Come sapete, non sono uno che ragiona per campanili, che applaude e dà ragione a prescindere a qualcuno solo perché "lo dice Lui".
Proprio per questo, vi dirò, sono d'accordo con Luisa, la simpatizzante di Sinistra d'Azione che ha scritto che il Job Act di Renzi potrebbe anche essere accettabile (nonostante l'inutile mania di sbrodolarsi addosso paroloni inglesi solo per attirare attenzione). Qui il suo intervento.
Mentre Noi lavoratori e la sinistra politica in genere continuavamo a danzare intorno a quell'idolo che è l'articolo 18, gli altri erodevano la sacralità del lavoro, razziandone i diritti e le dignità (ne parlavo qui).
Se sacrificare o depotenziare l'articolo 18 significasse contributi e pensioni garantite, malattia e ferie riconosciute per tutti i lavoratori, strumenti di reinserimento e di sostegno per i disoccupati più efficienti e robusti, sarebbe una cosa così deleteria?
Ma sia chiaro, i problemi VERI del mercato del lavoro sono altri, non l'articolo 18 (e ce li diceva qualcuno qui).
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