La delibera della regione Emilia Romagna deve ancora diventare norma, ma le associazioni animaliste plaudono alla decisione di vietare gli animali esotici nei Circhi.
“È una grande vittoria” esulta Andrea Defranceschi, capogruppo del Movimento 5 stelle, da cui è partita la proposta. Il testo impegna la giunta ad attivarsi “affinché i comuni adottino appositi regolamenti e vietino la sosta” ai circhi che sfruttano e fanno esibire questi animali.
Motivo delle proteste, partite, tra gli altri, dalla Lega antivivisezione, da Animalisti italiani e dell’associazione Salviamo gli orsi dalla Luna, il trattamento riservato loro dietro il palco, costretti a subire addestramenti con scariche elettriche, a trascorrere gran parte del tempo al freddo, in gabbia o in catene. Già a gennaio questi gruppi avevano contestato i vari tendoni in giro per la Regione, compreso quello della rinomata famiglia Orfei.
“È il momento di considerare che un orso che sfreccia su una bicicletta o un elefante che con enorme sofferenza concentra tutto il suo peso di pachiderma su una sola zampa, sono numeri che si possono trovare senza fatica sotto un qualunque tendone da circo e che sottopongono gli animali a stress psicofisici dannosi” il loro appello.
L’Assemblea regionale si dichiara “in totale disaccordo con l’attendamento nel territorio regionale di circhi e mostre viaggianti che usano alcuni esemplari di animali”.
Soddisfazione anche da Annalisa Amadori di Lav Emilia Romagna “la regione ha recepito la nostra richiesta quasi interamente. E’ il coronamento di una lunga serie di battaglie e di tutti gli sforzi fatti. Ora però la giunta del presidente Errani dovrà trasformare la risoluzione del consiglio regionale in norma perché se rimane così non ha ancora valore concreto”.
“Già sei comuni (Bologna, San Lazzaro, Medicina, San Giovanni in Persiceto, Castello di Serravalle e Monteveglio) avevano scelto autonomamente di imporre questo divieto. D’ora in avanti dovranno farlo tutti, volenti o nolenti, pena l’illegalità”.
Effettuata la modifica alla delibera attuativa tutti i comuni saranno obbligati a far rispettare questo divieto a tutti quei circhi che vorranno fermarsi.
Da animalista, sono lieto che la mia sia la prima regione ad adottare un provvedimento del genere, che è già realtà in altri paesi europei (come dicevo qui) e combatte chi sfrutta gli animali, snaturandone vita e dignità.
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venerdì 30 marzo 2012
giovedì 29 marzo 2012
La Tattica Giusta
Anche Emilio Fede ha imparato per bene la lezione.
A proposito del versamento respintogli da una banca svizzera, lui nega tutto, e rilancia "è un complotto interno!". La tecnica del complottismo vince sempre, perchè non si accusa direttamente nessuno, si fantastica su una fumosa cerchia di congiuranti che sarebbe lì a macchinare chissà cosa, si fa la parte della vittima (un po' di psicologia per conquistare la solidarietà) e di quello che, nonostante i 'piani n atto contro di lui', lotta e si ribella. Dei Rivoluzionari contro il Sistema, quindi.
Dico che ha imparato bene, perchè il vero maestro di quest'arte è il suo (ormai ex)principale, l'exPresidente del Consiglio (io non dico Premier, perchè in Italia non esiste il premierato, ndr) Berlusconi, che ad ogni accusa rispondeva con i soliti refrain "toghe rosse", "magistratura politicizzata" o altre amenità del genere.
Per complettezza cito anche un passaggio che ho letto su 'Il Bolscevico', organo del PMLI (Partito Marxista Leninista Italiano); anche loro cadono facilmente nella spirale del complottismo, e lamentano di essere vittime di boicottaggi da parte di Poste, Giornali, Televisioni, Radio e - perchè no? - anche Gnomi da Giardino.
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A proposito del versamento respintogli da una banca svizzera, lui nega tutto, e rilancia "è un complotto interno!". La tecnica del complottismo vince sempre, perchè non si accusa direttamente nessuno, si fantastica su una fumosa cerchia di congiuranti che sarebbe lì a macchinare chissà cosa, si fa la parte della vittima (un po' di psicologia per conquistare la solidarietà) e di quello che, nonostante i 'piani n atto contro di lui', lotta e si ribella. Dei Rivoluzionari contro il Sistema, quindi.
Dico che ha imparato bene, perchè il vero maestro di quest'arte è il suo (ormai ex)principale, l'exPresidente del Consiglio (io non dico Premier, perchè in Italia non esiste il premierato, ndr) Berlusconi, che ad ogni accusa rispondeva con i soliti refrain "toghe rosse", "magistratura politicizzata" o altre amenità del genere.
Per complettezza cito anche un passaggio che ho letto su 'Il Bolscevico', organo del PMLI (Partito Marxista Leninista Italiano); anche loro cadono facilmente nella spirale del complottismo, e lamentano di essere vittime di boicottaggi da parte di Poste, Giornali, Televisioni, Radio e - perchè no? - anche Gnomi da Giardino.
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mercoledì 28 marzo 2012
Non è Superarlo, così, ma Asfaltarlo
Tra le 'Grandi Riforme dell'Architettura Istituzionale dello Stato' che stanno studiando (sarebbe meglio dire 'ordendo', ndr) i leader che compongono la maggiornza (la trimurti ABC, Alfano, Bersani e Casini), c'è anche il "superamento del bicameralismo perfetto".
Quello che vorrebbero fare, però, cioè dividere le funzioni di Camera e Senato, più che superarlo, sembra un passargli sopra con un trattore a cingoli. Dividere le competenze delle due aule, rappresenta secondo me una resa, e corrisponde bene o male a quanto fatto istituendo regioni, province e comuni.
Superare il bicameralismo perfetto, per me, non dovrebbe porsi l'obiettivo di velocizzare gli iter legislativi, se no tanto vale ridurre il Parlamento a 2 consigli di 10 persone che facciamo ancora prima (più o meno la stessa critica che facevo sulla riduzione dei Parlamentari, qui), ma dovrebbe servire a certificare il buon senso di una legge senza pompose lungaggini istituzionali.
Mi spiego, se la Camera approva un testo, con almeno l'80% dei voti favorevoli (ed almeno l'80% dei Deputati presenti, perchè se si presentano solo quelli a favore siamo da capo - e intano tentiamo di risolvere anche la questione dell'assenteismo, ndr), allora è inutile il passaggio al Senato.
Oppure, se almeno due Commissioni licenziano un documento all'unanimità, è dato per approvato dall'aula di riferimento.
Oppure ancora, se la Capigruppo (e qui c'è la variabile del gruppo misto, che riunisce gente dalle più varie estrazioni, ndr), danno un unanime parere favorevole, il provvedimento è approvato.
Non serve sacrificare la democrazia parlamentare per superare il bicameralismo perfetto.
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Quello che vorrebbero fare, però, cioè dividere le funzioni di Camera e Senato, più che superarlo, sembra un passargli sopra con un trattore a cingoli. Dividere le competenze delle due aule, rappresenta secondo me una resa, e corrisponde bene o male a quanto fatto istituendo regioni, province e comuni.
Superare il bicameralismo perfetto, per me, non dovrebbe porsi l'obiettivo di velocizzare gli iter legislativi, se no tanto vale ridurre il Parlamento a 2 consigli di 10 persone che facciamo ancora prima (più o meno la stessa critica che facevo sulla riduzione dei Parlamentari, qui), ma dovrebbe servire a certificare il buon senso di una legge senza pompose lungaggini istituzionali.
Mi spiego, se la Camera approva un testo, con almeno l'80% dei voti favorevoli (ed almeno l'80% dei Deputati presenti, perchè se si presentano solo quelli a favore siamo da capo - e intano tentiamo di risolvere anche la questione dell'assenteismo, ndr), allora è inutile il passaggio al Senato.
Oppure, se almeno due Commissioni licenziano un documento all'unanimità, è dato per approvato dall'aula di riferimento.
Oppure ancora, se la Capigruppo (e qui c'è la variabile del gruppo misto, che riunisce gente dalle più varie estrazioni, ndr), danno un unanime parere favorevole, il provvedimento è approvato.
Non serve sacrificare la democrazia parlamentare per superare il bicameralismo perfetto.
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Lezioni di Vita
Arrogante ed anche strafottente, Renato Pagliaro, davanti alla platea dei quasi trecento ragazzi del Liceo Carducci di Milano, "Dimenticatevi il posto fisso".
Se il Presidente Monti aveva provato ad usare un tocco d'ironia in un intervento simile - "che noia il posta fisso" - quella del Presidente di Mediobanca appare come una dura ramanzina verso chi pretende qualcosa di troppo e fuori dal tempo.
"Non esiste un dovere delle aziende ad assumere" e questo non l'ha mai detto nessuno, ma esiste il dovere di trattare umanamente e di riconoscere i diritti dei lavoratori; "non snobbate i lavori manuali perché è meglio un buon barista di un avvocato svogliato" e questo apre una porta su un altro problema, che è quello dei lavori che gli italiani non vogliono più fare (o meglio, dei salari che non vogliono più percepire, ndr) e dell'occupazione degli immigrati. Ma questo è un altro argomento.
"Se pensate di lavorare per godervi lo stipendio nel tempo libero cascate malissimo" quindi che ci deve fare uno con lo stipendio? Sopravvivere e consumare quel tanto che basta per poter lavorare e produrre di nuovo? "..perché uno deve andare al lavoro volentieri, dare il meglio di sé divertendosi" se però uno studia da avvocato e si ritrova a fare il manovale di un muratore, permetti che non si soddisfatto?
Ha invitato poi "tutti i ragazzi sopra i 14 anni a trovare lavori estivi, a fare esperienza all'estero e avere anche il coraggio di imboccare strade alternative al comodo e lungo percorso liceo-università, dove magari si resta parcheggiati per anni". Capito quindi? Non studiate, perchè tanto non arriverete mai da nessuna parte. Lavora, Produci, Consuma, e basta.
Ecco arrivare puntuale la stilettata sul credito, quando gli si fa notare però come le banche difficilmente concedano prestiti a chi non ha un posto fisso: "non esiste un dovere delle banche a prestare denaro perché i soldi erogati sono dei conti correnti della clientela", poveri correntisti depredati da questi cioccolatai furbastri che studiano da architetti e non vogliono andare ad aprire gli ombrelloni in spiaggia la domenica mattina!
