Nelle ultime settimane, la scena mediatica è stata occupata in modo invadente dall'ormai celebre villa a Montecarlo; prima di proprietà dell'ex-partito di Fini, ora abitata da Gianfranco Tulliani. Non esisteva un reale problema legale, tutto era riconducibile all'etica ed alla morale della politica, messa in discussione, all'interno del Pdl, proprio dal Presidente della Camera.
Sappiamo com'è andata, si è trattato di un dossier costruito ad arte dai media legati al Premier per screditare il cofondatore del partito, che dissentiva dalla linea politica.
...ma prima di lasciar sgonfiare la vicenda, giacchè parliamo di ville, parliamo della residenza di Arcore del Presidente del Consiglio.
"È stata una doppia rapina. Consumata alle spalle di una ragazzina minorenne, choccata dalla morte del padre, fuggita dall'Italia per sfuggire alla curiosità di giornalisti e paparazzi e raggirata da quel professionista che si chiama Cesare Previti al servizio di Silvio Berlusconi" così la contessa Beatrice Rangoni Machiavelli riassume la vicenda, che aveva al centro la cognata, Annamaria Casati Stampa di Soncino.
La famiglia, i marchesi Casati Stampa di Soncino, sono uno dei più illustri casati milanesi proprietari in Brianza e a Milano di terreni e palazzi.
Il 30 agosto 1970 Annamaria arriva a Fiumicino da un viaggio con alcuni amici. Chiama il padre, il marchese Camillo che la rassicura ma le dice restare ancora qualche giorno con gli amici. Il marchese in realtà, depresso e in pessimi rapporti con la nuova moglie (Anna Fallarino, la madre di Annamaria era venuta a mancare), aveva già pianificato di suicidarsi. Ma in casa arrivano la moglie e il suo amante, che lo ricattano, e gli chiedono un miliardo di lire per ritirare alcune foto compromettenti. Lui perde la testa, li ammazza e si suicida.
E qui entra in scena Previti. Il padre Umberto è un fiscalista che nei primi anni settanta sta progettando la complessa struttura societaria della Fininvest, e Cesare è un giovane avvocato che ha una relazione con la sorella di Anna Fallarino. Cerca di dimostrare che la famiglia Fallarino è l’unica erede del patrimonio Casati Stampa perchè la donna è morta dopo il marito, ma l’autopsia gli dà torto: la giovane e minorenne Annamaria è l’unica erede.
Scatta allora il piano B: Annamaria, minorenne, è affidata a un avvocato amico di famiglia, Giorgio Bergamasco, che però diventa senatore e poi ministro in uno dei governi Andreotti.
Rispunta fuori Previti che diventa l’unico responsabile del patrimonio di Annamaria, titolare di beni mobili e immobili per circa tre miliardi di lire ma anche un sacco di debiti per via della tasse di successione.
Siamo nel 1973, quando un giorno Previti dice ad Annamaria: “Ma come sei fortunata, c’è un certo Berlusconi che vuole comprare, 500 milioni...”. Annamaria replica che è un po’ poco, e Previti la rassicura: “Mavalà, in fondo gli diamo solo la villa nuda, la cappella e un po’ di giardino intorno...”. Previti lascia intendere che arredi, pinacoteche, biblioteche, il parco, tutto sarebbe rimasto a lei mentre invece stava vendendo tutto.
Annamaria, esausta ed appena maggiorenne, si sposa e va a vivere in una fazenda in Brasile, con la sua famiglia, felice e lontana dalla sua prima vita. Il curatore ha campo libero.
La Contessa Rangoni Macchiavelli racconta di essere riuscita ad avvisare la cognata di quanto successo, e, in possesso di deleghe e procure, comincia la sua battaglia. "Abbiamo provato negli anni a riprendere almeno qualche quadro, un Annigoni, ad esempio. Mio fratello andò di persona ad Arcore, fu la volta che si trovò davanti Mangano con tanto di fucile. Berlusconi ci chiese quanto volevamo per venderlo a lui. Ma noi non volevamo venderlo. Non ce l’ha mai reso. Così come le 14 stazioni della via Crucis di Bernardino Luini, nella cappella di famiglia".
E non è tutto "Così come si sono presi il parco e la villa, si sono presi anche tutti i terreni dove poi è sorta Milano 2, terreni agricoli della famiglia Casati Stampa".
"Avevano frazionato i terreni in tante srl e poi li hanno resi edificabili. Quando ce ne siamo accorti, abbiamo scoperto che ogni srl era intestata a vecchini con l’Alzheimer pensionati all’ospizio della Baggina."
“Lei non mi può denunciare, io conosco tutti" le disse Berlusconi “E poi domani scioglierò tutte le srl". Ci riuscì.
"Io però continuo da allora la mia battaglia a tutti i livelli perchè credo sia giusto che si conosca la qualità delle persone che ci governano" conclude Beatrice.
Qui l'intervista originale.
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