Ora come sappiamo è in vigore il Porcellum, ossia la legge per cui alla Camera viene assegnato un premio di maggioranza del 55% dei seggi alla coalizione vincitrice e con uno sbarramento del 4%, mentre per il Senato valgono più o meno le stesse regole ma su base regionale.
Una buona legge elettorale deve saper unire rappresentatività, ossia rispecchiare il più possibile le diverse forme di pensiero esistenti nell'elettorato, e la governabilità, ossia la possibilità delle istituzioni di lavoro in modo certo, autonomo e profiquo. E questo rappresenta il primo scoglio, perchè una legge puramente proporzionale (come anch'io caldeggio), corre il rischio di dar vita ad un Parlamento traballante, e se poi ci aggiungiamo un clima da tifoseria come quello respirato per quasi vent'anni qui in Italia, la situazione si fa molto incerta.
Da questo punto di vista, il Porcellum ha quasi tolto di mezzo il problema, dando più della metà dei seggi ai vincitori che, in linea di massima, la pensano tutti allo stesso modo. Così facendo, però, ha strozzato il confronto ed il dibattito tra maggioranza ed opposizione, che nonostante sia minoranza, rappresenta buona parte del paese, anche più della metà.
Veniamo alla mia idea, perchè se una Camera siffatta è secondo me antidemocratica, si può cercare di correggere il Porcellum garantendo la pluralità di altri spazi di dibattito, ossia le Commissioni.
La Costituzione, all'articolo 72 comma 3, prevede che la composizione delle Commissioni Parlamentari rispecchi le proporzioni dei Gruppi Parlamentari presenti nell'Aula; se però si renderessero proporzionalmente rappresentative del voto popolare, si avrebbe, nell'iter legislativo di un provvedimento, un momento di reale confronto come espresso dai cittadini nelle urne.
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