Se non esiste il dovere delle banche di prestare denaro, giustamente, non deve neanche esistere quello per lo Stato di salvare gli istituti in difficoltà. Io, da persona bollata come 'Comunista' ad ogni buona occasione, sono il primo a dire che le banche sono enti privati a tutti gli effetti, e se lavoravano male, che FALLISCANO e TUTTI A CASA! Poi posso trovare giusto che lo Stato intervenga per aiutare gli exclienti che hanno l'unica colpa di aver affidato i loro risparmi a gente incapace, ma questo esula dall'argomento meramente finanziario
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Se il Presidente Monti aveva provato ad usare un tocco d'ironia in un intervento simile - "che noia il posta fisso" - quella del Presidente di Mediobanca appare come una dura ramanzina verso chi pretende qualcosa di troppo e fuori dal tempo.
"Non esiste un dovere delle aziende ad assumere" e questo non l'ha mai detto nessuno, ma esiste il dovere di trattare umanamente e di riconoscere i diritti dei lavoratori; "non snobbate i lavori manuali perché è meglio un buon barista di un avvocato svogliato" e questo apre una porta su un altro problema, che è quello dei lavori che gli italiani non vogliono più fare (o meglio, dei salari che non vogliono più percepire, ndr) e dell'occupazione degli immigrati. Ma questo è un altro argomento.
"Se pensate di lavorare per godervi lo stipendio nel tempo libero cascate malissimo" quindi che ci deve fare uno con lo stipendio? Sopravvivere e consumare quel tanto che basta per poter lavorare e produrre di nuovo? "..perché uno deve andare al lavoro volentieri, dare il meglio di sé divertendosi" se però uno studia da avvocato e si ritrova a fare il manovale di un muratore, permetti che non si soddisfatto?
Ha invitato poi "tutti i ragazzi sopra i 14 anni a trovare lavori estivi, a fare esperienza all'estero e avere anche il coraggio di imboccare strade alternative al comodo e lungo percorso liceo-università, dove magari si resta parcheggiati per anni". Capito quindi? Non studiate, perchè tanto non arriverete mai da nessuna parte. Lavora, Produci, Consuma, e basta.
Ecco arrivare puntuale la stilettata sul credito, quando gli si fa notare però come le banche difficilmente concedano prestiti a chi non ha un posto fisso: "non esiste un dovere delle banche a prestare denaro perché i soldi erogati sono dei conti correnti della clientela", poveri correntisti depredati da questi cioccolatai furbastri che studiano da architetti e non vogliono andare ad aprire gli ombrelloni in spiaggia la domenica mattina!
Se non esiste il dovere delle banche di prestare denaro, giustamente, non deve neanche esistere quello per lo Stato di salvare gli istituti in difficoltà. Io, da persona bollata come 'Comunista' ad ogni buona occasione, sono il primo a dire che le banche sono enti privati a tutti gli effetti, e se lavoravano male, che FALLISCANO e TUTTI A CASA! Poi posso trovare giusto che lo Stato intervenga per aiutare gli exclienti che hanno l'unica colpa di aver affidato i loro risparmi a gente incapace, ma questo esula dall'argomento meramente finanziario
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martedì 27 marzo 2012
Così vi Arrendete
Quello della Rai, il servizio televisivo pubblico, è un problema che affonda le radici nella notte dei tempi. Il problema, manco a dirlo, è proprio la politica, che con i suoi tentatocoli, il clientelismo ed il poltronismo cronici, ne condiziona l'azione ed il ruolo.
Si è tenuto oggi unconvegno sul tema dell'Italia dei Valori, che per bocca del suo leader, Antonio di Pietro, ha espresso la sua proposta ''Il nostro obiettivo è togliere la Rai dalle mani dei partiti e affidarla a una fondazione composta da esponenti della società civile e dagli stessi dipendenti dell'azienda pubblica''.
Trasformare la tv pubblica in una sorta di cooperativa, dove chi vi lavora partecipa alla selezione della dirigenza, non mi sembra un'idea così campata in aria (e sicuramente chi si occupa d'informazione sa meglio dei politici come fare il mestiere), ma la leva populista della 'fondazione di esponenti della società civile' mi pare un po' troppo vaga e fumosa.
Per l'occasione è intervenuto anche Santoro, che si è proposto per l'amministrazione del servizio pubblico: "Io mi candido: voglio fare un ticket con Carlo Freccero, lui come presidente e io come direttore generale della Rai, e sfideremo la commissione parlamentare di vigilanza presentando i nostri curricula". Altro nodo spinoso, infatti, è quello delle scelte operate sul merito.
Di proposte per 'indipendentizzare' la Rai, se ne sono fatte decine, la più gettonata (perchè più facile) è quella di privatizzarla. Io non sono d'accordo, perchè questo rappresenterebbe la resa della politica di fronte ad un problema da lei stessa causato e da lei impossibile da risolvere.
Sarebbe bene che la Rai, la cui missione dev'essere quella di informare e diffondere cultura, fosse amministrata da chi questa missione già l'ha nel suo dna, e qui rilancio la partecipazione all'elezione del cda da parte del personale (escludendo quei giornalisti che si sono macchiati di colpe 'professionali', per cui alla larga minzolianiani vari, ndr);
anche l'Ordine dei Giornalisti potrebbe dire la sua (che poi sarebbe da abolire, inteso com'è ora, come dicevo qui; però degradato ad un ruolo di mero controllo deontologico ritroverebbe una sua funzione, ndr);
le forze parlamentari, che lo si voglia ammettere o no, rappresentano i cittadini, ed una funzione di garanzia equipotente tra maggioranza ed opposizione devono poterla svolgere;
ad aggiungersi a quest'ammucchiata, un magistrato, col ruolo di arbitro e supervisore.
Il tutto nella più completa trasparenza, e qui l'annotazione di Santoro sui curricula ci sta a pennello.
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Si è tenuto oggi unconvegno sul tema dell'Italia dei Valori, che per bocca del suo leader, Antonio di Pietro, ha espresso la sua proposta ''Il nostro obiettivo è togliere la Rai dalle mani dei partiti e affidarla a una fondazione composta da esponenti della società civile e dagli stessi dipendenti dell'azienda pubblica''.
Trasformare la tv pubblica in una sorta di cooperativa, dove chi vi lavora partecipa alla selezione della dirigenza, non mi sembra un'idea così campata in aria (e sicuramente chi si occupa d'informazione sa meglio dei politici come fare il mestiere), ma la leva populista della 'fondazione di esponenti della società civile' mi pare un po' troppo vaga e fumosa.
Per l'occasione è intervenuto anche Santoro, che si è proposto per l'amministrazione del servizio pubblico: "Io mi candido: voglio fare un ticket con Carlo Freccero, lui come presidente e io come direttore generale della Rai, e sfideremo la commissione parlamentare di vigilanza presentando i nostri curricula". Altro nodo spinoso, infatti, è quello delle scelte operate sul merito.
Di proposte per 'indipendentizzare' la Rai, se ne sono fatte decine, la più gettonata (perchè più facile) è quella di privatizzarla. Io non sono d'accordo, perchè questo rappresenterebbe la resa della politica di fronte ad un problema da lei stessa causato e da lei impossibile da risolvere.
Sarebbe bene che la Rai, la cui missione dev'essere quella di informare e diffondere cultura, fosse amministrata da chi questa missione già l'ha nel suo dna, e qui rilancio la partecipazione all'elezione del cda da parte del personale (escludendo quei giornalisti che si sono macchiati di colpe 'professionali', per cui alla larga minzolianiani vari, ndr);
anche l'Ordine dei Giornalisti potrebbe dire la sua (che poi sarebbe da abolire, inteso com'è ora, come dicevo qui; però degradato ad un ruolo di mero controllo deontologico ritroverebbe una sua funzione, ndr);
le forze parlamentari, che lo si voglia ammettere o no, rappresentano i cittadini, ed una funzione di garanzia equipotente tra maggioranza ed opposizione devono poterla svolgere;
ad aggiungersi a quest'ammucchiata, un magistrato, col ruolo di arbitro e supervisore.
Il tutto nella più completa trasparenza, e qui l'annotazione di Santoro sui curricula ci sta a pennello.
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lunedì 26 marzo 2012
Ora Tocca anche a Voi
E' la parte più rabbiosa, vendicativa e cinica dei giovani quella che sta tirando fuori la riforma del welfare del Ministro Fornero. Sono quei lavoratori cresciuti a contratti interinali, precari, instabili, spogliati di ogni diritto ed ogni tutela, che in molti casi si sono dovuti sobbarcare anche il lavoro dei colleghi più anziani, che da dentro il loro bunker chiamato 'tempo indeterminato' se la ridacchiavano e si permettevano malattie immaginarie, assenze ingiustificate, fancazzismo ed abusi di ogni genere.
Ed ora quei giovani precari, il popolo della rete, digrigna i denti, vedendo finalmente tremare anche quei fossili tronfi immersi nella loro bambagia.
'Divide et Impera' diceva un motto romano, col prosaico significato di regnare dividendo e mettendo in lotta fra loro i tuoi nemici. Ed è la stessa strategia messa in atto, coi suoi tempi e modi, dall'exPresidente Berlusconi, con i vari provvedimenti contro l'immigrazione o le controriforme della scuola Moratti e Gelmini. Ora è la conseguenza della Riforma Fornero.
"Ci si sente arrabbiati e frustrati nel vedere come certe persone si approfittano del proprio status di tutelati, spesso in maniera a dir poco vergognosa" grida una voce rabbiosa da Facebook "Per troppi anni, per decenni, queste persone si sono pagate il mutuo e le vacanze facendo meno del minimo. Alla faccia della meritocrazia. I fannulloni e le persone che campano sulle fatiche altrui, dovrebbero pagarne le conseguenze. Non ci sarà mai nessun riconoscimento del merito fino a che chi non fa nulla vive comunque di rendita". Allude a 'gente che dorme durante i turni di notte', malati immaginari 'allergici al proprio sudore', e conclude "Nel momento in cui tutti ci troveremo a rischiare allo stesso modo, voglio vedere se il lavoro resterà a noi, che siamo sempre stati produttivi e corretti o a questi lavativi e truffatori".
Ed il brutto è che ha ragione, in molti casi.
