martedì 22 giugno 2010

Berlusconi Docet


Le riforme dell'istruzione del ministro Gelmini hanno desertificato il mondo della scuola, sottraendogli fondi, risorse ed impoverendo l'offerta formativa, tagliando ore e corsi. Ma la nuova stella del firmamento pidiellino vuole fare di più, innestando nella cultura la nera radice ideologica che ha permesso che una 'incapace politica' come lei (non lo dico io, lo dice il consiglio comunale di Desenzano sul Garda che l'ha cacciata) potesse ricoprire il ruolo che ha: il BERLUSCONISMO.
"Una conquista del Paese che vogliamo difendere non solo all’interno del Pdl ma anche in un ambito culturale in cui vige l’egemonia della sinistra, che pensa che il centrodestra sia privo di identità culturale. Invece il berlusconismo ha cambiato la politica e il Paese, richiamandosi alla rappresentanza popolare, alla chiarezza dei programmi e del linguaggio, al legame con gli elettori. Non è qualcosa da mettere tra parentesi, come vorrebbe la sinistra che propaga la sua retorica del pessimismo. Ma proprio perché è un momento di crisi e di difficoltà non si può diffondere sfiducia ma è necessario puntare sull’ottimismo della volontà" commenta la titolare del dicastero dell'istruzione.
Sicuramente c'è del vero in quanto afferma, contrapponendo il linguaggio pomposo della sinistra a quello immediato e diretto del Premier; ricordate il "loro sono il MALE, non siamo il BENE"? Quale formula è mai stata più spiccia?
Ma quest'idea, del berlusconismo nella cultura, sembra quasi un'ipoteca sul futuro, uno strumento per instillare nelle mentalità un modus operandi, tipico della destra berlusconiana, raffazzonato e di corto respiro, basato sulla goliardia e sull'apparenza, garantendosi così una continuità di pensiero pressochè eterna.
Nel '34, venne adottato nelle scuole il “Libro Fascista del Balilla“, in cui si dava inizio all'assedio fascista della cultura dei piccoli alunni. In esso era scritto che il Duce 'è un figlio del popolo venuto dalla miseria. E’ l’uomo più grande e più buono del mondo. Egli in un decennio ha fatto diventare l’Italia la prima nazione del mondo.'.

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