Allora, Alessandro Sallusti è il direttore de Il Giornale, e negli ultimi anni è stato uno dei protagonisti della celebre "macchina del fango", spalato contro gli avversari politici di Berlusconi per screditarli. Ha gettato le ombre più nere sulla professione del giornalista e sul suo importantissimo ruolo in democrazia.
Tutto questo non ce lo dobbiamo dimenticare, però questa volta - diamo a Cesare quel che è di Cesare - ha scritto un editoriale impeccabile e pungente nei confronti della stampa tedesca, che non perde occasione per deriderci e dipingerci in maniera caricaturale.
Scrive Sallusti: "Così sta passando di fatto sotto silenzio l'aggressione all'Italia messa in atto da Der Spiegel, il più importante settimanale tedesco: copertina sul caso Concordia e un titolo che non lascia spazio a equivoci: 'Italiani mordi e fuggi' letteralmente, ma traducibile come 'Italiani codardi'."
"Secondo Der Spiegel siamo un popolo di Schettino e non c'è da meravigliarsi di ciò che è successo al largo del Giglio. Di più: siamo tutte persone da evitare, un peso per l'Europa, un ostacolo allo sviluppo della moneta unica. Loro, i tedeschi, sì che sono bravi, 'con noi certe cose non accadono perchè a differenza degli italiani siamo una razza'."
L'affondo "Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell'Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto."
"E' vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell'articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all'epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia. Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto (poteva anche evitare questa precisazione, ndr), che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei."
Poi è lui che li canzona: "E' vero, noi italiani siamo fatti un po' così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all'opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l'Europa. Fanno i gradassi ma hanno finito di pagare (anche all'Italia) solo un anno fa (settembre 2010) il risarcimento dei danni provocati dal primo conflitto: 70 milioni di un debito che era di 125 miliardi. Ci hanno messo 92 anni e nel frattempo anche noi poverelli li abbiamo aiutati prima a difendersi dall'Unione Sovietica, poi a pagare il conto dell'unificazione delle due Germanie."
"Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà mai nessuno".
In rete si leggono commenti come 'senza parole', 'questo non è giornalismo', 'vergogna' o 'feccia', che credo siano dettati solo da un moto di rivalsa sul giornalista/lacchè dell'ex-Presidente del Consiglio.
Io invece gli faccio i complimenti, per un editoriale arguto, che con un umorismo amaro svergogna l'arroganza del settimanale tedesco e lo invita, prima di cercare la pagliuzza negli occhi altrui, a guardare la trave nel suo.
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