venerdì 18 giugno 2010

Studiare la Bibbia? Per me si può.


Grazie ad un accordo tra Ministero dell’Istruzione e l’associazione Biblia, nelle scuole approderà lo studio della Bibbia. Al pari dell'amato/odiato testo manzoniano "I Promessi Sposi" e della "Divina Commedia" dantesca, lo studio del testo sacro verrà inserito nei programmi di italiano; nessun nuovo corso, che con i recenti tagli di orario sarebbe un'assurdità, o invasioni dell'ora di religione (non sia mai!).
L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani, in un’epoca di grande conflittualità, e ricordare che le tre grandi religioni monoteiste hanno una radice comune, la Bibbia, appunto.
Da ateo e laico, la cosa mi infastidisce abbastanza.
Devo però ammettere che lo studio letterario di un testo del genere può essere molto interessante, ed anche illuminante: la Bibbia, facendo da parte le novelle dal gusto fantasy, è ricca di insegnamenti morali, etici e civili.
"Ama il prossimo tuo", "Ricordati di santificare le feste" (e magari se lo ricordi anche Confindustria), "Onora il padre e la madre", "Non uccidere", "Non rubare", "Non dire falsa testimonianza" (forse Mills e Berlusconi lo saltarono lo studio di questo comandamento), "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" (nelle parole di Gesù l'insegnamento è espresso al positivo “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro” (Matteo 7.12)).
Va premesso che lo studio è da farsi in un'ottica terza, non integralista, laica, rispettosa ed analitica, senza voler divinizzare il testo o imporlo come vademecum di vita. Soprattutto niente segno della croce davanti al libro! (o meglio, niente 'obbligo di farlo', chi crede può anche mettersi i guanti di lattice per toccarlo, se vuole)

Aggiungo anzi che studiando la Bibbia si comprenderà meglio la distanza abissale che separa il suo messaggio dall'interpretazione che ne hanno dato nei secoli proprio coloro che si fregiano di essere 'i testimoni del messaggio di Dio'. Il Clero.
( A tal proposito vorrei ricordare ancora Matteo, che quasi da preveggente, scrive [7.21] Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. [7.22] Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? [7.23] Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. [7.24] Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. [24.4] Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; [24.5] molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno.)

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