Mi ha molto sorpreso la decisione del segretario del PD riguardo alle nomine Rai, che potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova fase 'politica' per il servizio pubblico. Bersani ha scritto a 4 associazioni, 'Se non ora quando', 'Libera', 'Libertà e Giustizia', 'Comitato per la libertà e il diritto all’informazione', chiedendo loro di fare 2 nomi per il Cda Rai.
Sul sito di Libera, oltre a condividere lo stupore, annunciano che da lunedì cominceranno il confronto per giungere ad una decisione condivisa; e non solo, "con gli altri discuteremo sul ruolo e il significato che deve assumere il servizio pubblico", aggiungono.
Una decisione secondo me molto importante, che segna l'apertura della stanza dei bottoni, su un tema così delicato come quello dell'informazione, anche a quella parte di società civile che in nome di quei valori e ideali persegue importanti battaglie sociali.
Si può obiettare che queste associazioni ruotano tutte nell'area della sinistra, ma è anche vero che non di rado hanno tenuto un atteggiamento molto critico nei confronti del PD (e visto come si è comportato stavolta, sorvolo anche su banali ma istintive frecciatine sulla sinistrosità del Partito Democratico, ndr).
E' chiaro che le associazioni sul territorio sono migliaia ed è impossibile pensare di coinvolgerle tutte, e difatti sono già insorti i cattolici dell'AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio Tele-teatro-cinespettatori) e del Forum delle Famiglie, risentiti per l'esclusione. Ma considerando che consultare le associazioni non era richiesto e neanche atteso, risponderei "chi se ne frega" a entrambe.
Complimenti a Bersani, e tutti i miei auguri a Zagrebelsky e Freccero, dati per favoriti.
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