Ho tentato una mediazione politica "un livellamento verso il basso dei diritti e delle condizioni di lavoro non sono la soluzione. E non sono neanche di quelli che gridano 'tutti a tempo indeterminato' perchè mi rendo conto della diversità e della peculiarità delle esigenze dei datori di lavori. E' il controllo e la volontà che manca; facendo credere che non ci sia modo di controllare o fermare questi soprusi hanno diffuso l'idea che sia giusto e necessario abbassare le tutele".
Un discorso molto 'politichese', che però attacca poco con chi ha vissuto la politica come una tifoseria urlata, fatta di slogan, promesse ed impegni disattesi. Giustamente.
'Controllo' è l'espressione orwelliana che riassume le mie proposte:
1) per le questioni di salute, io sono per una pluralizzazione dei controlli: non solo una certificazione del medico curante, ma per i casi più prolungati e particolari, su richiesta del datore di lavoro, avere anche un parere dell'INPS, o anche delle strutture ospedaliere;
2) penso poi al modo di lavorare delle vigilanze notturne, che hanno una serie di 'tappe' sul percorso da validare, per dimostrare l'avvenuto passaggio. Applicare questo principio può consentire di 'stanare' i furbetti che si celano nel mondo del lavoro.
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Ed ora quei giovani precari, il popolo della rete, digrigna i denti, vedendo finalmente tremare anche quei fossili tronfi immersi nella loro bambagia.
'Divide et Impera' diceva un motto romano, col prosaico significato di regnare dividendo e mettendo in lotta fra loro i tuoi nemici. Ed è la stessa strategia messa in atto, coi suoi tempi e modi, dall'exPresidente Berlusconi, con i vari provvedimenti contro l'immigrazione o le controriforme della scuola Moratti e Gelmini. Ora è la conseguenza della Riforma Fornero.
"Ci si sente arrabbiati e frustrati nel vedere come certe persone si approfittano del proprio status di tutelati, spesso in maniera a dir poco vergognosa" grida una voce rabbiosa da Facebook "Per troppi anni, per decenni, queste persone si sono pagate il mutuo e le vacanze facendo meno del minimo. Alla faccia della meritocrazia. I fannulloni e le persone che campano sulle fatiche altrui, dovrebbero pagarne le conseguenze. Non ci sarà mai nessun riconoscimento del merito fino a che chi non fa nulla vive comunque di rendita". Allude a 'gente che dorme durante i turni di notte', malati immaginari 'allergici al proprio sudore', e conclude "Nel momento in cui tutti ci troveremo a rischiare allo stesso modo, voglio vedere se il lavoro resterà a noi, che siamo sempre stati produttivi e corretti o a questi lavativi e truffatori".
Ed il brutto è che ha ragione, in molti casi.
Ho tentato una mediazione politica "un livellamento verso il basso dei diritti e delle condizioni di lavoro non sono la soluzione. E non sono neanche di quelli che gridano 'tutti a tempo indeterminato' perchè mi rendo conto della diversità e della peculiarità delle esigenze dei datori di lavori. E' il controllo e la volontà che manca; facendo credere che non ci sia modo di controllare o fermare questi soprusi hanno diffuso l'idea che sia giusto e necessario abbassare le tutele".
Un discorso molto 'politichese', che però attacca poco con chi ha vissuto la politica come una tifoseria urlata, fatta di slogan, promesse ed impegni disattesi. Giustamente.
'Controllo' è l'espressione orwelliana che riassume le mie proposte:
1) per le questioni di salute, io sono per una pluralizzazione dei controlli: non solo una certificazione del medico curante, ma per i casi più prolungati e particolari, su richiesta del datore di lavoro, avere anche un parere dell'INPS, o anche delle strutture ospedaliere;
2) penso poi al modo di lavorare delle vigilanze notturne, che hanno una serie di 'tappe' sul percorso da validare, per dimostrare l'avvenuto passaggio. Applicare questo principio può consentire di 'stanare' i furbetti che si celano nel mondo del lavoro.
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domenica 25 marzo 2012
Tanti Auguri!
Il 25 marzo di due anni fa nasceva il primo FareProgresso.
Partito con risultati un po' deludenti, si è in breve tempo saputo rivalere guadagnandosi addirittura una segnalazione su Facebook (dico che se l'è guadagnata perchè comunque mi onora tanta attenzione sul mio blog personale).
Su cosa mi hanno segnalato? Per un post in cui ritenevo sensato un ddl presentato dal Governo Berlusconi in tema di giustizia... capito questi sostenitori del libero pensiero?
Vista l'impossibilità da quel momento di diffondere gli articoli tramite il social network, è nato FareProgressoReloaded, su cui è stata ricaricata l'intera piattaforma del blog originale ed ha continuato da lì il suo lavoro di informare, e, spero, aprire qualche riflessione.
Leggendo i commenti, vi accorgerete che lo spazio di discussione e confronto non è mai mancato. Non volevo una vetrina o un semplice manifesto, cercavo un luogo dove poter mettere in discussione le mie e le altrui idere, magari sollevare qualche dubbio, far riflettere ed informare.
E credo, visti i risultati, di averlo fatto.
Qualche numero, su, se no poi mi accusano di parlare del nulla e di essere poco trasparente (visto il trasloco del blog, avvenuto a metà luglio del 2011, è possibile ci sia qualche errore nei dati, e di questo mi scuso; inoltre faccio notare che per comodità i dati sono raccolti per mese, per cui il primo anno è concluso il 28/2/11 ed il secondo il 29/2/12):
- il blog originale, FareProgresso, nei suoi 493 giorni di attività (è stato comunque aggiornato fino al 31 luglio), ha registrato 23.615 visite (e continuano ad essercene, a causa di link postati su altri siti prima del trasloco o di rimandi non aggiornati negli articoli);
- nel suo primo anno di attività (contando per mesi interi, per cui fino al 1° marzo 2011) ha registrato in tutto 12.473 accessi;
- mediamente, contando le visite ad entrambi i siti, ci sono state quasi 59 visite al giorno (esattamente 58.7, se no poi mi contestano il 'quasi' opinabile);
- nel secondo anno, invece, le visite sono state ben 28.968, con un incremento del 132% rispetto al primo (132.2%); e qui qualcuno potrebbe obiettare che il secondo anno comprende 25 giorni più del primo (25/3/2010 - 28/2/2011 primo anno, 1/3/2011 - 29/2/2012 secondo), ma anche escludendo proporzionalmente quei giorni, che sono il 6,85% del totale, si può calcolare un aumento superiore al 116% rispetto al primo anno (116.3%).
Contando anche i miei accessi, per rileggere o condividere, possiamo anche togliere un migliaio di accessi, ma i risultati rimangono comunque più che lusinghieri.
Grazie a tutti.
Partito con risultati un po' deludenti, si è in breve tempo saputo rivalere guadagnandosi addirittura una segnalazione su Facebook (dico che se l'è guadagnata perchè comunque mi onora tanta attenzione sul mio blog personale).
Su cosa mi hanno segnalato? Per un post in cui ritenevo sensato un ddl presentato dal Governo Berlusconi in tema di giustizia... capito questi sostenitori del libero pensiero?
Vista l'impossibilità da quel momento di diffondere gli articoli tramite il social network, è nato FareProgressoReloaded, su cui è stata ricaricata l'intera piattaforma del blog originale ed ha continuato da lì il suo lavoro di informare, e, spero, aprire qualche riflessione.
Leggendo i commenti, vi accorgerete che lo spazio di discussione e confronto non è mai mancato. Non volevo una vetrina o un semplice manifesto, cercavo un luogo dove poter mettere in discussione le mie e le altrui idere, magari sollevare qualche dubbio, far riflettere ed informare.
E credo, visti i risultati, di averlo fatto.
Qualche numero, su, se no poi mi accusano di parlare del nulla e di essere poco trasparente (visto il trasloco del blog, avvenuto a metà luglio del 2011, è possibile ci sia qualche errore nei dati, e di questo mi scuso; inoltre faccio notare che per comodità i dati sono raccolti per mese, per cui il primo anno è concluso il 28/2/11 ed il secondo il 29/2/12):
- il blog originale, FareProgresso, nei suoi 493 giorni di attività (è stato comunque aggiornato fino al 31 luglio), ha registrato 23.615 visite (e continuano ad essercene, a causa di link postati su altri siti prima del trasloco o di rimandi non aggiornati negli articoli);
- nel suo primo anno di attività (contando per mesi interi, per cui fino al 1° marzo 2011) ha registrato in tutto 12.473 accessi;
- mediamente, contando le visite ad entrambi i siti, ci sono state quasi 59 visite al giorno (esattamente 58.7, se no poi mi contestano il 'quasi' opinabile);
- nel secondo anno, invece, le visite sono state ben 28.968, con un incremento del 132% rispetto al primo (132.2%); e qui qualcuno potrebbe obiettare che il secondo anno comprende 25 giorni più del primo (25/3/2010 - 28/2/2011 primo anno, 1/3/2011 - 29/2/2012 secondo), ma anche escludendo proporzionalmente quei giorni, che sono il 6,85% del totale, si può calcolare un aumento superiore al 116% rispetto al primo anno (116.3%).
Contando anche i miei accessi, per rileggere o condividere, possiamo anche togliere un migliaio di accessi, ma i risultati rimangono comunque più che lusinghieri.
Grazie a tutti.
Credete sia Tutto lì?
Con l'imminente approvazione del Fiscal Compact verrà introdotto il principio del Pareggio di Bilancio in Costituzione. E molti la sanno solo fino qui.
La vera minaccia nascosta nel provvedimento, che non si limita ad aggiungere una regolina nella Carta, sono i limiti imposti al debito pubblico ed i meccanismi di rientro dello stesso.
È previsto che il rapporto debito/pil non superi il 60% (attualmente da noi è circa il 120%); ci daranno 20 anni per raggiungere questa percentuale, e questo obbligherà l'Italia a raccogliere circa 45 miliardi di euro ogni anno. Praticamente una manovra fiscale aggiuntiva ogni 12 mesi, una finanziaria per recuperare quella cifra (con tagli, tasse e balzelli assortiti) da dedicare esclusivamente a coprire la voragine dell'eccesso di debito. Oltre a quelle normali per il mantenimento dello Stato.
