Euro Rossi lancia la sua iniziativa: presidente il comitato "Mi Chiamo Littoria", sta organizzando una raccolta di firme, che partirà a gennaio, e chiedere un referendum consultivo nella città di Latina per ritornare al vecchio nome, Littoria appunto.
Il vecchio nome, come si può intuire, gli venne dato dal regime fascista, che ne posò la prima pietra il 29 giugno 1932, dopo la bonifica delle paludi dell'Agro Pontino. Assunse poi quello odierno nel '45, alla definitiva caduta del regime.
Il comitato respinge le accuse di nostalgie nere "È una questione puramente storica" spiega "lontana da appartenenze e logiche politiche. Latina ha scontato la colpa di essere stata simbolo del regime. Ora vogliamo che siano i cittadini a scegliere quale nome dare alla città".
"Se sarà Latina o Littoria poco importa, quello che conta è che la scelta sia frutto di un processo democratico e non di una imposizione" conclude Euro Rossi.
Allora, scindiamo un attimo le cose, perchè se trovo più che legittima la motivazione addotta dal comitato, è anche importante non far passare l'idea che il fascismo sia stato un normale passaggio storico dell'Italia (come dicevo, ad esempio, qui, qui e qui).
Sono contrario alla riesumazione del vecchio nome, perchè rimanda ad un passato storico del paese che va, certamente, ricordato, ma solo perchè non si ripeta, e non deve essere legittimato, o, peggio, celebrato.
La scelta, parlo in generale, non mi riferisco a questo caso specifico, non deve essere tra il fascismo ed il resto, perchè la scelta del fascismo implica da sola l'annullamento di tutte le altre opzioni.
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Il cambio del nome da "Littoria" a "Latina" avvenne nel marzo 1945, cioè prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, a seguito di richiesta del prefetto al re. Fu un'operazione assurda, perché nulla di quanto sarebbe avvenuto nei decenni successivi poteva reggere al confronto dei gloriosi primi 12 anni della città, non corretta perché in antichità da quelle parti c'erano i Volsci e non i Latini e meschina, perché comunque si sfruttava ancora la sigla "LT".
RispondiEliminaNell'anno successivo il prefetto propose anche di cambiare il nome di "Sabaudia" in "Paola del Lazio", ma la popolazione locale insorse e non se ne fece più nulla.
Questa nuova idea porrebbe rimedio ad una stortura storica (i Russi postsovietici hanno fatto ritornare da tempo Leningrado in San Pietroburgo, ma noi siamo sempre in ritardo), però non è scontato che si realizzi. Potrebbero prevalere, nella privacy della cabina elettorale referendaria, le voglie di non spendere soldi per cambiare indirizzi, nomi di aziende, carte intestate ecc.. Inoltre c'è l'incognita della popolazione arrivata in tempi successivi alla fondazione, che non è molto sensibile ad un cambiamento.
Vedremo.
Latina se la stanno inghiottendo le mafie che devono riciclare soldi. A sud il casertano e Fondi, a nord Roma. Una città dal tessuto sociale incerto e fragile non sta reggendo, vedi le aggressioni reiterate sulle prorpietà sequestrate alle mafie ed assegnate, faticosamente, a Libera. E gli ultrafascisti si baloccano con il nome...
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