Era questo lo slogan del candidato del PD Virginio Merola, eletto sindaco del capoluogo emiliano.
Ed ora possiamo dire che era vero: la Dotta, la Grassa e la Rossa (!!!) Bologna è davvero cambiata. In peggio però.
Sono due le questioni nell'occhio del ciclone, ed entrambe fanno impallidire ('arrossire' mi pare fuori luogo, ndr) il millantato profilo progressista del carrozzone democratico.
Ribaltando le affermazioni del Presidente della Regione, suo collega di partito, Vasco Errani, che puntava a garantire parità tra coppie sposate e di fatto, Merola darà la precedenza alle unioni matrimoniali nelle graduatorie comunali per l'accesso ai servizi municipali. Ovviamente, il comportamento del sindaco trova l'approvazione dell'opposizione pidiellina e democristiana.
Il secondo scontro riguarda il finanziamento delle scuole cattoliche.
Il comitato Articolo 33 chiede alle istituzioni di cessare queste erogazioni, e chiede addirittura un referendum sulla questione; il Primo Cittadino fa melina "la prorogheremo di un anno, del resto le scuole aprono a settembre". Un anno in cui, secondo lui, possiamo rifletterci e discuterne. Di cosa, lo sa solo lui: i finanziamenti all'istruzione privata sono incostituzionali (art. 33, appunto) e basta.
"Senza il servizio pubblico svolto dai privati la domanda complessiva non potrebbe mai essere soddisfatta" commenta Maria Cristina Marri, coordinatrice Udc, contraria al referendum, la cui ammissibilità è all'esame del collegio dei garanti del Comune. Ed in quest'affermazione potrei anche ravvisarci una tiepida giustificazione, ma i finanziamenti a quel punto dovrebbero essere solo uno strumento temporaneo, in attesa di risolvere il problema, e non un palliativo per trascinare questa situazione di illegalità all'infinito.
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