Dopo che con Montezemolo (qui), mi tocca ora essere solidale con il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Sarà un incapace, buono solo a tagliare e mettere toppe posticce ai buchi di bilancio, ma chi finhisce nel mirino del Metodo Boffo se la merita una pacca sulle spalle.
"Dietro la minaccia di strappo della Lega c’è soprattutto l’ira di Tremonti" scrive il Giornale, principale poligono di tiro berlusconiano, che attribuisce la seccatura del Ministro a due fatti "Il primo: la nomina, voluta da Berlusconi, del suo nemico storico Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, a capo della Banca centrale europea, posto di grande prestigio e soprattutto potere. Secondo: il via libera del premier alla scalata francese su Parmalat, operazione osteggiata dal nostro ministro dell’Economia che peraltro non era riuscito a mettere in piedi una alternativa italiana. Questioni personali, quindi, più che politiche, di un ministro che si sente premier e che ha grande influenza sulla Lega. Al punto da aizzarla contro Berlusconi facendo leva su due questioni, bombardamenti e clandestini, che stanno a cuore al popolo del Carroccio molto sensibile in campagna elettorale."
E partono le accuse "Un ministro dell’Economia dovrebbe lavorare per la stabilità politica che è presupposto di quella economica. Se fa l’inverso significa che ha mire diverse, magari inconfessabili. Per esempio tirare per la giacchetta Bossi, alleato decisivo del premier, per portarlo verso altri lidi".
Come ho già detto, mi sento quasi in colpa ad essere solidale con lui. Facesse il fruttivendolo, sarebbe più facile. E forse anche più adatto.
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