Dopo averci dato 13 anni per adeguarci, l'Europa ha deciso di avviare le procedure per mettere in mora l'Italia. In arrivo un'altra bella multa che pagheremo, ovviamente, tutti, per non esserci ancora adeguati alla Direttiva 1999/74, in tema di allevamento di galline da uova.
Dal 1° gennaio 2012 in tutte le aziende di questo tipo sarebbero dovute entrare in vigore le nuove norme contro l'allevamento in batteria (ne parlo qui), per un approccio più dolce e meno invasivo dei naturali bisogni e comportamentali dell'animale.
Roberto Bennati, vicepresidente della Lav, spiega: "Su 50 milioni di galline ancora detenute nelle gabbie convenzionali in tutta Europa in violazione della normativa UE, quasi la metà, circa 20 milioni di galline, si trovano in Italia: una illegalità pagata sulla pelle di un grandissimo numero di animali." già, perchè siamo in buona compagnia in quest'infrazione, con Belgio, Bulgaria, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Romania "Ma questa diffusa illegalità rischia di pesare sulle tasche dei contribuenti italiani, che saranno chiamati a farsi carico economicamente della procedura di messa in mora."
Ma per ora il Ministro per le Politiche Agricole Catania prende tempo, ed intende lasciar 'decantare' la questione.
Ed invece, noi siamo qui ad accollarci l'ennesima ramanzina dall'Europa, in nome di una sconsiderata rincorsa alla crescita ed alla super-produzione.
Perchè il punto è questo, non si tratta solo di doveroso rispetto per gli animali, ma entrano in gioco tutte le mistiche che hanno guidato l'economia globale negli anni, l'ipersfruttamento e la crescita ad ogni costo.
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