lunedì 19 aprile 2010

Continua l'attacco alla Stampa Libera


In maniera viscida e strisciante, continua l'attacco alla libertà di stampa.
L'esecutivo ha licenziato un decreto interministeriale che ha a tutti gli effetti soppresso le tariffe postali agevolate di cui godevano le spedizioni del materia editoriale.
"Le tariffe agevolate (...) continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010", recita l'art.1 del provvedimento. Mentre il secondo articolo prevede: "Con successivo decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui periodi dell'anno 2010...", ma questo solo "in caso di sopravvenuto accertamento di disponibilità".
Da quando le tariffe agevolate erano entrate in vigore, con i decreti ministeriali del 2002 e del 2005, era sempre stata garantita una copertura finanziaria annuale di 200 milioni. Nel 2010 la cifra stanziata è scesa a 50 milioni, ed i soldi stanziati sono già finiti nel mese di marzo. Dal decreto si evince che in ogni caso la proroga delle tariffe agevolate, ben lontana dalle intenzioni del governo, avrebbe validità fino al 31 dicembre del corrente anno. E dopo?
Il mondo della piccola editoria e del 'no profit' è sul piede di guerra.
"Siamo profondamente indignati per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell'editoria libraria" ha affermato Marco Polillo, presidente dell'AIE (Associazione Italiana Editori). Si calcola che l'innalzamento delle tariffe riguarderà circa 8.000 testate giornalistiche e che, dal primo di aprile, spedire le pubblicazioni tramite le Poste costa anche il 500% in più. Tuttava, secondo alcuni editori, l'incremento sarebbe ben più pesante e si aggirerebbe intorno al 700%. Il danno economico totale per le piccole e medie case editrici sarà di oltre 65 milioni di euro nel 2010.
Alcune associazioni hanno già pubblicato la stima di quanto ammonterà l'aumento delle tariffe postali, nel periodo aprile-dicembre 2010: è di quasi 7 milioni per l'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), soldi sottratti alla ricerca; di 788 mila euro per il Cesvi (Cooperazione e sviluppo), di 207 mila per il Banco Alimentare, 113 mila per Emergency.
Da notare a questo proposito l'intervento di Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Pd ed ex ministro, che nel criticare il provvedimento, ne apprezza però la natura privatistica.
"È una cosa folle - denuncia Maurizio Ampollini, direttore del Cesvov (Centro servizi per il volontariato della provincia di Varese) - ora dovremo trovare sistemi diversi per far arrivare alle famiglie il nostro informatore. Ci rivolgeremo a qualche casa di spedizioni. Ci costerà senz'altro più di prima ma non quanto ci chiedono le Poste".
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 afferma che il provvedimento ha "uno spiacevole sapore vendicativo nei confronti di un settore che questo governo non ha mai amato".

Diventa mio sostenitore su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento