Col successo del Sì al primo quesito dei referendum, si è anche abrogata una norma interessante, che impediva di 'riciclarsi' nei cda delle società partecipate a chi, nei 3 anni precedenti, aveva avuto un ruolo (in giunta o in consiglio) nelle amministrazioni locali.
Il regolamento sulla composizione di queste società era inserito nell'articolo 23-bis della legge 133/2008, quello appunto cancellato dal referendum, e tentava di porre un freno al vecchio vizio dei poltronifici municipali, in cui venivano parcheggiati i 'trombati' alle varie elezioni.
Per ottenere quel regolamento c’era stata una battaglia durissima, con politici di ogni schieramento costretti obtorto collo ad accettare la norma anticasta. I sostentori del NO avrebbero avuto una buona carta da giocare per sostenere le loro posizioni (uno specchietto per le allodole, in confronto al resto), che probabilmente avrebbe anche fatto breccia in qualche coscienza grillina o rottamatrice.
Mano libera alla politica che tornerà famelicamente ad occupare le migliaia di poltrone libere nelle municipalizzate, fregandosene in tranquillità dell’incompatibilità cancellata.
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