In una società in cui siamo abituati ad una schiera di aspiranti monopolisti, che preferiscono erigere cartelli piuttosto che misurarsi con la concorrenza, ci sono ancora persone di talento, che sanno innovare, imporsi in settori statici e saturi, e sicure della loro offerta. Sabato ho avuto il piacere di conoscere un'imprenditrice che non ha paura del libero mercato.
Tutto comincia in un chiosco di piadina romagnola a Milano Marittima (non sono adorabili i cliché?); la titolare è frizzante, si sente professionalmente all'apice e racconta di essere già proprietaria di due chioschi e socia in un terzo.
Con ironia faccio il mio commento politico "Lo so che punti ad avere il controllo di tutte le piadinerie per poi portare i prezzi alle stelle... 20€ per una squacquerone e rucola.." sempre con il sorriso sulle labbra, aggiungo "Bisognerebbe impedire questi monopoli...".
Scatta la tipica obiezione da manager muffo e polveroso che si sente strappare il mercato da sotto i piedi "Beh, se una persona ha idee, spirito ed ambizione, perchè la devi fermare?".
Ovviamente, me l'aspettavo. "Certo, però liberalizziamo le licenze" rispondo in tono fermo.
Ed ecco la miglior risposta liberale degli ultimi 150 anni, altro che i corporativismi assortiti di questo centrodestra: "Per me puoi mettere anche una fila di chioschi uno accanto all'altro, che tanto vinco io, la gente li prova tutti poi viene da me perchè il mio prodotto è il migliore!". Rimango basito, piacevolmente stupito ed ammirato.
Annuisco senza parole, e le stringo la mano con soddisfazione.
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