martedì 27 luglio 2010

Piccoli Berlusconi Crescono


Una legge Ad Rectorem, quella votata dal senato accademico dell'Università di Palermo, che permetterà al Magnifico, Roberto Lagalla, di rimanere in carica fino al 2013, quando, come pare gli abbia promesso il guardasigilli Angelino Alfano, si candiderà col PDL.
La carriera politica di Lagalla, comincia da assessore alla Sanità della Giunta Cuffaro, e nel 2007, certificato dalla Corte dei Conti, lasciò un buco spaventoso.

La legge, presentata il 4 marzo 2010, prevede, oltre all’allungamento dell’incarico per il Rettore, il prolungamento del mandato per i Presidi in carica e il congelamento, fino al 30 giugno 2011, “di tutti gli altri responsabili di strutture e articolazioni accademiche”. Con l’assenso del Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, la legge ad rectorem diventerà legge dell’ateneo.

“Fuori i parenti dall’Ateneo” lo slogan di Lagalla.
All’Università del capoluogo siciliano, infatti, si spartiscono il sapere di padre in figlio:
- i Cannizzaro, con altre 23 famiglie, si spartiscono la Facoltà di Medicina;
- i Galasso e altre 9 famiglie, Giurisprudenza;
- i Milone ad architettura;
- i Tudisca con altre 10 famiglie ad Agraria, la facoltà più piena di mogli e figli (su 129 docenti, 23 sono parenti).
Ma questo è solo un accenno. Basta sfogliare l’annuario accademico per rilevare i casi di nepotismo, con in testa la facoltà di Medicina.
Lagalla, all’inizio del suo mandato (2008), promise: “Entro sei mesi anche l’Università di Palermo avrà il suo Codice Etico” ai giornalisti che lo incalzavano su quella parentopoli.

Se il Rettore di Palermo in 24 mesi non è riuscito a dotare l’Ateneo di un provvedimento antinepotismo, è riuscito però a cambiare l’intero Statuto per allungare la durata della sua carica.

I nomi del vincitori dei concorsi sono decisi in anticipo dalla Facoltà nel momento in cui qualcuno chiede il posto. Pubblicazione del bando in gazzetta ufficiale, elezione dei commissari, loro convocazione nella sede con relativa ospitalità in albergo, prove scritte e orali sono inutili messe in scena.

Grazie al nuovo statuto, si prolungherà l'incarico Adelfio Elio Cardinale, Preside della Facoltà di Medicina dal 2001, e opinionista del Giornale di Sicilia e già Presidente del Cerisdi (Centro ricerche e studi direzionali), con sede al castello Utveggio. La moglie di Cardinale, invece, è la dottoressa Anna Maria Palma, già procuratore aggiunto di Palermo e capo di gabinetto del Presidente del Senato Renato Schifani.

Lagalla non è il primo a prolungarsi il mandato, ma ha chiesto più tempo. A Messina, il Rettore Francesco Tomasello , ha infatti già chiesto e ottenuto una proroga degli incarichi, per sé e i presidi di Facoltà. Ma se a Messina, per completare “ la realizzazione del progetto di rimodulazione della governance” bastava un anno, a Palermo ce ne vogliono due.

Un modus operandi già visto dal padre-padrone del partito a cui fa capo Lagalla.

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