Nella capitale britannica, tutte le religioni unite. Una scena stupenda, per un credente, un QUALSIASI credente, ma anche per un laico, come me (che ricordo non è sinonimo di non-credente o ateo, ma di rispetto per le differenze).
A scatenare l'insolita (almeno per noi italiani, che sulle divisioni abbiamo forgiato la nostra storia) convergenza, il quartiere di Tower Hamlets, dove sono comparsi diversi adesivi anti-gay, in cui si legge di una fantomatica “gay free zone”, con riferimenti ad Allah. Dal Consiglio di zona e dalle autorità religiose, comprese quelle musulmane, arriva una condanna netta dell’omofobia e parole molto chiare per il rispetto di tutti e la condanna di ogni discriminazione.
Lutfur Rahman, rappresentante del quartiere, parla di lotta al pregiudizio, promozione dell’uguaglianza e “tolleranza zero” per l’omofobia; con lui, il reverendo Alan Green, capo del Forum Interconfessionale di Tower Hamlets:
"Le persone di fede a Tower Hamlets sono fiere di far parte di questo quartiere diverso e vibrante. Noi ci opponiamo a tutti quelli che cercano di sminuire questi valori: l’omofobia non ha posto. Qualunque sia il loro retroterra, queste persone non parlano in nome dell’Islam, del Cristianesimo o delle altre religioni rappresentate qui."
"Noi stiamo al fianco dei nostri concittadini contro ogni forma di odio, compresa l’omofobia" parole di Dilwar Khan, direttore del Centro musulmano di Londra.
Gli adesivi intanto sono stati rimossi, ma è bello vedere tante confessioni stringersi in questo abbraccio di solidarietà e condanna verso la discriminazione.
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