini trovatisi ieri in Piazza del Popolo, se anche Hamdi era 'in Italia per Lavorare', è suo dovere rispettare le regole e tenere un comportamento civile; parlare di 'razzismo' o di 'omicidio di Stato' in questi casi non trova ragione.
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