giovedì 10 novembre 2011

Lo Credete Davvero?

Anche a Ballarò un sondaggio riportava che quasi il 40% degli italiani crede che tagliando i costi della Parlamento sia possibile risanare il debito pubblico. Ma lo sapete che le spese delle Camere sono solo lo 0,1% del debito?
"E' vero, però intanto sarebbe un segnale.." commentava un amico. Sicuramente, e lo dico anch'io che bisognarebbe tagliare, però non è con i 'segnali' che riformi il sistema.
Il capitolo 'riduzione delle spese della politica' merita un'attenta analisi, per non rischiare di far mancare i necessari controlli istituzionali (i famosi pesi e contappesi), impoverire l'azione degli organi dello Stato od esporlo (ancora di più) al rischio di corruzione.
Nel breve periodo, sì, puoi pensare di razionalizzare i costi del sistema centrale, rivedendo, oltre che le remunerazioni, i rimborsi spese, le spese accessorie, i vari benefit; poi, sul medio-lungo termine, vedi di accorpare realtà locali, piccoli comuni, province, regioni, anche in un'ottica di tutela territoriale (ed esempio, la regione Alpina Orientale, quella Appennina Settentrionale, quella Adriatica Meridionale, o -perchè no?- la Padania).

Riformare l'amministrazione del territorio potrebbe anche migliorarne la gestione, e prevenire situazioni come le esondazioni e le frane che in questi giorni occupano drammaticamente la scena.

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3 commenti:

  1. un federalismo fra le regioni che già oggi sono a statuto speciale, la cosiddetta padania, la toscana, il centro e il cosiddetto mezzogiorno era il progetto di gianfranco miglio. da federalista preferirei che le regioni rimanessero quante sono ora, però anche così non lo disprezzerei.

    il federalismo mediante accorpamento del panorama irrazionale delle varie entità locali sarebbe un ottimo modo per tagliare le spese della politica e responsabilizzare le varie aree del paese, e sicuramente sarebbe meglio del taglio piduista al numero dei parlamentari e dell'eliminazione delle autorità di controllo sulla scorta del "risparmio".

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  2. Sono d'accordo: tagliare i costi della politica in Italia non rappresenterebbe la soluzione a tutti nostri problemi, ma occorre operarli, questi tagli, e il prima possibile. Non è solo un segnale (cosa che peraltro non farebbe affatto male al Paese, anzi...) ma è una delle prime cose da fare proprio per la condizione in cui ci troviamo: in questo momento, mantenere i nostri politici a queste condizioni e con questi stipendi/indennità/benefit/diarie è un lusso che non possiamo permetterci. Occorre cominciare da lì, pur sempre senza illudersi di potersi fermare a quello.

    Anche l'idea di una riforma federale dello Stato non sarebbe affatto male, ma prima secondo me si dovrebbe risolvere un problema che non mi pare preoccupi molto i "fan" del federalismo. Quando nasce uno stato federale, è perché soggetti più piccoli, spesso veri e propri stati, dotati comunque ognuno di una propria identità, decidono di formare assieme uno stato più grande, sopravvivendo però nel nuovo organismo, seppure sotto una forma diversa (tanto per dire, la Baviera si chiama ancora ufficialmente "Libero Stato di Baviera"). Un federalismo costruito sulla base delle attuali regioni italiane non mi convince, personalmente: il Veneto e la Sicilia per esempio hanno una lunga tradizione di unità politica, rappresentano realtà culturali ben definite, ma -faccio per dire- la mia regione, l'Emilia-Romagna? E la Lombardia? Credo sia meglio riflettere per bene su quali debbano essere le entità che andranno a comporre l'assetto federale dello Stato, quali i loro confini, e così via, prima di parlare davvero di federalismo.

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  3. si pensava, infatti, in alternativa al modello di miglio composto da:
    - sicilia
    - sardegna
    - friuli-venezia giulia
    - trentino-alto adige
    - valle d'aosta
    - toscana
    - "padania", intesa fino all'emilia-romagna compresa
    - mezzogiorno, comprendendo tutto il resto.

    per quanto mi riguarda, però, considera un sud troppo grande.

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