lunedì 28 novembre 2011

Col Cronometro in Mano

Nell'edizione delle 20 del 24 novembre del TG1, il direttore Minzolini ci fa capire che, cambino i governi, cambino i presidenti, lui resta fedele al suo modo di fare informazione; dopo 31 minuti di telegiornale, la notizia riguardante le trattative Stato-Mafia che vedono indagato Marcello dell'Utri, senatore PdL, viene data in 14 secondi spaccati, senza alcun servizio a corredo.
Subito dopo, però, un reportage fenomenale di oltre un minuto, che ci ricorda che tra un mese è Natale: "Nelle grandi città del mondo si respira già aria natalizia, tra balletti, luci in 3D, tè inglese e critiche a certe decorazioni: un po' troppo futuriste".

Se credete che i problemi dell'informazione in Italia si chiamino solo 'leggi-bavaglio', vi sbagliate. E non è un bel segno trovarci a sorridere se il TG1, voce ammiraglia del vero Servizio Pubblico, registra meno ascolti del TG5; significa che il piano per indebolire la televisione di Stato in favore di quella privata Mediaset funziona.
Questo piano si riassume in 3 parole: 'conflitto di interessi' (ne parlo anche qui).

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1 commento:

  1. Bisogna privatizzare la RAI e lasciare una sola rete pubblica che trasmetta in analogico, digitale, satellitare, web, ma che sia, ribadisco, una e pagata interamente dall'erario e non dal canone e che non abbia ovviamente di conseguenza spazi pubblicitare e che non sia nelle mani dei partiti ma dell'autorità per le telecomunicazioni.

    Il referendum del 1995, tra l'altro, in questo senso andava e sappiamo tutti benissimo che in Italia la classe dirigente (o meglio digerente) degli esiti referendari se ne frega allegramente, ma prima o poi bisognerà che ci rimettiamo sulla giusta carreggiata!

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