mercoledì 25 maggio 2011

Gesù Minaccia la Libertà dei Maltesi

Dovete sapere che a Malta non esiste il divorzio. Si può ricorrere alla 'separazione legale', che fa cadere l'obbligo di convivenza, ma i coniugi devono rimanere fedeli ed assistersi tra loro.
Ora, però, un referendum minaccia il 'matrimonio permanente' maltese: il 28 maggio i cittadini del piccolo stato europeo saranno chiamati a votare per introdurre il divorzio legale.

Ovviamente, il Clero si oppone. Diversi siti denunciano una vera e propria campagna intimidatoria contro la consultazione: una lettera, scritta da Mons. Paul Cremona insieme al vescovo Mario Grech di Gozo e al vescovo ausiliare Annetto DePasquale, incoraggia i cittadini a sostenere il matrimonio e la famiglia con il loro voto. Chiedono "di fare una scelta a favore del nostro Signore Gesù Cristo.” Essi hanno sottolineato che gli elettori “devono guardare attraverso i suoi occhi”, e “scegliere Gesù come il sentiero che conduce alla verità “. “Non ci sono altri sentieri per arrivare a questo”, hanno avvertito. “Ci auguriamo che, anche per quanto riguarda il referendum sul divorzio, che è in realtà un referendum sul matrimonio, il popolo sia guidato dalle parole di Gesù”. Un cristiano “deve tenere a mente che è responsabile dinanzi a Gesù della sua scelta”.
Io spero che il referendum passi, dando così la libertà alle persone di poter scegliere autonomamente, senza condizionamenti o gioghi religiosi; ma non mi faccio molte illusioni, in uno stato in cui il Cattolicesimo è riconosciuto come "religione di Stato".

2 commenti:

  1. sono stato a malta l'estate scorsa in vacanza, perchè mi ispirava l'idea di unire il mare stupendo, la vita notturna e la storia dei cavalieri di malta e di jean della valette, per cui provo un'ammirazione sconfinata. ho potuto quindi notare la grandissima fede cattolica dell'arcipelago: in tutti gli autobus gli autisti portano con sè santini, a la valletta addirittura ho visto sulla strada principale due chiese una di fronte all'altra (alla faccia della rivalità parrocchiale :D); però il tutto non mi è sembrato oppressivo, anche perchè mi ha dato l'idea che il popolo locale vivesse la religione in maniera molto più sana di noi italiani: da noi la religione è più che altro superstizione, dio si prega solo nei momenti di difficoltà e il più delle volte per cazzate, dimenticandosi poi di lui non appena le cose vanno bene o non appena bisogna seguire il suo insegnamento se questo va contro il nostro interesse, oltretutto da noi la religione è vissuta come odio per le altre religioni, come modo per emarginare il diverso (quando ero bambino ho sempre avuto un certo timore a dichiarare apertamente la mia quasi totale, e oggi totale, mancanza di fede) e come viatico attraverso il quale stigmatizzare la pagliuzza nell'occhio altrui dimenticandosi della propria. dei maltesi, invece, per quel poco che ho visto, ho notato la loro fede sincera, positiva, forse figlia del debito che ha il popolo maltese coi combattenti per la fede che nel 1565 salvarono malta dalla furia ottomana nonostante una clamorosa inferiorità numerica (jean de la valette è un eroe nazionale, venerato quasi come dio, dedicato a lui trovi vini, sigari ecc. e la birra nazionale si chiama 1565 victory...), una fede che però non è discriminazione, ma anzi è la vera adesione agli insegnamenti di gesù, che non possono essere criticati nemmeno dai laici per la grandezza dei valori da loro trasmessi (gesù fra l'altro non mi pare parlasse mai di voto di castità, rifiuto dell'omosessualità e altre minchiate della chiesa odierna). confiderei, quindi, nell'apertura mentale del popolo maltese ed anche della chiesa locale, nonostante i campioni del conservatorismo bigotto nostrani cerchino di allungare la loro mano anche sul piccolo arcipelago.

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  2. ha vinto il sì col 54%, te l'avevo detto :D

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