venerdì 26 marzo 2010

L'Individuo al centro della Scuola


La Scuola dovrebbe essere il luogo deputato alla formazione ed alla crescita per eccellenza, dovrebbe essere l'ambiente in cui gli individui acquisiscono maturità, consapevolezza e responsabilità per il loro futuro. Oltre ad un discreto bagaglio culturale, ovvio.
L'obiettivo del percorso scolastico, però, è mutato negli anni; non mi riferisco, non solo almeno, all'ultima orrenda riforma targata Gelmini, sono anni che l'offerta culturale viene impoverita, scarnificata e messa sempre più al servizio di capitale e imprese.
La Scuola deve formare dei Cittadini, degli individui dotati di intelletto e spirito critico, capaci di ragionare, prendere decisioni ed iniziative; il messaggio che invece sta passando da diverso tempo a questa parte, è che la Scuola debba formare dei Lavoratori.
E cosa sono, ormai, i lavoratori, nell'ottica profittivistica e iperliberista che permea l'azione politica italiana? Merce.
Semplice merce asservita e schiacciata agli interessi del capitale e del profitto. L'ideale del lavoro nobile, come forza motrice del progresso e fondamento della nostra democrazia, è ormai scemato, calpestato dal precariato e dalla 'flessibilità', imposti ai giovani come condizioni imprescindibili per accedere al futuro.
Credo serva, nel lavoro, ma anche e soprattutto nella scuola, rimettere al centro la persona, assecondando la sua formazione e la sua crescita, foraggiandone ideali, fantasie ed ambizioni; una Scuola Libertaria, detta in politichese.
Sentimenti come l'intolleranza, il razzismo o l'omofobia trovano terreno fertile in una società che funziona come una catena di montaggio, in cui tutti sono l'uguale copia di un modello utopico e funzionale, in cui le differenze non sono viste come un'occasione di arricchimento reciproco, ma come qualcosa da appianare e cancellare.
E' più facile pensare di azzerare le cose che distinguono ogni persona, piuttosto che fermarsi, comprenderle, comprenderne le ragioni, ed accettarle.

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