Ecco arrivare il rapporto del supertecnico Giavazzi, uno dei tre nominati dal Governo per individuare le aree dove è possibile tagliare e razionalizzare le spese dello Stato (ne parlavo qui). Giavazzi, in particolare, era responsabile di analizzare i trasferimenti alle imprese, e dal suo corpulento rapporto di 46 pagine si delinea una nuova spending review.
Tra ragionamenti politici, analisi e congetture economiche, vengono individuati tra l'altro 40 provvedimenti, anche riferiti ad eventi naturali o situazioni di emergenza, da sopprimere; ad esempio parte della legge 219/1981, riferita ad eventi sismici di quegli anni, parte della 691/1995, contenente provvidenze per le alluvioni dell'anno precedente, e tante altre.
Giavazzi, in collaborazione con 4 personalità provenienti dal mondo dell'università, è riuscito, scavando negli archivi dei codici, dell'INPS, della Ragioneria di Stato e della Banca d'Italia, a sviscerare tutti quei dati nascosti e quasi inaccessibili nascosti nelle pieghe dei bilanci, delle sovvenzioni e dei trasferimenti ai privati. Finalmente, dal rapporto emerge un quadro dettagliato che fa le pulci al borsellino dello Stato.
Condizione imprescindibile per avere l'aiuto dello Stato, sarà che esso incentivi davvero la produzione, la aumenti e sia di stimolo all'attività. Salvati dalle abrogazioni, quei finanziamenti che sono utili o destinati al servizio pubblico, in particolare istruzione, ricerca, sanità, assistenza e trasporti; inoltre, possono anche essere escluse quelle norme che riguardano la promozione, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio artistico e naturale.
Per individuare le aree in cui agire, il Governo si avvalerebbe di un Comitato Tecnico (Ancora?! Ormai la odio questa parola...).
Ciliegina sulla torta, l'annotazione, in fondo, che i risparmi derivanti dall'applicazione dello schema di decreto redatto da Giavazzi saranno utilizzate per abbattere il carico fiscale su lavoratori ed imprese.
Questa è la premessa, vedremo ora cosa succederà.
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