Abbattere il debito pubblico è certamente una priorità, al quale bisogna far fronte in qualche modo, ma imporci (o farci imporre, ndr) un prelievo obbligatorio di 45 miliardi all'anno è un massacro. Le conseguenze saranno uno Stato Sociale, quello che tutela i deboli e gli emarginati, più scarno e meno efficiente, ed una politica nazionale non responsabile sul piano economico (me lo vedo già il Presidente del Consiglio di turno che alza le mani per giustificarsi: "Ce lo impone l'Europa", ndr) quando verranno depredate risorse dalla sanità, dall'istruzione e/o dalla previdenza.
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La vera minaccia nascosta nel provvedimento, che non si limita ad aggiungere una regolina nella Carta, sono i limiti imposti al debito pubblico ed i meccanismi di rientro dello stesso.
È previsto che il rapporto debito/pil non superi il 60% (attualmente da noi è circa il 120%); ci daranno 20 anni per raggiungere questa percentuale, e questo obbligherà l'Italia a raccogliere circa 45 miliardi di euro ogni anno. Praticamente una manovra fiscale aggiuntiva ogni 12 mesi, una finanziaria per recuperare quella cifra (con tagli, tasse e balzelli assortiti) da dedicare esclusivamente a coprire la voragine dell'eccesso di debito. Oltre a quelle normali per il mantenimento dello Stato.
Abbattere il debito pubblico è certamente una priorità, al quale bisogna far fronte in qualche modo, ma imporci (o farci imporre, ndr) un prelievo obbligatorio di 45 miliardi all'anno è un massacro. Le conseguenze saranno uno Stato Sociale, quello che tutela i deboli e gli emarginati, più scarno e meno efficiente, ed una politica nazionale non responsabile sul piano economico (me lo vedo già il Presidente del Consiglio di turno che alza le mani per giustificarsi: "Ce lo impone l'Europa", ndr) quando verranno depredate risorse dalla sanità, dall'istruzione e/o dalla previdenza.
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venerdì 23 marzo 2012
"Muori Bastarda"? Spero di No
Oh mamma, quanto basta poco a far scoppiare la bomba. Mi sa che prendete le cose un po' troppo sul serio. Parlo della strafamosa ormai maglietta che ha avuto l'ex-Onorevole (ma comunque spesso onorevole comunque, ndr) Diliberto come (forse) inconsapevole testimonial: 'La Fornero al Cimitero'.
Prima di tutto, vediamo di contestualizzare: una manifestazione contro la riforma del welfare proposta dal Ministro in questione. Non mi aspetto certo frasi come 'Sarai il nostro unico Dio' o 'Evviva la Riforma, Fornero santa subito'.
Poi, mettiamo la situazione paradossale che ci sia la Fornero aggrappata ad una roccia sul ciglio di un crepaccio; immaginatela ansimante, col viso rigato di sudore, gli occhi fuori dalle orbite che gridano pietà, la mano adunca che stringe radici e zolle, tremante, allo stremo della fatica. Sulla roccia però c'è qualcuno che potrebbe aiutarla, è quella stessa ragazza, magari con quella stessa maglietta.
Ecco, credete che non l'aiuterebbe a risollevarsi? Credete che, nonostante il risentimento verso il suo operato come politico, non avrebbe l'umana compassione di porgere la mano a quella donna, fragile e spaventata, in difficoltà? O le pesterebbe forse la mano ghignando "muori, bastarda!"?
Io, al suo posto, la tirerei su, magari sussurrandoglielo, "dovrei lasciarti morire, bastarda", in un misto di ironia e disprezzo.
In questi anni la Lega ci ha abituato a magliette ben peggiori, e credendoci, per di più.
Sicuramente è esagerata e di cattivo gusto una t-shirt così, ma qui è montato un tam-tam tanto inutile quanto strumentale, per parlare della maglietta e non della riforma. Poi, un discorso meramente stilistico e creativo, cosa ci mettevi per far rima con 'Fornero'?
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Prima di tutto, vediamo di contestualizzare: una manifestazione contro la riforma del welfare proposta dal Ministro in questione. Non mi aspetto certo frasi come 'Sarai il nostro unico Dio' o 'Evviva la Riforma, Fornero santa subito'.
Poi, mettiamo la situazione paradossale che ci sia la Fornero aggrappata ad una roccia sul ciglio di un crepaccio; immaginatela ansimante, col viso rigato di sudore, gli occhi fuori dalle orbite che gridano pietà, la mano adunca che stringe radici e zolle, tremante, allo stremo della fatica. Sulla roccia però c'è qualcuno che potrebbe aiutarla, è quella stessa ragazza, magari con quella stessa maglietta.
Ecco, credete che non l'aiuterebbe a risollevarsi? Credete che, nonostante il risentimento verso il suo operato come politico, non avrebbe l'umana compassione di porgere la mano a quella donna, fragile e spaventata, in difficoltà? O le pesterebbe forse la mano ghignando "muori, bastarda!"?
Io, al suo posto, la tirerei su, magari sussurrandoglielo, "dovrei lasciarti morire, bastarda", in un misto di ironia e disprezzo.
In questi anni la Lega ci ha abituato a magliette ben peggiori, e credendoci, per di più.
Sicuramente è esagerata e di cattivo gusto una t-shirt così, ma qui è montato un tam-tam tanto inutile quanto strumentale, per parlare della maglietta e non della riforma. Poi, un discorso meramente stilistico e creativo, cosa ci mettevi per far rima con 'Fornero'?
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La Rimpiango
Cosa manca oggi alla Politica? Paradossalmente, manca proprio lei, la Politica, fatta di ideali, valori, di coerenza, confronto e lotte comuni. Per questo quando sento sventolare lo spauracchio della Prima Repubblica, quasi fosse il peggiore dei mali possibili, mi viene un profondo senso di tristezza.
Qualcuno dice che la Seconda non c'è mai stata, che è solo la continuazione della Prima, che si è irrancidita e strascinata fino ad oggi. Una visione condivisibile, per molti versi.
Ma c'è qualcosa che è cambiato dalla Prima Repubblica alla Seconda (o Prima.1): sono spariti i sentimenti politici, le battaglie ideali e morali. Basta guardare i programmi dei partiti, che ad oggi si differenziano per poche, impercettibili cose.
Il dialogo, seppur nella moltiplicazione degli spazi di confronto, non c'è più, sostituito da gare a chi alza la voce di più, a chi aggredisce o mette in piazza le verità più scandalose riguardanti l'avversario.
Anche due politicamente antipodi come Togliatti ed Almirante, nelle vecchie Tribune Politiche, si rispettavano e si parlavano educatamente. E non dicevano le stesse cose.
Oggi invece è una tifoseria, fatta di slogan che non vogliono dire niente (il celeberrimo "Padroni a Casa Nostra", ad esempio), frasi retoriche ed affascinanti che rimangono pure astrazioni ("Superare la precarietà come condizione antropologica del lavoratore", "Il principale esponente della coalizione avversaria"), propaganda travestita da voli pindarici ("Un anno senza tasse") o tecniche di marketing che fanno leva sull'omologazione ("Non sono un santo"). Parallelamente sono andati scemando l'onore e la caratura dei riferimenti politici ("Mi vergogno a dire che sono un Deputato") ed è aumentata l'arroganza di chi pretende di essere intoccabile ("Lei non sa chi sono io", "La Magistratura politicizzata").
Ultima moda, rilanciata anche dal nuovo imprenditore alla guida di Confindustria, Squinzi, è "sarò il Presidente di Tutti"... io, scusatemi, non voglio il Presidente di tutti, se no tanto valeva tenerci la DC con il suo cerchiobottismo perenne, io voglio un Presidente (in senso generale, metteteci la carica che volete) che difenda i miei interessi. Non lo voto per gli altri, lo voto per Me.
Seppur con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni, rimpiango la Prima Repubblica, quando erano uomini seri a guidare lo Stato, anche loro intendiamoci tutt'altro che perfetti, ma mossi da sani principi in cui credevano.
Preferirei votare un Almirante fiero e sicuro delle sue idee che un ondivago e tentennante Bersani.
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Qualcuno dice che la Seconda non c'è mai stata, che è solo la continuazione della Prima, che si è irrancidita e strascinata fino ad oggi. Una visione condivisibile, per molti versi.
Ma c'è qualcosa che è cambiato dalla Prima Repubblica alla Seconda (o Prima.1): sono spariti i sentimenti politici, le battaglie ideali e morali. Basta guardare i programmi dei partiti, che ad oggi si differenziano per poche, impercettibili cose.
Il dialogo, seppur nella moltiplicazione degli spazi di confronto, non c'è più, sostituito da gare a chi alza la voce di più, a chi aggredisce o mette in piazza le verità più scandalose riguardanti l'avversario.
Anche due politicamente antipodi come Togliatti ed Almirante, nelle vecchie Tribune Politiche, si rispettavano e si parlavano educatamente. E non dicevano le stesse cose.
Oggi invece è una tifoseria, fatta di slogan che non vogliono dire niente (il celeberrimo "Padroni a Casa Nostra", ad esempio), frasi retoriche ed affascinanti che rimangono pure astrazioni ("Superare la precarietà come condizione antropologica del lavoratore", "Il principale esponente della coalizione avversaria"), propaganda travestita da voli pindarici ("Un anno senza tasse") o tecniche di marketing che fanno leva sull'omologazione ("Non sono un santo"). Parallelamente sono andati scemando l'onore e la caratura dei riferimenti politici ("Mi vergogno a dire che sono un Deputato") ed è aumentata l'arroganza di chi pretende di essere intoccabile ("Lei non sa chi sono io", "La Magistratura politicizzata").
Ultima moda, rilanciata anche dal nuovo imprenditore alla guida di Confindustria, Squinzi, è "sarò il Presidente di Tutti"... io, scusatemi, non voglio il Presidente di tutti, se no tanto valeva tenerci la DC con il suo cerchiobottismo perenne, io voglio un Presidente (in senso generale, metteteci la carica che volete) che difenda i miei interessi. Non lo voto per gli altri, lo voto per Me.
Seppur con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni, rimpiango la Prima Repubblica, quando erano uomini seri a guidare lo Stato, anche loro intendiamoci tutt'altro che perfetti, ma mossi da sani principi in cui credevano.
Preferirei votare un Almirante fiero e sicuro delle sue idee che un ondivago e tentennante Bersani.
