Nel testo del provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa, si nasconde anche una sorpresa per le amministrazioni locali, Comuni e Regioni (le Province non sono neanche menzionate, a riprova di quanto servono, ndr).
Il tema è quello spinoso delle trivellazioni e dell'estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, sia su terra che in mare.
Se viene portata a 12 miglia la distanza dalla costa per le estrazioni marine (correggendo la beffa post-marea nera dell'ex-Ministro Prestigiacomo, qui), il capogruppo dell'IDV in regione Basilicata Benedetti punta il dito sull'accentramento decisionale che il Governo fa in materia.
“Nel provvedimento" spiega "ci sono almeno tre articoli (36 37 e 38) che, con il pretesto di semplificare le procedure, di fatto conferiscono pieni poteri al Governo che può sostituirsi a Regioni e Comuni. Nella relazione che accompagna il decreto la questione è esplicitata in maniera chiarissima".
"A parere del Governo, infatti, molti procedimenti relativi alla realizzazione di infrastrutture energetiche strategiche risultano fortemente rallentati o sospesi, anche per anni, a causa di quella che è definita e che diventa l’alibi principale per un intervento centralista, dell’inerzia delle amministrazioni regionali aventi competenza concorrente nell’autorizzazione o concessione relativa alle opere da realizzare."
"Anche in presenza di espressioni favorevoli di Via e di pareri favorevoli dei Comuni interessati, in assenza di intesa regionale" si giustificano "non si possono autorizzare le realizzazioni di infrastrutture in grado di muovere investimenti rilevanti di privati".
E così il Governo diventa paladino degli interessi dei petrolieri, perchè senza l'intesa regionale, lamentano, non si possono realizzare le infrastrutture per muovere i capitali "per un ammontare di oltre 10 miliardi di euro, totalmente di capitale privato, che, ‘ove celermente autorizzati potrebbero contribuire significativamente alla crescita economica e all’occupazione, con effetti anche sulla riduzione del costo dell’energia per i consumatori domestici e per le imprese’ " così è scritto nel Decreto Sviluppo.
"Di qui la disposizione che ‘nel caso in cui l’intesa regionale, necessaria nei casi di competenza concorrente, o il diniego della stessa, non intervengano anche dopo tempi di attesa molto lunghi, e in presenza di un procedimento amministrativo già concluso con il parere delle varie amministrazioni centrali e locali coinvolte e dopo una Valutazione di Impatto Ambientale espressa in senso favorevole, si fa ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per un decisione definitiva, in modo da pervenire alla chiusura del procedimento’.
Chiaro, no? Potete anche dire di No, tanto alla fine decide comunque la Presidenza.
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