venerdì 2 luglio 2010
Mi Tirano per la Lingua...
Anche ieri sera non ho potuto fare a meno di dire la mia.
Quando ho sentito un consigliere regionale del PD affermare che "il Partito Democratico sta facendo una durissima opposizione in Parlamento" mi sono sentito, come si dice da noi, tirato per la lingua (ossia provocato).
Bisogna scendere in piazza per opporsi a questa destra - altra affermazione, in sintesi, a cui ho risposto che prima di tutto sarebbe il caso di farlo nei luoghi preposti, ossia in Parlamento.
Mi è stato ribattuto che quanto avvenuto in Senato giorni fa, durante il voto sul ddl intercettazioni, è stato un segnale di dissenso, perchè non votare o votare no al Senato è uguale. Appunto, NON VOTARE: ora, non so bene come siano regolate le tempistiche, per cui potrei sbagliarmi, ma ASTENERSI o VOTARE CONTRO al Senato è la stessa cosa, non abbandonare l'aula, che dovrebbe solo far scendere la maggioranza necessaria.
Al che ho citato un altro episodio importante, quello del 20 settembre 2009, ossia la votazione sulla pregiudiziale di costituzionalità dello scudo fiscale alla Camera, in cui le assenze tra i banchi del PD sono state determinanti a far passare il provvedimento.
Non si possono imputare al PD colpe che invece sono dei singoli deputati, la risposta; certo che no, ma con una legge elettorale che non permette di scegliere chi votare, la colpa io la addosso alla segreteria del partito che non ha saputo vigilare sull'integrità morale di chi ha messo in lista.
Poi, ovvio, di errori è facile commetterne sempre, e non si può colpevolizzare tutto uno schieramento per una o due mele marce nel cesto, come quando il senatore De Gregorio passò pochi giorni dopo il voto dall'Italia dei Valori a Forza Italia, ma qui stiamo parlando di 51 (cinquantuno!) assenti. (ricordiamoli)
La disciplina di partito che fine ha fatto?
Grazie al Gruppo dello Zuccherificio per l'iniziativa, per essere informati sui miei prossimi articoli fate riferimento alla mia pagina Facebook.
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