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giovedì 22 marzo 2012
Meglio di Quello che Sembra
Molte persone spesso non tengono un comportamento sano, civile e corretto semplicemente perché non gli viene offerta la possibilità di farlo, in modo facile e chiaro.
Non voglio assolutamente difenderle, sia chiaro, né sto dicendo sia giusto così, ma credo che con un minimo sforzo da parte di chi gestisce le cose si possano ottenere grandi risultati.
Vi faccio l'esempio da cui sono partito io: la raccolta differenziata.
Attualmente solo il 33% (dati del luglio 2011) dell'immondizia su base nazionale viene effettivamente divisa per destinarla al riciclo. Mi è capitato di vedere (a me è successo al binario del treno, ma credo siano anche altrove, ndr) dei cestini 'multimateriale', cioè tre supporti con relativi sacchetti attaccati ad uno stesso paletto, uno per la carta, uno per la plastica ed uno per vetro e lattine.
Se cestini di questo tipo venissero diffusi un po' ovunque, la percentuale di materiale differenziato non potrebbe fare altro che aumentare, anche giocando un po' col 'senso di colpa' dei cittadini. 'Responsabilizzare' le persone può portare risultati sorprendenti, le farebbe sentire importanti ed infonderebbe quel senso di 'fiducia' che attualmente è una delle cause del discredito della politica.
Questo non vuol dire ne 'deregolamentare' ne 'fidarsi a prescindere'. E se poi traducete 'responsabilizzare' come 'faccio un po' come cazzo mi pare', allora non avete capito niente.
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Non voglio assolutamente difenderle, sia chiaro, né sto dicendo sia giusto così, ma credo che con un minimo sforzo da parte di chi gestisce le cose si possano ottenere grandi risultati.
Vi faccio l'esempio da cui sono partito io: la raccolta differenziata.
Attualmente solo il 33% (dati del luglio 2011) dell'immondizia su base nazionale viene effettivamente divisa per destinarla al riciclo. Mi è capitato di vedere (a me è successo al binario del treno, ma credo siano anche altrove, ndr) dei cestini 'multimateriale', cioè tre supporti con relativi sacchetti attaccati ad uno stesso paletto, uno per la carta, uno per la plastica ed uno per vetro e lattine.
Se cestini di questo tipo venissero diffusi un po' ovunque, la percentuale di materiale differenziato non potrebbe fare altro che aumentare, anche giocando un po' col 'senso di colpa' dei cittadini. 'Responsabilizzare' le persone può portare risultati sorprendenti, le farebbe sentire importanti ed infonderebbe quel senso di 'fiducia' che attualmente è una delle cause del discredito della politica.
Questo non vuol dire ne 'deregolamentare' ne 'fidarsi a prescindere'. E se poi traducete 'responsabilizzare' come 'faccio un po' come cazzo mi pare', allora non avete capito niente.
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Non è la Stessa Cosa
Nella riforma del welfare presentata dal Ministro Fornero, sarà possibile il licenziamento per motivi disciplanari ed economici; in quel caso un magistrato vaglierò la situazione e deciderà fra il reintegro e l'indennizzo economico, con il pagamento di una cifra compresa tra le 15 e le 27 mensilità.
"E' una delle cifre più alte in Europa" dicono i difensori della riforma, ma la questione qui è un'altra, e la riassume bene il segretario del PD Bersani quando parla di 'monetizzazione del lavoro'.
Il punto qui è aulicamente politico, e riguarda il fatto che il 'Lavoro' è una cosa diversa dal 'Denaro', non significa solo 'Reddito' o 'Guadagno'. I Lavoratori svolgono un ruolo fondamentale nella Società, sono come i tasselli di un mosaico, quello della Civiltà, dello Stato Democratico e Costituzionale.
Basti pensare alle pensioni, che vengono corrisposte ed autorizzate solo oltre una certa soglia di anni lavorati; non si parla di soldi e contributi versati, ma 'ANNI' per cui si è dato il proprio contributo al funzionamento dello stato sociale, civile e democratico.
Per questo concordo con Bersani quando parla di monetizzazione inaccettabile, perchè non è un cambio equilibrato, non si stanno trattando le stesse cose.
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"E' una delle cifre più alte in Europa" dicono i difensori della riforma, ma la questione qui è un'altra, e la riassume bene il segretario del PD Bersani quando parla di 'monetizzazione del lavoro'.
Il punto qui è aulicamente politico, e riguarda il fatto che il 'Lavoro' è una cosa diversa dal 'Denaro', non significa solo 'Reddito' o 'Guadagno'. I Lavoratori svolgono un ruolo fondamentale nella Società, sono come i tasselli di un mosaico, quello della Civiltà, dello Stato Democratico e Costituzionale.
Basti pensare alle pensioni, che vengono corrisposte ed autorizzate solo oltre una certa soglia di anni lavorati; non si parla di soldi e contributi versati, ma 'ANNI' per cui si è dato il proprio contributo al funzionamento dello stato sociale, civile e democratico.
Per questo concordo con Bersani quando parla di monetizzazione inaccettabile, perchè non è un cambio equilibrato, non si stanno trattando le stesse cose.
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mercoledì 21 marzo 2012
Fonti Alternative Indigeste
Ho partecipato ieri sera ad un'assemblea del costituendo comitato per il NO al biodigestore di Savarna (RA). A dir la verità, io ero andato alla riunione con l'intento invece di difendere il progetto, che mi era stato presentato da un consigliere comunale di un'altra zona come un buon sistema per ricavare energia dai rifiuti.
Un biodigestore è che una sorta di grande vasca di compostaggio dove vengono fatti marcire gli scarti delle lavorazioni alimentari con dei batteri digestivi artificialmente immessi; il fine è quello di produrre metano da impiegare per ottenere energia. E questo è quanto mi era stato detto.
Quello che ho appreso all'assemblea è che il biodigestore di Savarna funzionerà con materiale nuovo, non con scarti o rifuti, solo una piccola quota sarà costituita da deiezioni animali di una stalla vicina. Trecento ettari di terra fertile totalmente destinati alla coltivazione di mais e frumento che non verranno impiegati per produrre farina, pane, biscotti o polenta, ma esclusivamente per alimentare l'impianto.
All'interno dei batteri metanigeni faranno fermentare i composti (si dice si tratti dei batteri normalmente presenti nella digestione bovina, ma allora perchè queste tecnologie non possono essere utilizzate nelle aree di produzione del vino Verdicchio o del Parmigiano Reggiano? Ndr) e produrranno biogas, che tramite una piccola centrale restituirà energia elettrica. Credo avrebbe molto più senso se il biogas venisse direttamente immesso nella rete del metanodotto urbano, anzichè bruciarlo per produrre altra energia, ma questa è una nota tecnica.
Cosa c'è dietro tutto questo? C'è il Protocollo di Kyoto, che per i prossimi 15 anni finanzierà la produzione di energia da fonti rinnovabili; una volta esauriti questi incentivi, l'impianto non sarà in grado di sostenersi economicamente da solo, e probabilmente verrà abbandonato lasciando un terreno esausto (per le monocolture a cui è stato sottoposto, ndr).
Quasi ovunque i biodigestori funzionano con gli scarti, di distillerie, allevamenti, fabbriche agroalimentari, mentre qui si coltiverebbe materiale appositamente per alimentarlo, derubando terra fertile alla classica attività rurale e contadina.
Al momento dell'invito mi era stato detto che il problema era "la puzza", ma qui la questione è diversa, perchè si intende ipersfruttare un terreno, altrimenti destinato al naturale uso agricolo, e corrompendo probabilmente il suo ecosistema con dei batteri 'sospetti'.
Rifaccio la mia domanda, Dove Vogliamo Andare?
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Un biodigestore è che una sorta di grande vasca di compostaggio dove vengono fatti marcire gli scarti delle lavorazioni alimentari con dei batteri digestivi artificialmente immessi; il fine è quello di produrre metano da impiegare per ottenere energia. E questo è quanto mi era stato detto.
Quello che ho appreso all'assemblea è che il biodigestore di Savarna funzionerà con materiale nuovo, non con scarti o rifuti, solo una piccola quota sarà costituita da deiezioni animali di una stalla vicina. Trecento ettari di terra fertile totalmente destinati alla coltivazione di mais e frumento che non verranno impiegati per produrre farina, pane, biscotti o polenta, ma esclusivamente per alimentare l'impianto.
All'interno dei batteri metanigeni faranno fermentare i composti (si dice si tratti dei batteri normalmente presenti nella digestione bovina, ma allora perchè queste tecnologie non possono essere utilizzate nelle aree di produzione del vino Verdicchio o del Parmigiano Reggiano? Ndr) e produrranno biogas, che tramite una piccola centrale restituirà energia elettrica. Credo avrebbe molto più senso se il biogas venisse direttamente immesso nella rete del metanodotto urbano, anzichè bruciarlo per produrre altra energia, ma questa è una nota tecnica.
Cosa c'è dietro tutto questo? C'è il Protocollo di Kyoto, che per i prossimi 15 anni finanzierà la produzione di energia da fonti rinnovabili; una volta esauriti questi incentivi, l'impianto non sarà in grado di sostenersi economicamente da solo, e probabilmente verrà abbandonato lasciando un terreno esausto (per le monocolture a cui è stato sottoposto, ndr).
Quasi ovunque i biodigestori funzionano con gli scarti, di distillerie, allevamenti, fabbriche agroalimentari, mentre qui si coltiverebbe materiale appositamente per alimentarlo, derubando terra fertile alla classica attività rurale e contadina.
Al momento dell'invito mi era stato detto che il problema era "la puzza", ma qui la questione è diversa, perchè si intende ipersfruttare un terreno, altrimenti destinato al naturale uso agricolo, e corrompendo probabilmente il suo ecosistema con dei batteri 'sospetti'.
Rifaccio la mia domanda, Dove Vogliamo Andare?
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Non Toccate Quella Molla
Uno degli aspetti più interessanti dello strumento identificato come "mobilità" (legge 223/91), è quello per cui se, una volta lasciato il posto di lavoro, vieni assunto di nuovo, il datore ha un certo periodo di spese contributive e costi scontati o azzerati; questo facilita il reingresso nel mondo del lavoro, specie per quei soggetti non più giovanissimi, per le quali la via canonica è più complessa.Ora, io non so come funzionerà nei dettagli l'ASPI, questo nuovo ammortizzatore unico che dovrebbe sostituire anche la mobilità, ma mi sembrava un principio, quello enunciato in apertura, utilissimo e molto funzionale per superare l'ostacolo dell'età e facilitare la ricollocazione.
