giovedì 23 febbraio 2012

Anche in Europa va di Moda il Bavaglio

Non ci sono solo Sopa e Pipa (ne parlo qui), nella teoria del complotto contro la libertà della rete, ecco spuntare un altro acronimo pericoloso: ACTA, che sta per Anti-Counterfeiting Trade Agreement. Un accordo, siglato a Tokyo tra i membri dell'Unione Europea (o meglio, tra 22 su 27 degli Stati, e qui sta il sospiro di sollievo, ndr) che, come al solito, ha l'intento di combattere la pirateria on-line.La ratifica, che dovrebbe avvenire a giugno di quest'anno, si scontra però con le proteste di migliaia di utenti e con le perplessità dei paesi contrari (in quanto solo se ratificato all'unanimità sarà valido, ndr)."L'ACTA è legittimo, ma non potremo implementarlo se andrà a violare i diritti umani e la privacy" afferma il primo ministro croato Zoran Milanovic; quello per lo sviluppo economico e la tecnologia sloveno ha invece sottolineato che l'accordo non aiuta a risolvere il problema dei diritti d'autore su internet e ha poi definito l'ACTA "un enorme malinteso".Anche la Germania, lo scorso 13 febbraio, ha espresso dubbi sulla legittimità del documento e il ministro degli Esteri della Repubblica federale ha spiegato che il parlamento tedesco ha deciso di "sospendere il processo di ratifica, per avviare una discussione più ampia e approfondita sui temi in discussione,e anche per aprire nuovi dibattiti sui temi relativi all'accordo ACTA".

Gli ultimi aggiornamenti danno la questione deviata al controllo preventivo della Corte di Giustizia europea, che ne deciderà la legittimità, come richiesto dal commissario al Commercio Karel De Gucht: "Io condivido le preoccupazioni della gente sulle libertà fondamentali, specialmente quelle relative all'utilizzo di Internet" ha detto "Ma questo dibattito si deve basare sui fatti e non sulla disinformazione che ha dominato i social network". "L'accordo" ha proseguto "intende fissare degli standard globali per la difesa della proprietà intellettuale" ed "aiuterà a difendere i posti di lavoro che attualmente vengono persi a causa della contraffazione, con prodotti piratati per un valore di circa 200 miliardi di euro".

Quella del complotto globale è una teoria emersa dai cablo di Wikileaks del 2008, che svelarono l'esistenza, prima di qualsiasi dichiarazione, di un trattato internazionale Acta, per uniformare le diverse normative (e/o per imporre una legislazione restrittiva) sul copyright in tutti gli Stati.

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