Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Questa è fine strategia politica.
Stanare i grillini candidando Grasso, stimato ex procuratore antimafia, alla Presidenza del Senato in alternativa a Schifani. Cioè, quando si dice la classe.
Se tutti i grillini avessero votato scheda bianca come deciso (imposto?), probabilmente riavremmo il chiacchierato Senatore PdL ad occupare la seconda carica dello Stato. Bersani prima gli ha lisciato il pelo con la scheda bianca, poi ha sganciato il carico da novanta, presentando una personalità del calibro di Pietro Grasso (peraltro candidato come indipendente nelle liste del PD). Mica una Rosy Bindi qualsiasi.
"Trappola al Movimento 5 Stelle" digrigna i denti Grillo, e probabilmente ha ragione.
Ma io non la metterei giù in senso così negativo: perché, intendiamoci, non credo che qualcuno si possa lamentare se adesso abbiamo uno come lui a presiedere Palazzo Madama, e nessuno può bollare questa come una "sconfitta" (a parte il centrodestra col suo - pfiù - candidato).
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