Se si dovesse mettere mano anche a questo meccanismo, si ribadirebbe ancor di più il concetto per cui la 'forza lavoro' è equiparata ad una merce, da usare e gettare come un kleenex, senza rispetto per la dignità ed il ruolo dei lavoratori. Senza difenderne i diritti od esaltarne la qualità.
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Se si dovesse mettere mano anche a questo meccanismo, si ribadirebbe ancor di più il concetto per cui la 'forza lavoro' è equiparata ad una merce, da usare e gettare come un kleenex, senza rispetto per la dignità ed il ruolo dei lavoratori. Senza difenderne i diritti od esaltarne la qualità.
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martedì 20 marzo 2012
Se Ne Fregano
Fiducia anche sul decreto liberalizzazioni. La 12° posta dal Governo. E' "sul testo delle commissioni identico a quello approvato in Senato", ha precisato il Ministro per i Rapporti col Parlamento, Piero Giarda.
A quel punto, finalmente, l'aula ha qualcosa da dire. "Sia consentito alla Presidenza" ha detto Fini "di esprimere rammarico per l'insensibilità mostrata dal Governo nel non fornire all'Assemblea ulteriori elementi di giudizio, anche perchè sono questioni che hanno una loro fondatezza". Le obiezioni erano state avanzate dalla Ragioneria dello Stato sulla copertura di 5 punti del provvedimento, ma la Commissione Bilancio aveva sorvolato. Per questo l'IdV chiedeva un nuovo passaggio in Commissione, ma l'Aula ha respinto la mozione.
Il presidente della Camera ha così sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo per fissare il calendario dei lavori delle prossime ore alla luce della questione di fiducia posta dal Governo.
"Da molti anni è la prima volta che un presidente della Camera richiama il governo per qualcosa che poteva essere benissimo fatto" ha sottolineato il Capogruppo della Lega Dozzo, solitamente molto critico verso Fini. Il Deputato ha criticato in generale il modo con cui il Governo si rapporta con le Camere, comprese le ripetute fiducie (come avevo detto io qui).
La reazione del Ministro? "Ne prendo atto", si è limitato a dire Giarda.
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A quel punto, finalmente, l'aula ha qualcosa da dire. "Sia consentito alla Presidenza" ha detto Fini "di esprimere rammarico per l'insensibilità mostrata dal Governo nel non fornire all'Assemblea ulteriori elementi di giudizio, anche perchè sono questioni che hanno una loro fondatezza". Le obiezioni erano state avanzate dalla Ragioneria dello Stato sulla copertura di 5 punti del provvedimento, ma la Commissione Bilancio aveva sorvolato. Per questo l'IdV chiedeva un nuovo passaggio in Commissione, ma l'Aula ha respinto la mozione.
Il presidente della Camera ha così sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo per fissare il calendario dei lavori delle prossime ore alla luce della questione di fiducia posta dal Governo.
"Da molti anni è la prima volta che un presidente della Camera richiama il governo per qualcosa che poteva essere benissimo fatto" ha sottolineato il Capogruppo della Lega Dozzo, solitamente molto critico verso Fini. Il Deputato ha criticato in generale il modo con cui il Governo si rapporta con le Camere, comprese le ripetute fiducie (come avevo detto io qui).
La reazione del Ministro? "Ne prendo atto", si è limitato a dire Giarda.
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Ne Faccio Parte Anch'io
La Svizzera vieta le importanzioni di delfini e balene nei suoi delfinari. Lo ha deciso il Consiglio degli Stati, in parziale accoglimento della modifica della Legge sulla Protezione Animale proposta dal Consiglio Nazionale, i due rami del Parlamento elvetico.
Ho detto parziale, ma la richiesta era proprio un'altra: il divieto di detenere animali in cattività. L'iniziativa è nata dopo quanto successo al parco di Connyland, dove in 3 anni sono morti ben 8 cetacei.
"Un'aberrazione" così aveva definito i delfinari la consigliera dei Verdi Isabelle Chevalley "Ci sono altri mezzi per divertirsi che non andare a vedere delfini esibirsi in queste condizioni". E per approfondire 'queste condizioni', consiglio la visione di The Cove, uno sconcertante film-inchiesta che fa luce sull'argomento.
La scelta svizzera non è una novità in Europa: provvedimenti simili sono già operativi in Norvegia, Inghilterra, Lussemburgo e Cipro. L’Associazione Ocean Care, che "dal 1989 si impegna ad operare infaticabilmente per assicurare che i delfini siano riconosciuti come animali selvatici" ha accolto con favore la decisione, anche se chiaramente aveva come obiettivo l'impostazione originale della modifica di legge.
Nel mondo sono almeno 200 i delfinari, di cui 6 in Italia (Genova, Rimini, Fasano, Riccione, Castelnuovo del Garda e Torvaianica-Pomezia). Secondo un sondaggio realizzato per le associazioni animaliste OneVoice e LAV, oltre due terzi degli italiani è favorevole alla loro proibizione completa.
Ed io rientro in questi due terzi.
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Ho detto parziale, ma la richiesta era proprio un'altra: il divieto di detenere animali in cattività. L'iniziativa è nata dopo quanto successo al parco di Connyland, dove in 3 anni sono morti ben 8 cetacei.
"Un'aberrazione" così aveva definito i delfinari la consigliera dei Verdi Isabelle Chevalley "Ci sono altri mezzi per divertirsi che non andare a vedere delfini esibirsi in queste condizioni". E per approfondire 'queste condizioni', consiglio la visione di The Cove, uno sconcertante film-inchiesta che fa luce sull'argomento.
La scelta svizzera non è una novità in Europa: provvedimenti simili sono già operativi in Norvegia, Inghilterra, Lussemburgo e Cipro. L’Associazione Ocean Care, che "dal 1989 si impegna ad operare infaticabilmente per assicurare che i delfini siano riconosciuti come animali selvatici" ha accolto con favore la decisione, anche se chiaramente aveva come obiettivo l'impostazione originale della modifica di legge.
Nel mondo sono almeno 200 i delfinari, di cui 6 in Italia (Genova, Rimini, Fasano, Riccione, Castelnuovo del Garda e Torvaianica-Pomezia). Secondo un sondaggio realizzato per le associazioni animaliste OneVoice e LAV, oltre due terzi degli italiani è favorevole alla loro proibizione completa.
Ed io rientro in questi due terzi.
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E con le Foto dei Barboni, Magari
Quello della Ludopatia sta diventando un'emergenza. Con questo termine si identifica la mania ossessiva al gioco; slot-machine, videopoker, ma anche lotto, enalotto, lotterie, WinForLife, 10&lotto, e tutte le schedine colorate che ci ammiccano dal bacone delle tabaccherie. Lontani i tempi in cui il massimo della perdizione era il Totocalcio, con una giocata settimanale; oggi le estrazioni si moltiplicano, arrivando anche a una ogni 5 minuti.
Il Ministro della Salute Balduzzi ne parla sovente, e si stimano più di un milione di giocatori compulsivi. Il PD ha presentato un ddl in proposito (n° 2464), e nei 14 articoli che lo compongono vengono affrontati numerosi aspetti del gioco d'azzardo. Il capogruppo del Pd, Laura Garavini, lo ha illustrato in Commissione Antimafia con Luigi De Sena, vicepresidente della stessa. Tra i punti principali vi sono ''il divieto totale di pubblicita', l'introduzione di ausili tecnici per indurre i minori a fare meno uso del gioco, come l'obbligo dell'uso della tessera sanitaria per le slot, la tracciabilità dei denari derivati dalle vincite al gioco e l'introduzione di requisiti più stringenti per i concessionari''.
Inoltre, nella proposta si introduce il riconoscimento della ludopatia come malattia sociale, e quindi necessitante di assistenza; i costi sarebbero finanziati in proprio, con un prelievo dello 0,1% dalla remunerazione degli operatori del settore e dalla riscossione delle sanzioni previste.
Contro Mafia e Riciclaggio, sono previsti conti correnti ad hoc per l'attività e sono abbassate le soglie oltre le quali vi è l'obbligo di identificazione. Divieto di licenza per chi è stato coinvolto in attività illecite di questo tipo, registri e sanzioni più elevate.
Complimenti alla proposta del PD su questo tema. Io direi anche di mettere sulle schedine, come avviene per le sigarette, delle scritte 'minatorie'; per ora ce la caviamo con un "Gioca Responsabilmente" detto alla velocità della luce durante gli spot.
All'estero, sui pacchetti di bionde, mettono anche le immagini di polmoni devastati dal fumo; qui magari ci mettiamo i barboni.
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Il Ministro della Salute Balduzzi ne parla sovente, e si stimano più di un milione di giocatori compulsivi. Il PD ha presentato un ddl in proposito (n° 2464), e nei 14 articoli che lo compongono vengono affrontati numerosi aspetti del gioco d'azzardo. Il capogruppo del Pd, Laura Garavini, lo ha illustrato in Commissione Antimafia con Luigi De Sena, vicepresidente della stessa. Tra i punti principali vi sono ''il divieto totale di pubblicita', l'introduzione di ausili tecnici per indurre i minori a fare meno uso del gioco, come l'obbligo dell'uso della tessera sanitaria per le slot, la tracciabilità dei denari derivati dalle vincite al gioco e l'introduzione di requisiti più stringenti per i concessionari''.
Inoltre, nella proposta si introduce il riconoscimento della ludopatia come malattia sociale, e quindi necessitante di assistenza; i costi sarebbero finanziati in proprio, con un prelievo dello 0,1% dalla remunerazione degli operatori del settore e dalla riscossione delle sanzioni previste.
Contro Mafia e Riciclaggio, sono previsti conti correnti ad hoc per l'attività e sono abbassate le soglie oltre le quali vi è l'obbligo di identificazione. Divieto di licenza per chi è stato coinvolto in attività illecite di questo tipo, registri e sanzioni più elevate.
Complimenti alla proposta del PD su questo tema. Io direi anche di mettere sulle schedine, come avviene per le sigarette, delle scritte 'minatorie'; per ora ce la caviamo con un "Gioca Responsabilmente" detto alla velocità della luce durante gli spot.
