martedì 21 giugno 2011

Enea Vs PMLI


Dopo la discussione (puramente formale, non politica) con un esponente della Federazione della Sinistra (qui), ho trovato da ridire anche con un rappresentante locale del Partito Marxista Leninista Italiano. Questa formazione, una delle più antiche esistenti nel nostro paese, ha dalla sua una linea politica rigorosa ed antirevisionista, ma talmente esasperata e folkloristica, che si riduce ad una sequela di populismi, demagogie, canti e salmodie che ne fanno quasi una setta.
Ho nel cassetto, e spesso ci pesco anche qualche spunto interessante, il loro programma, ovviamente rilegato con una copertina rosso fuoco, la falce ed il martello e i profili dei loro 5 maestri, Marx, Engels, Stalin, Lenin e Mao. Questo lo dico perchè voglio sia chiaro che il mio non è un giudizio dato 'a freddo'.

In estrema sintesi, sono dei sotenitori (credo gli ultimi in Italia) del comunismo sovietico e della filosofia marxista; sono per la nazionalizzazione di quasi tutto, da ottenere con l'esproprio e la rivoluzione proletaria. Sono avversi alla democrazia parlamentare, giudicata borghese ed al servizio dei padroni. I loro miti, inutile dirlo, sono i DIRITTI DEI LAVORATORI, con cui si riempiono la bocca ad ogni pié sospinto, spesso anche a sproposito.
Ora, non mi permetterei mai di criticare un legittimo modo di pensare, nonostante non lo condivida, però non ho potuto fare a meno di rilevare alcune incoerenze che non fanno altro che accrescere l'immagine ridicola che traspare di loro all'esterno del partito.

Prima di riportarvi il dialogo (non con un semplice militante ma un dirigente nazionale), non tentiamo di minimizzare o banalizzare le mie critiche, perché credo sia lecito aspettarmi un minimo di impegno e serietà da un gruppo che porta avanti una linea così ortodossa e granitica.

"Vedo che hai i jeans scoloriti" noto con una punta di sarcasmo "ma tu che difendi tanto i diritti dei lavoratori, lo sai come fanno a scolorire i jeans?!".
All'espressione interrogativa di risposta, continuo "Gli sparano contro della sabbia, e gli operai addetti alla lavorazione si ammalano di silicosi" (ne parlo qui).
"Siccome non credo siano di Prada (marchio che ricordavo utilizza tecniche alternative per raggiungere lo scopo, ndr), invece che strillare tanto i vostri slogan, sarebbe meglio cominciare a fare davvero qualcosa per difendere i lavoratori."
Mi ha risposto parlando del suo lavoro, e di come anche quello sia usurante.
Hai tutta la mia solidarietà, ci mancherebbe, ma cosa c'entra? I jeans potevi acquistarli non invecchiati, e non avevi dei lavoratori malati sulla coscienza.
A quel punto, ormai lanciato nella critica, mi sono buttato anche sui libri che ad ogni banchino o manifestazione cui partecipano vendono al pubblico: il programma e lo statuto del partito, il Capitale, il Libretto Rosso di Mao ed altre raccolte di pensieri sul tema.
"E come mai non usate carta riciclata per i vostri libri?" attacco "Disboscate l'amazzonia per diffondere i pensieri ecologisti di Engels... si starà rivoltando nella tomba!".
"Quando mi farai pagare la carta riciclata allo stesso prezzo di quella nuova, allora li stamperemo con la carta riciclata" la risposta. Non credo che chi è davvero interessato ai pensieri del PMLI tirerebbe indietro la mano se i loro testi costassero un euro in più.
Io, per stampare i miei volantini o manifesti, utilizzo sempre carta riciclata, anche per dare un segnale di coerenza al lettore. Spendo qualche centesimo in più, è vero, ma è ipocrita chiedere di rispettare l'ambiente, incentivare raccolta differenziata e riciclo, da un foglio bianco appena strappato dall'albero.

Comunque, la diatriba è finita lì, per il momento, ma mi riservo di tornare sull'argomento qualora mi si voglia imporre una millantata superiorità politica.

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