lunedì 27 maggio 2013

Non ci Resta che Gioire

Chiuse le urne a Bologna, dove si è votato un referendum per decidere la destinazione dei fondi dedicati all'istruzione (ne parlavo qui), se alle scuole pubbliche o a quelle paritarie (capito, no? La ROSSA Bologna, tsk!).
Ha vinto l'opzione A; giustamente, e costituzionalmente, aggiungo.
Trattandosi di un referendum consultivo, l'esiito non è vincolante per l'amministrazione, ma di pesante valore simbolico. Non era necessario alcun quorum, ma il problema è l'affluenza, che è stata solo del 28,7% degli aventi diritto.
Il Comitato Articolo 33 che ha promosso la consultazione, però, si dice soddisfatto: "Gli elettori che si sono recati alle urne superano di gran lunga il numero di persone direttamente coinvolte nella decisione di abolire o proseguire i finanziamenti comunali alle scuole private paritarie. Dunque non solo mamme, non solo papà, non solo nonne e nonni: la cittadinanza ha compreso la portata collettiva di questa questione di civiltà".

Guardate, io sono come voi sostenitore della proposta A e sono soddisfatto della sua vittoria, ma questa motivazione è per me disarmante.
Sicchè un cittadino dovrebbe partecipare al voto solo quando ne è direttamente coinvolto? Se fossi cittadino bolognese, sarei stato il primo a votare A, nonostante non abbia figli, e non intenda averne in futuro. Una motivazione che trovo egoista, individualista, che sputa in faccia alla democrazia civile ed al senso di comunità.
Più interessante il confronto storico: "Comparando le precedenti esperienze di democrazia diretta, si nota come nel 1997 per il referendum sulla privatizzazione delle farmacie comunali, votarono il 37,11% degli aventi diritto ma, in quel caso, la consultazione si tenne su tre giornate". Ecco che il quasi 29% raggiunto in una giornata sola sembra un buon risultato.

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1 commento:

  1. Ancor più che costituzionale e ideologica è una questione logica: se lo Stato fornisce un servizio di istruzione suo proprio deve pensare a quello, mentre invece avrebbe senso un aiuto statale a chi frequenta scuole private in un sistema dove non esistesse la scuola pubblica (tipo il Liechtenstein, dove c'è il sistema dei voucher di cui parlavi nell'altro articolo). E comunque si parla di aiuto a CHI FREQUENTA le scuole private, un aiuto statale diretto alla scuola privata è obbrobrioso da ogni punto di vista lo si guardi, a mio parere.

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