giovedì 20 ottobre 2011

Fatte coi Piedi


Quello delle poste, dopo una privatizzazione un po' incauta a fine millennio, è un esempio calzante del ragionamento che voglio esporvi. Servizi come questo si avvalgono di infrastrutture fisiche non facilmente replicabili, come ad esempio gli uffici, o più semplicemente le cassette postali: vi immaginate se si liberalizze ora il settore, cosa succederebbe?
Decine, centinaia di cassette postali di ogni forma e colore attaccate ad ogni metro di muro libero... una situazione paradossale che mi fa venire in mente uno dei primi spot della Infostrada con le cabine telefoniche dei due diversi gestori.
Comunque, il punto è che bisogna (bisognava) scorporare le strutture prima di liberalizzare (o privatizzare) un servizio, per evitare si crei una situazione di monopolio (come ora è quello postale; ci sono i corrieri, è vero, ma non è proprio la stessa cosa..).
Un ufficio postale universale, in cui tu vai per spedire qualcosa, scegli l'operatore epistolare che preferisci, l'impiegato mette timbro o francobollo e smista al postino giusto. Sarebbe stato facile, no?

Invece ora abbiamo un monopolista, imbrigliato nelle partecipazioni statali, che ha trasformato l'ufficio in una banca/ufficio turistico/libreria/bazar... c'è di tutto, tranne le libertà di scegliere.

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3 commenti:

  1. Se non sbaglio è successo lo stesso con la telefonia fissa... le solite privatizzazioni all'italiana... :-(

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  2. Mai avverrà la privatizzazione:sono gli stessi sindacati a non volerla,poichè sotto il privato il sindacato perde il potere acquisito ed a goderne sono gli stessi dipendenti, che così tutelati ne faranno sempre meno del loro dovere di lavorare : morale più assenze per malattie e permessi vari.

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