Quando qualcuno chiede ai grillini come sostenere economicamente il loro programma, le risposte possono essere due, o "aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti" (con quella voce, circa 200 milioni, credono di riuscire a fare tutto!), oppure alludono, ripetendo a pappagallo gli slogan del leader arruffapopolo, ad un'evasione di 98 miliardi di euro delle slotmachine.
Beh, sappiate che quei soldi, ormai, non ci sono più.
La storia di quei 98 milioni di euro è questa:
Fino al 2002 i videopoker erano illegali, poi con la legge 289/2002 il governo regolamentò la questione, sottraendone il controllo alla criminalità organizzata ed assegnandolo all'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), sotto la direzione del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
I concessionari, produttori od importatori di macchine da gioco, avrebbero dovuto sottostare ai requisiti tecnici richiesti dallo Schema di Convenzione con l'AAMS, in particolare, quelli riguardanti il monitoraggio delle giocate.
Un'inchiesta del Secolo XIX del 2006 (ah, il giornalismo d'inchiesta!) portò alla luce una maxi-truffa, avvenuta mancando di connettere le macchine alla Sogei (Società di Information and Communication Technology del Ministero delle Finanze), che quindi non potè controllare giocate e tassazioni. La cifra mostruosa, a conclusione delle indagini, era appunto di 98 miliardi per il periodo 2004/2007.
Il successivo processo contro la Corte dei Conti durò 3 anni, con un ricorso in Cassazione respinto. La sentenza, datata 17 febbraio 2012, ha ridimensionato la cifra in 2,5 miliardi, e non più esigibile una cifra di tale entità.
I 98 miliardi sono, quindi, soldi persi e non recuperabili.
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Ancora oggi moltissime macchinette non sono collegate ai Monopoli di Stato...! I controlli sono pochissimi!
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