Assalto dei partiti alle authority per la privacy e per le garanzie delle telecomunicazioni.
Una vera e propria spartizione tra le formazioni della maggioranza, come denuncia il Senatore PD Ignazio Marino in una lettera al direttore de L'Espresso.
Parla di "assenza totale di trasparenza", con le indicazioni di voto date via sms o su un foglietto di carta. Ma se anche si volessero valutare le reali competenze dei candidati, non ce ne sarebbe il tempo, perchè i curricula vengono forniti in sola copia cartacea ed unica per tutti i parlamentari a pochi giorni dalla nomina.
E così si può finire anche per eleggere un dermatologo ed una laureata in lingue orientali all'AgCom, com'è in effetti successo, anche se la legge istitutiva del Garante (articolo 153 del d.lgs 196/2003) prevede espressamente competenze informatica e del diritto.
I partiti perdono così clamorosamente un'altra occasione per pulirsi la faccia di fronte ai cittadini, avvallando logiche poltronistiche e rigettando le tanto invocate 'meritocrazia' e trasparenza.
Come dice il PD sul suo sito, "La Trasparenza non è uno Slogan". Ce ne siamo accorti, tranquilli.
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