All'estero, sui pacchetti di bionde, mettono anche le immagini di polmoni devastati dal fumo; qui magari ci mettiamo i barboni.
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lunedì 19 marzo 2012
Ai Posti... Pronti... Via!
Parte la gara a chi presenta i candidati più giovani.
Inutile ricordare come questa competizione dal sapore populista l'abbia cominciata Grillo, con i suoi slogan intrisi di antipolitica e qualunquismo: "partiti vecchi", "morti", "aria nuova", "fresca", "rinnovamento", "rivoluzione" e tante altre perle del genere. C'è anche un fondo di verità in tutto questo, non lo nego, ma generalizzare non è mai la scelta giusta, ed estremizzare la questione in senso inverso non è la soluzione.
La più giovane, ultima entrata in gara, è Martina Capassa, in corsa con l'UDC alle comunali di Lecce, studendessa in giurisprudenza di appena 19 anni.
Avete presente quegli opuscoli pubblicitari dove NUOVO è scritto per mezza pagina e sotto la descrizione del prodotto, praticamente uguale ad altri diecimila?
Non manca la retorica nelle sue parole: "C'è voglia di rinnovamento nella nostra città" dice Martina "Noi giovani non possiamo restare in un angolo a guardare mentre qualcun altro decide del nostro futuro" parole e frasi già sentite talmente tante volte che c'è ancora l'eco.
"Per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona in questa campagna elettorale: voglio portare il mio contributo e tutto il mio entusiasmo giovanile in questo processo di cambiamento che parte dell'Udc, un partito che ha radici profonde e che con il candidato sindaco Luigi Melica ha deciso di puntare sulla società civile per dare una svolta alla nostra città".
Ecco appunto: 'radici profonde' = 'lunga storia' = 'storia vecchia' ...così giovane e già democristiana?!"Sono sicura che i cittadini di Lecce, e soprattutto la parte più giovane e sensibile alle novità, saprà apprezzare il mio impegno e dedicarmi la giusta attenzione".
No, scusa, quale novità? Sei giovane e sicuramente puoi avere delle idee innovative per migliorare il futuro, ma pretendi di portarle avanti in uno dei più muffi e cattoconservatori partiti italiani?
Poi, sia chiaro, io difendo le libere idee di ognuno, anche (e soprattutto) quando divergono dalle mie, ma serve anche un minimo di realismo e moderazione nel linguaggio, non puoi mettere 'novità' e 'DC' nella stessa frase.
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Inutile ricordare come questa competizione dal sapore populista l'abbia cominciata Grillo, con i suoi slogan intrisi di antipolitica e qualunquismo: "partiti vecchi", "morti", "aria nuova", "fresca", "rinnovamento", "rivoluzione" e tante altre perle del genere. C'è anche un fondo di verità in tutto questo, non lo nego, ma generalizzare non è mai la scelta giusta, ed estremizzare la questione in senso inverso non è la soluzione.
La più giovane, ultima entrata in gara, è Martina Capassa, in corsa con l'UDC alle comunali di Lecce, studendessa in giurisprudenza di appena 19 anni.
Avete presente quegli opuscoli pubblicitari dove NUOVO è scritto per mezza pagina e sotto la descrizione del prodotto, praticamente uguale ad altri diecimila?
Non manca la retorica nelle sue parole: "C'è voglia di rinnovamento nella nostra città" dice Martina "Noi giovani non possiamo restare in un angolo a guardare mentre qualcun altro decide del nostro futuro" parole e frasi già sentite talmente tante volte che c'è ancora l'eco.
"Per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona in questa campagna elettorale: voglio portare il mio contributo e tutto il mio entusiasmo giovanile in questo processo di cambiamento che parte dell'Udc, un partito che ha radici profonde e che con il candidato sindaco Luigi Melica ha deciso di puntare sulla società civile per dare una svolta alla nostra città".
Ecco appunto: 'radici profonde' = 'lunga storia' = 'storia vecchia' ...così giovane e già democristiana?!"Sono sicura che i cittadini di Lecce, e soprattutto la parte più giovane e sensibile alle novità, saprà apprezzare il mio impegno e dedicarmi la giusta attenzione".
No, scusa, quale novità? Sei giovane e sicuramente puoi avere delle idee innovative per migliorare il futuro, ma pretendi di portarle avanti in uno dei più muffi e cattoconservatori partiti italiani?
Poi, sia chiaro, io difendo le libere idee di ognuno, anche (e soprattutto) quando divergono dalle mie, ma serve anche un minimo di realismo e moderazione nel linguaggio, non puoi mettere 'novità' e 'DC' nella stessa frase.
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Il Ritorno degli Statisti
Oh, sia chiaro, sono ironico.
Onorevole Scilipoti,
è Lei, in ordine di tempo, l'ultimo ad aver pubblicamente dichiarato che l'omosessualità è una malattia (meritandosi anche l'encomio di Pontifex). Faccio quindi a Lei la richiesta che già feci agli allora Deputati Borghezio, Calderoli e Binetti: presenti una proposta di legge così.
Porti un una folata di vento nuovo in questa politica vecchia, ammuffita e rancida fatta di quaqquaraqua e blablabla, faccia vedere a tutti cosa vuol dire essere un politico serio, che crede in ciò che dice e si adopera per far star meglio i Suoi Cittadini. Sbaragli questi avvizziti ipocriti che da anni ciondolano nelle aule parlamentari inseguendo solo interessi personali e poltrone, insegni loro come si fa il Politico ed il Difensore della Patria; solo Lei può restituire alla Politica il suo Prestigio ed il suo Valore.
Ne guadagnerà in coerenza, ed avrà anche la mia stima personale, perchè dimostrerà finalmente a chi pensa il contrario (ammetto di averlo pensato anch'io a volte in passato, ndr), che Lei è un Politico con la P maiuscola, che oltre a lanciare slogan e provocazioni, sa anche lottare per difendere le sue idee.
Glielo chiedo a nome di tutti quelli che soffrono di questa grave malformazione psichica che li porta a tenere comportamenti scandalosi e contro la morale, ad inseguire appagamenti fisici che nulla hanno a che fare con l'amore; Lei, da politico integerrimo e responsabile, può finalmente fare qualcosa per aiutare queste persone che hanno rinnegato la loro natura umana e si sono trasformati in bestie.
Ci dimostri che non è finita l'era degli Statisti.
Con Fiducia e Stima,
Enea Melandri
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Onorevole Scilipoti,
è Lei, in ordine di tempo, l'ultimo ad aver pubblicamente dichiarato che l'omosessualità è una malattia (meritandosi anche l'encomio di Pontifex). Faccio quindi a Lei la richiesta che già feci agli allora Deputati Borghezio, Calderoli e Binetti: presenti una proposta di legge così.
Porti un una folata di vento nuovo in questa politica vecchia, ammuffita e rancida fatta di quaqquaraqua e blablabla, faccia vedere a tutti cosa vuol dire essere un politico serio, che crede in ciò che dice e si adopera per far star meglio i Suoi Cittadini. Sbaragli questi avvizziti ipocriti che da anni ciondolano nelle aule parlamentari inseguendo solo interessi personali e poltrone, insegni loro come si fa il Politico ed il Difensore della Patria; solo Lei può restituire alla Politica il suo Prestigio ed il suo Valore.
Ne guadagnerà in coerenza, ed avrà anche la mia stima personale, perchè dimostrerà finalmente a chi pensa il contrario (ammetto di averlo pensato anch'io a volte in passato, ndr), che Lei è un Politico con la P maiuscola, che oltre a lanciare slogan e provocazioni, sa anche lottare per difendere le sue idee.
Glielo chiedo a nome di tutti quelli che soffrono di questa grave malformazione psichica che li porta a tenere comportamenti scandalosi e contro la morale, ad inseguire appagamenti fisici che nulla hanno a che fare con l'amore; Lei, da politico integerrimo e responsabile, può finalmente fare qualcosa per aiutare queste persone che hanno rinnegato la loro natura umana e si sono trasformati in bestie.
Ci dimostri che non è finita l'era degli Statisti.
Con Fiducia e Stima,
Enea Melandri
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giovedì 15 marzo 2012
Giusto, Elsa!
Finalmente qualcuno dice qualcosa da vero liberale: "Non spetta al governo aiutare le aziende a tirare avanti". E' Elsa Fornero, Ministro del Welfare, a pronunciare queste parole.
Se la responsabile del lavoro è al centro delle polemiche per la riforma in dirittura d'arrivo (e la criticherò duramente), non posso esimermi dal farle i complimenti per quest'affermazione che riassume appieno il concetto di libero mercato.
Cari imprenditori, volete la libertà? Volete il mercato aperto e plurale? E allora non potete pretendere che lo Stato venga in vostro soccorso se non sapete fare a competere, investire, produrre, ottimizzare tempi e costi. Avevo avuto un confronto qualche giorno fa su Twitter proprio sull'argomento.
Lo Stato deve intervenire per aiutare i Lavoratori in difficoltà, anche magari risollevando le sorti delle aziende in una fase di crisi, ma l'assistenza non può essere una costante per assecondare i capricci e le incapacità dei datori.
L'impresa è in crisi? Bene, prima avvi la cassa integrazione, eventualmente qualcuno lo metti in mobilità per ricollocarlo, magari lo Stato ti versa qualcosa COMPRANDO parte della ditta (non a fondo perduto, ndr), ma se poi non sai fare, fallisci e chiudi baracca e burattini.
Se no facile fare i liberali con il portafoglio degli altri.
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Se la responsabile del lavoro è al centro delle polemiche per la riforma in dirittura d'arrivo (e la criticherò duramente), non posso esimermi dal farle i complimenti per quest'affermazione che riassume appieno il concetto di libero mercato.
Cari imprenditori, volete la libertà? Volete il mercato aperto e plurale? E allora non potete pretendere che lo Stato venga in vostro soccorso se non sapete fare a competere, investire, produrre, ottimizzare tempi e costi. Avevo avuto un confronto qualche giorno fa su Twitter proprio sull'argomento.
Lo Stato deve intervenire per aiutare i Lavoratori in difficoltà, anche magari risollevando le sorti delle aziende in una fase di crisi, ma l'assistenza non può essere una costante per assecondare i capricci e le incapacità dei datori.
