E' cominciata la pubblicazione delle dichiarazioni patrimoniali e fiscali dei membri del Governo. Un'operazione nel segno della trasparenza, che mi piacerebbe venisse affiancata da una rendicontazione completa, dal cambio olio per l'auto blu fino al temperino dell'ultimo ufficietto, su come viene speso il denaro pubblico.
In ogni caso, una risposta concreta alle richieste dei cittadini in tema appunto di trasparenza, uno dei valori della democrazia che è stato meno tenuto in considerazione dalle classi politiche nel corso degli anni.
Diciamolo, però, c'è anche un po' di populismo in tutto questo.
E' certamente importante sapere dei piccoli conflitti d'interessi che si annidano nelle personalità che ci governano (ad esempio, le 398 azioni Enel in mano al Ministro Di Paola, o il 33,3%, pari a 1,6 milioni di euro, dell'immobiliare Venezia spa detenuto dal Ministro Passera, ndr), ma questa cosa non ha in sé poteri od effetti particolarmente sconvolgenti. Cioè, non credo sia interessante sapere che la Cancellieri è proprietaria di 15 fabbricati (2 appartamenti, 1 abitazione, 3 box ed una cantina, più un negozio ed un appartamento al 50%, 3 fabbricati agricoli al 20% ed un magazzino al 25%, mi pare); se ne occuperanno la Guardia di Finanza o la Corte dei Conti a rilevare eventuali abusi.
Andando però sulla pagina de Il Fatto Quotidiano dedicata alla notizia, ci si accorge che si può fare populismo anche nel senso opposto: molti si lamentano perchè sono ricchi, ma se uno ha le capacità e guadagna i suoi soldi onestamente, non capisco il problema. Commenti che sembrano dettati più dall'invidia che da altro.
In tema di conflitti d'interessi, però, volevo appuntare come in questi casi possa essere utile l'applicazione del metodo (credo) statunitense: al momento dell'elezione ad un'alta carica politica, il proprietario di un importante patrimonio ne affida la gestione ad un blind trust, che ha il compito di amministrare lo stesso senza condizionare l'azione politica del legittimo titolare.
Non solo, in questo modo i cittadini più ricchi e potenti valuterebbero in maniera diversa l'idea di entrare in politica: a mio parere, lo farebbero solo per motivi e passioni personali molto forti, perchè questo significherebbe, almeno temporaneamente, spogliarsi dei propri possedimenti.
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