Bossi si è dimesso da segretario politico della Lega. Io non credo, come dice qualche sondaggio, che sarà la fine del movimento, piuttosto direi che questa è l'occasione per svoltare verso dei connotati un più democratici. Dopotutto, la considero una trasformazione necessaria e quasi naturale: finita la prima Lega rivoluzionaria, antisistema e degli slogan urlan, o si 'normalizza' o sparisce.
Ma torniamo a Bossi, che da sempre è il simbolo del partito padano, lo ha fondato e plasmato a sua immagine e somiglianza, allevando provocatori di razza come Borghezio e Calderoli. Ma tutto l'assetto è sempre rimasto incentrato su di lui e sulla sua figura, un partito personalistico precursore dei vari Forza Italia o Italia dei Valori.
Alla notizia delle dimissioni del suo padre/padrone, il popolo leghista è scoppiato in scenate di isterismo generale, pianti, urli.
Ecco, è proprio questo l'aspetto interessante.
Scrive Vendola su Twitter "Rispetto il dolore dei militanti della Lega". Alla prima impressione, si può assimilare alla solita paraculata a cui ci ha abituato il segretario di Sel, ma io ci vedo anche dell'altro. L'empatia che trasuda dal commento di Vendola secondo me è figlia anche del personalismo e del centralismo carismatico che accomuna la Lega Nord e Sinistra Ecologia e Libertà.
Sia chiaro subito che non sto assolutamente mettendo a paragone o criticando il profilo politico di Vendola o di Sel, con cui credo di avere più di un punto di contatto. E' proprio la forma del partito.
Poi, restando in tema di partiti personali, non posso che condividere quanto dice Giuseppe Cruciani "Il ricambio di un leader dovrebbe essere una cosa naturale, normale. Quando si fa tragedia c'è qualcosa che non va". Anche se comunque non sono del tutto 'normali' le circostanze in cui sono avvenute le dimissioni.
Faccio i miei auguri di una rapida e dolorosa evoluzione 'costituzionale' e 'normale' della Lega Nord.
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