Referendum bocciato e Cosentino salvato dall'arresto.
Ma non è giusto fare di tutta l'erba un fascio, perchè gli ambiti e le motivazioni sono un po' diverse: nel caso di Cosentino, chi si illudeva che con Monti al Governo fossero tornare l'onestà e la correttezza in politica, si è dovuto scontrare con lo stesso Parlamento, tra cui altri inquisiti e condannati, eletto nel 2008. E non hanno avuto un ruolo marginale i giochi e le strategie elettorali: la Lega, dopo il tira e molla dal PdL, ed i roboanti annunci giustizialisti di Maroni, culminati nel voto di ieri della Commissione per le Autorizazzioni, ha lasciato 'libertà di voto' ai suoi deputati... ed abbiamo visto com'è andata: Cosentino salvo e Lega&PdL di nuovo in sintonia.
Lo stesso coordinatore del PdL in Campania aveva dichiarato prima del voto che si sarebbe dimesso con qualsiasi esito, per poi rimangiarsi tutto in mattinata... perchè, cosa vi aspettavate?
Sulla sentenza della Consulta circa il referendum, la faccenda è un po' più complessa, e qualche blogger politico in rete ci vede addirittura un disegno ben preciso della politica per boicottare la riforma della legge elettorale. Perchè, diciamocelo, a parole sono tutti contro il Porcellum, ma poi nei fatti piace e fa comodo ai maggiori partiti.
La Corte Costituzionale era chiamata a pronunciarsi sull'ammissibilità del referendum promosso dalla campagna "Firmo, Voto, Scelgo", promossa da Arturo Parisi e Andrea Morrone.
Ma se ricordate bene, quest'iniziativa si sovrappose di prepotenza ad una già avviata: "Io Firmo", che aveva un obiettivo un po' diverso, sanare il Porcellum. Questa, però, è di iniziativa popolare, sostenuta da Stefano Passigli, Giovanni Sartori, Enzo Cheli, Tullio De Mauro, Gianni Ferrara, Massimo Villone, Jacopo Sce, Daniel Pommier, Andrea Carandini, Gustavo Visentini, Claudio Abbado, Dacia Maraini, Renzo Piano, Inge Feltrinelli, Innocenzo Cipolletta, Margherita Hack, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Massimo Teodori, Umberto Ambrosoli, Domenico Fisichella, Enrico Scoppola (e su questa esponenvo le mie perplessità qui).
Nella campagna "Firmo, Voto, Scelgo", quella sostenuta dai partiti, per poi essere giudicata inammissibile, c'è una (voluta?) irregolarità. Ed è a quella che (giustamente) si appellata la Corte Costituzionale.
La chiave di volta è qui, nella sentenza n.32/1993 della stessa assise:
"Sono assoggettabili a referendum popolare anche le leggi elettorali relative ad organi costituzionali o di rilevanza costituzionale, alla duplice condizione che i quesiti siano omogenei e riconducibili a una matrice razionalmente unitaria, e ne risulti una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da garantire, pur nell’eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell’organo."
Cioè, in questo caso specifico, la legge che rimane o salta fuori dopo la consultazione deve comunque dare la possibilità di andare ad elezioni. Se si fosse abolita la legge elettorale, e successivamente il Parlamento fosse caduto senza farne una nuova, il vuoto legislativo creatosi avrebbe reso impossibile tenere nuove elezioni. "Io Firmo" modificava il Porcellum (e secondo me in alcuni punti lo faceva in modo sbagliato, ndr) ma qualcosa almeno rimaneva.
Dubbi sulla volontarietà di un'azione del genere, organizzare una raccolta firme su un referendum già fallato e destinato ad essere respinto al solo scopo di oscurare ed impedire la riforma della legge elettorale, ne avrei meno se si fosse trattato di Berlusconi, ma non considero quelli del PD (a parte che la campagna era sostenuta da tanti altri di diversa estrazione politica, ndr) così carogne e così furbi.
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