Per sensibilizzare i cittadini ai temi del referendum, e spingerli ad andare a votare, si sono organizzate migliaia di manifestazioni, cortei e concentrazioni in tutta Italia. Milioni di persone hanno marciato, urlato slogan, distribuito volantini, ed il referendum, dopo 16 anni che non accadeva, è passato.
Ma non è di questo che voglio parlare. Passata la sbornia festante per il risultato, voglio ora dire la mia sulle manifestazioni che hanno attraversato il paese, non solo oggi ma anche negli anni precedenti, in occasioni di 'missioni di pace', manovre economiche, leggi vergogna o quant'altro.
Molto spesso, si chiede che queste manifestazioni siano apolitiche, apartitiche e non si vuole vengano esposte o sventolate le bandiere. Io non sono d'accordo con queste richieste.
'Non vogliamo dare un colore politico alla nostra causa' è generalmente la motivazione ufficiale degli organizzatori. Ma, dico io, non sarebbe ancora più sentita ed ancor più rappresentativa l'iniziativa se ci fossero invece decine di bandiere di altrettanti colori e realtà politiche?
Se a perorare una causa, a sostenere un voto ad esempio, vedessi insieme democristiani, liberali e comunisti, l'importanza dell'iniziativa aumenterebbe, significherebbe che è davvero sentita e vitale.
E invece no, anche alle ultime battaglia sull'acqua pubblica, veniva chiesto di non esibire le bandiere di partito. Ho trovato d'accordo con il mio disappunto anche persone di altre estrazioni politiche, a dimostrazione che la mia non è una di quelle critiche 'di sinistra'.
E' una questione di Democrazia e di Libertà d'Espressione.
Il problema è anche di mentalità e coscienza civile: ormai siamo così abituati a starcene raggomitolati su noi stessi, a coltivare il nostro orticello ed a guardare con diffidenza tutto quello che è diverso da noi, che non abbiamo più la laicità morale di ammettere l'altrui espressione o lottare per le cause che non ci riguardano.
Faccio un esempio, io non sono comunista, ma sarei il primo a scendere in piazza se venisse formalizzato il reato di 'apologia del comunismo'.
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son d'accordo sul tuo discorso, ma vorrei provare a capire perchè, almeno in italia, siamo arrivati a tutto questo. porto ad esempio il gruppo facebook della italian revolution, a cui ho dato un'occhiata: non appena qualcuno ha iniziato ad inneggiare al comunismo, un altro evidentemente di ideali diversi gli ha fatto notare che quella non è una manifestazione politicizzata, cioè ognuno rimane delle proprie idee e il fine comune dev'essere un altro (un po' come la manifestazione per l'acqua pubblica, io rimango liberale, un altro comunista, però si lotta per la stessa cosa). bene, la risposta è stata "ma se l'ideale è un ideale giusto e di libertà (?!?) come quello del comunismo deve essere la base di questa rivoluzione"; insomma se per lui è giusto dev'essere giusto per tutti. e allora ben venga il via alle bandiere.
RispondiEliminaah, e sono anche favorevole all'introduzione del reato di apologia di comunismo, anche se limitato alle degenerazioni dittatoriali (non quello ideologico insomma), ma è un altro discorso.