giovedì 29 aprile 2010

E' cosa buona e giusta. E chi se ne frega!


Credono ci sia sempre bisogno della loro opinione, che sia richiesto il loro benestare su tutto, anche sulle cose più insignificanti e distanti anni luce dalla religione.
Mi riferisco ovviamente al Vaticano, che ancora una volta si sente il dovere di dire la sua, stavolta, sul nucleare, ergendosi a forza politica ed ambientalista, realizzando un manualetto di oltre 40 pagine illustrando la loro opinione in merito. E toppando clamorosamente.

“L’energia nucleare non va guardata con gli occhi del pregiudizio ideologico" scrive il cardinale Renato Martino, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace "ma con quelli dell’intelligenza, della ragionevolezza umana e della scienza”. Una linea condivisa, prosegue il testo, da Papa Ratzinger che “nell’Enciclica Caritas in Veritate ha fatto riferimento a questa energia del futuro”, auspicando l’uso a fini pacifici della tecnologia nucleare. “Le opere dell’ingegno, quindi anche le conquiste nel campo nucleare, vanno poste al servizio della famiglia umana”, specifica Martino.
La guida è scritta ad arte per conquistare l'anima dei cristiani devoti: “Il vademecum è tutto orientato in positivo” nota Mario Agostinelli, ricercatore dell’Enea e presidente dell’associazione antinuclearista Unaltralombardia “ma non racconta tutta la verità, è zeppo di lacune e offre una prospettiva parziale dei fatti”.

Insieme a un gruppo di ispirazione religiosa chiamato “Beati costruttori di pace”, Agostinelli ha realizzato un contro-opuscolo che verrà analogamente pubblicato e distribuito nelle diocesi.
“Ci sono almeno tre aspetti ingannevoli che contestiamo. Il primo riguarda i costi delle centrali.
L’opuscolo stima che un reattore di terza generazione, come quelli che dovrebbero essere costruiti in Italia, costi tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro, in palese contrasto con quanto sta avvenendo in Finlandia: la costruzione di un’identica centrale ha già superato i 7 miliardi di euro e sta richiedendo tempi di realizzazione molto più lunghi del previsto”.
“Il secondo punto riguarda il confronto sulla convenienza di questa forma di energia rispetto alle altre. Considerando il contributo statale, i costi di sicurezza e dismissione delle centrali, e i costi per lo stoccaggio delle scorie, il prezzo di un kilowattora prodotto da una centrale nucleare è superiore sia ai combustibili fossili, sia all’eolico, e si avvicina al costo del solare.
"In terzo luogo, il nucleare non è la risposta alla questione climatica”; nell’opuscolo vaticano infatti si legge anche “se vogliamo davvero combattere su larga scala il cambiamento climatico, il nucleare è una tecnologia irrinunciabile in quanto non contribuisce al rilascio di CO2 e altre sostanze nocive nell’atmosfera. Un’opzione che si rivela vantaggiosa nel rispetto degli impegni assunti con l’adesione al Protocollo di Kyoto”.
“Falso”, replica Agostinelli. “I tempi di costruzione delle centrali superano le scadenze fissati dagli accordi di Kyoto e post-Kyoto. E non dimentichiamo che un impianto atomico deve funzionare almeno 9 anni prima di recuperare l’anidride carbonica prodotta per la sua realizzazione”.

Circa quarant'anni fa, il Vaticano, dando ancora una volta un'opinine non richiesta, definì 'satanisti' i Beatles.
Poche settimane fa, per voce dell'Osservatore Romano, è arrivata finalmente la riabilitazione per il gruppo.
"Chi se ne importa" ha commentato Ringo Starr.

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