lunedì 6 settembre 2010

Nella Politica ricompare la Politica


Chi si aspettava un terremoto politico dal discorso di Fini alla festa di Mirabello è stato accontentato. Un discorso dotato di grande spessore politico, in cui il Presidente della Camera ha smontato pezzo per pezzo Berlusconi ed il berlusconismo: contro la Gelmini per la riforma scolastica, contro Bondi per i tagli alla cultura, contro Frattini per l’accoglienza a Gheddafi, contro la Lega perché il suo federalismo non è solidale e la Padania non esiste. Ma è anche un attacco all'infamia del terrorismo mediatico del "Metodo Boffo" (ne parlo qui), di cui negli ultimi mesi anche lui è stato bersaglio, ed una critica alla visione personalistica, autoritaria e padronale del partito e della politica. Quei "Tg ridotti a fotocopie dei fogli d'ordine del Pdl", quelle "campagne paranoiche e patetiche", quegli "atti di lapidazione islamica" e quegli "atteggiamenti infami rivolti non a me, ma alla mia famiglia" hanno fatto esplodere la rabbia finiana giustamente covata, un'inesorabile denuncia dell'aggressione subita.

Ma non parliamo di beatificazione, avevo già espresso i miei dubbi in proposito. (qui)
Nel suo intervento, Fini ha tracciato e riscoperto i contorni di una destra vera, repubblicana e sociale, fatta di ordine e rispetto (ne parlo anche qui). Parole forse anche un po' banalotte (almeno per chi sono anni che denuncia il marcio modus operandi del Cavaliere), ma che suonano come un potente stop alle politiche improvvisate e maldestre di questo Governo.
Non è, come denuncia qualcuno, la fine del centrodestra, anzi, è la rinascita di quel concetto di destra europea che in Italia è da anni falsato dall'anomalia berlusconiana.

Astutamente, come faceva notare Marco Travaglio a SkyTG24, Fini non stacca la spina, non rientra nel PdL ("non si può rientrare in qualcosa che non c'è più"), e sembra sfidare Berlusconi: 'Noi non ce ne andiamo, se vuoi ci devi cacciare tu'.

Le reazioni?
Casini gongola ritrovando nel vecchio amico un futuro alleato sulle sue stesse identiche posizioni, e Di Pietro invece lo attacca frontalmente: "Fini non puo’ giocare a fare il furbo con gli italiani, né può pensare di essere uno e bino. Deve fare una scelta: o sta all’opposizione o sta al governo. Fini, invece, dopo aver denunciato il conflitto d’interessi e il menefreghismo di Berlusconi, il ricatto e il tentativo di comprare i parlamentari, il disastro economico e sociale procurato al Paese, comunica agli italiani che sosterrà il governo, appoggiando i cinque punti che Berlusconi vuole portare all’ordine del giorno. Faccia una scelta: o manda a casa quello che egli stesso ha definito un despota oppure, se rimane al governo, e’ complice anche lui. E’ proprio il caso di dire: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca". Incontrastabile.
"Destra spaccata, Pd può batterli" è Franceschini a commentare aridamente il nuovo scenario.
Rispondo io all'ex-leader: "Non credo potrebbe, e comunque la vittoria non deve basarsi sulle divisioni degli avversari, ma sulla validità di una proposta politica che il pd ancora non ha." (parlo anche qui delle mie scarse simpatie per il Partito Democratico)

1 commento:

  1. Concordo in tutto tranne che sul PD, o meglio, concordo pure sul tuo giudizio sul PD e proprio per questo penso che dovremmo cercare di fare di uttto per cambiare questo PD per averne un altro. Come cambiarlo se non da dentro?

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