Quello del digital divide è un problema sociale che può apparire di poco conto agli occhi meno attenti o di matrice banalmente ludica, ma esso ha importanti conseguenze nell'ambito politico e della creazione del consenso.
Il digital divide è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale; la diffusione della banda larga, della rete a fibre ottiche o anche dei canali televisivi internazionali fanno parte di questo problema.
Sono infinite le variabili che concorrono ad aumentare questa distanza, economiche, commerciali, culturali, infrastrutturali, tecnologiche, civili, etniche o geografiche. Ma oltre a questi fattori, diciamo più 'personali', vi è anche un ben definito disegno politico che punta a creare un isolamento mediatico attorno ai cittadini. In Italia, poi, questo disegno è amplificato dal gigantesco conflitto d'interessi che investe Presidente del Consiglio e maggioranza.
Tenere lontani i cittadini dall'informazione plurale è la più importante strategia per monopolizzare il consenso, creare un'unica forma di verità, omettendo le notizie più scomode. E, con Berlusconi, le motivazioni per farlo raddoppiano, perchè al filone politico si affianca quello economico: impoverendo o bloccando gli altri canali mediatici, esaltando quelli di sua proprietà, egli aumenta i suoi guadagni ed il suo patrimonio.
Per questo dal boicottaggio al mercato televisivo il mirino si è ora spostato alla rete. Internet offre un accesso plurale alle informazioni ed alla scena mondiale, e il digital divide da problema sociale diventa alleato politico. Parla dell'impatto del web 2.0 sul mondo dell'informazione anche Leonardo qui.
Per questo occorre fare pressioni per modernizzare le reti, incentivare la diffusione degli strumenti di accesso, esaltare la libertà d'espressione dei cittadini, spingerli a comunicare e renderli propositivi.
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http://www.nocensura.com/2010/11/litalia-la-cina-e-la-censura-moderna.html
RispondiEliminasai qual è il grave problema? che berlusconi tutto questo lo sapeva fin da subito, e ci ha fondato il successo del suo governo. con la storia del digital divide non serve neanche più ricreare una dittatura fascista, si può benissimo fare una dittatura con tutti i crismi della democrazia, solamente utilizzando "gli ostacoli di ordine economico e sociale che DI FATTO limitano..." (come ci aveva visto lungo calamandrei, porca vacca). il terno al lotto è stato, come ho scritto nel mio articolo che hai gentilmente linkato, lo spopolamento del web 2.0 fino al cittadino più ignorante ed emarginato, che ha potuto notare in prima persona lo schifo del governo del berlanga. ora quindi la sfida diventa un'altra, e cioè impedire la censura al web, che già dopo il referendum avevo paventato come ultima spiaggia berlusconiana per salvarsi il culo; speravo, però, che i cittadini italiani non si facessero soffiare sotto il naso una libertà fondamentale come quella di accesso alla rete in maniera così grossolana: beh, ci stanno riuscendo...