L'impresa è in crisi? Bene, prima avvi la cassa integrazione, eventualmente qualcuno lo metti in mobilità per ricollocarlo, magari lo Stato ti versa qualcosa COMPRANDO parte della ditta (non a fondo perduto, ndr), ma se poi non sai fare, fallisci e chiudi baracca e burattini.
Se no facile fare i liberali con il portafoglio degli altri.
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mercoledì 14 marzo 2012
Fate Voi, Quindi?
Forse stiamo esagerando, o sono io che sono ancora indietro. Che Strasburgo pretenda di imporsi anche sulle politiche interne dei singoli paesi della Ue mi pare troppo.
Per il Parlamento europeo è inammissibile che alcuni governi ''mettano in atto definizioni restrittive della definizione di 'famiglia' allo scopo di negare la protezione legale alle coppie dello stesso sesso e ai loro bambini''. E questo, attenti bene, inutile ripeterlo, lo dico da sostenitore dei matrimoni omosessauli.
Poi si tratta di una risoluzione e non di una direttiva, per cui non ha in sostanza effetti legiferativi.
Il testo è contenuto in un rapporto (sulla parità di diritti uomo-donna, che però tocca l'argomento al paragrafo 7) presentato dalla radicale di sinistra olandese Sophie in't Veld approvato dall'assemblea con 361 sì, 268 no e 70 astenuti. Ed il Ppe aveva presentato un emendamento che voleva ribadire la competenza degli stati membri in materia.
Ma, come quasi sempre succede su questi temi che coinvolgono la libertà della persona, gli eurodemocristiani sono stati battuti dal fronte unito di sinistra e liberali: socialisti S&D, Verdi, Gue e LiberalDemocratici dell'Aide.
Per Imma Battaglia questo voto è il segno di ''un vento nuovo che spira sull'Europa (...) di una sinistra che rinasce e porta cambiamenti''. Franco Grillini, responsabili Idv per i diritti civili, ritiene che il voto dimostri che ''l'Italia nei fatti è fuori dall'Europa dei diritti e delle libertà'' e che ''la destra italiana rappresenta il vero ostacolo alla modernizzazione del Paese''.
Per Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, è arrivato ''un duro monito anche nei confronti dell'Italia''. E Anna Paola Concia, per il Pd, osserva che ''dopo le inutili polemiche tutte italiane, è Strasburgo a darci una grande lezione di civiltà indicandoci con chiarezza la strada precisa da percorrere per il riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche e transessuali''.
D'accordo su tutto, sarò il primo a festeggiare se con questo voto si riconosceranno delle politiche in tema di unioni gay, ma a questo punto viene da chiedersi a cosa serva il nostro pomposo Parlamento, due Camere con più di mille persone impegnate a pensare, ponderare, riflettere e decidere.
Sono lì solo per deliberare un aumento di 10 centesimi per le sigarette quando c'è un'emergenza?
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Poi si tratta di una risoluzione e non di una direttiva, per cui non ha in sostanza effetti legiferativi.
Il testo è contenuto in un rapporto (sulla parità di diritti uomo-donna, che però tocca l'argomento al paragrafo 7) presentato dalla radicale di sinistra olandese Sophie in't Veld approvato dall'assemblea con 361 sì, 268 no e 70 astenuti. Ed il Ppe aveva presentato un emendamento che voleva ribadire la competenza degli stati membri in materia.
Ma, come quasi sempre succede su questi temi che coinvolgono la libertà della persona, gli eurodemocristiani sono stati battuti dal fronte unito di sinistra e liberali: socialisti S&D, Verdi, Gue e LiberalDemocratici dell'Aide.
Per Imma Battaglia questo voto è il segno di ''un vento nuovo che spira sull'Europa (...) di una sinistra che rinasce e porta cambiamenti''. Franco Grillini, responsabili Idv per i diritti civili, ritiene che il voto dimostri che ''l'Italia nei fatti è fuori dall'Europa dei diritti e delle libertà'' e che ''la destra italiana rappresenta il vero ostacolo alla modernizzazione del Paese''.
Per Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, è arrivato ''un duro monito anche nei confronti dell'Italia''. E Anna Paola Concia, per il Pd, osserva che ''dopo le inutili polemiche tutte italiane, è Strasburgo a darci una grande lezione di civiltà indicandoci con chiarezza la strada precisa da percorrere per il riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche e transessuali''.
D'accordo su tutto, sarò il primo a festeggiare se con questo voto si riconosceranno delle politiche in tema di unioni gay, ma a questo punto viene da chiedersi a cosa serva il nostro pomposo Parlamento, due Camere con più di mille persone impegnate a pensare, ponderare, riflettere e decidere.
Sono lì solo per deliberare un aumento di 10 centesimi per le sigarette quando c'è un'emergenza?
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martedì 13 marzo 2012
Meno Male che c'è la Lega
Ecco, Governo battuto su un odg al Dl Semplificazioni presentato da Marco Rondini della Lega Nord, che impegna l'esecutivo a considerare la necessità di integrare le detrazioni previste per la prima casa sull'Imu con un ulteriore taglio del 50% per ciascun figlio disabile grave non autosufficiente.
Una correzione, in questo periodo in cui si moltiplicano le tasse sui cittadini, che dà una mano a quelle famiglie con a carico persone inabili al lavoro e che necessitano di assistenza costante.
Il Governo aveva dato parere negativo, ma il testo passato a larghissima maggioranza: 499 sì, 5 no e 7 astenuti. Meno male.
Ma i progressisti dove sono? Quelli che, mi ripeto, pretendono di rappresentarli, sono pronti a correre dietro ad ogni sbuffo del Governo, come nel caso di un altro odg, a firma Pdl, che impegna il governo "a predisporre, di concerto con la regione Sardegna, un apposito piano integrato di rilancio del Polo energetico e industriale del Sulcis"; si riferisce alla vicenda Alcoa di Portovesme.
In questo caso prima dicono che votano NO, come da volontà dell'esecutivo, poi però a votazione aperta (evidentemente mossi da un rigurgito di coscienza) danno l'assenso. Boh.
Riporto la notizia proprio per evidenziare questo passaggio; voglio proprio vedere ora come si comporteranno sulla riforma del welfare. Lì si giocano proprio tutto. (Attenti, Voi)
Una correzione, in questo periodo in cui si moltiplicano le tasse sui cittadini, che dà una mano a quelle famiglie con a carico persone inabili al lavoro e che necessitano di assistenza costante.
Il Governo aveva dato parere negativo, ma il testo passato a larghissima maggioranza: 499 sì, 5 no e 7 astenuti. Meno male.
Ma i progressisti dove sono? Quelli che, mi ripeto, pretendono di rappresentarli, sono pronti a correre dietro ad ogni sbuffo del Governo, come nel caso di un altro odg, a firma Pdl, che impegna il governo "a predisporre, di concerto con la regione Sardegna, un apposito piano integrato di rilancio del Polo energetico e industriale del Sulcis"; si riferisce alla vicenda Alcoa di Portovesme.
In questo caso prima dicono che votano NO, come da volontà dell'esecutivo, poi però a votazione aperta (evidentemente mossi da un rigurgito di coscienza) danno l'assenso. Boh.
Riporto la notizia proprio per evidenziare questo passaggio; voglio proprio vedere ora come si comporteranno sulla riforma del welfare. Lì si giocano proprio tutto. (Attenti, Voi)
Manovra di Ferragosto?! Prrrrrrrrrrr!
Un dossier del Sole24Ore svela come gran parte dei tagli ai costi della politica nelle amministrazioni locali siano rimasti sulla carta.
La "carta" è quella della manovra di Ferragosto, della legge 138/2011, che interveniva sulla composizione delle assemblee regionali e provinciali, con una riduzione complessiva dei consiglieri da 1.109 a 700. Le riduzioni dovevano arrivare entro il 13 febbraio, per andare a regime alla tornata amministrativa di maggio.
Ad oggi, le uniche regioni che si sono adeguate alle nuove norme sono Veneto (da 60 a 50 consiglieri) e Toscana (da 90 a 50), oltre a Lombardia ed Emilia Romagna che avevano i numeri in regola già da prima.
Come hanno evitato i tagli? Semplice, appellandosi all'autonomia riconosciuta loro dal (riformato) Titolo V della Costituzione; a loro è lasciata totale discrezionalità legisativa in materia di indennità, spese, rimborsi e previdenza.
"Un caso unico in Europa perché in genere è un soggetto terzo a disciplinare queste materie invece in Italia questa compentenza è risconosciuta in via eslusiva alle Regioni. Il risultato è che queste dovendo decidere per sé fanno quello che vogliono e lo Stato può emanare norme di carattere nazionale che per loro sono solo di indirizzo senza obbligo giuridico" spiega Angelo Rughetti, direttore generale dell'Anci.
A rimanere stritolati dai tagli imposti sono i Comuni, per cui gli atti del Governo hanno valore di legge. E così, con i Dl 78 e 138 si sono tagliate indennità e poltrone alle municipalità, sbilanciandone spesso la forza politica e richiedendo loro pesanti sacrifici.
Ma i comuni hanno effettivamente risparmiato? "Si, lo dice la Corte dei Conti. Nel 2010 la spesa per 8mila amministrazioni era di 70 miliardi, nel 2011 è scesa a 64,6" conferma Giovannini, presidente Istat chiamato ad analizzare le spese locali.
La "carta" è quella della manovra di Ferragosto, della legge 138/2011, che interveniva sulla composizione delle assemblee regionali e provinciali, con una riduzione complessiva dei consiglieri da 1.109 a 700. Le riduzioni dovevano arrivare entro il 13 febbraio, per andare a regime alla tornata amministrativa di maggio.
Ad oggi, le uniche regioni che si sono adeguate alle nuove norme sono Veneto (da 60 a 50 consiglieri) e Toscana (da 90 a 50), oltre a Lombardia ed Emilia Romagna che avevano i numeri in regola già da prima.
Come hanno evitato i tagli? Semplice, appellandosi all'autonomia riconosciuta loro dal (riformato) Titolo V della Costituzione; a loro è lasciata totale discrezionalità legisativa in materia di indennità, spese, rimborsi e previdenza.
"Un caso unico in Europa perché in genere è un soggetto terzo a disciplinare queste materie invece in Italia questa compentenza è risconosciuta in via eslusiva alle Regioni. Il risultato è che queste dovendo decidere per sé fanno quello che vogliono e lo Stato può emanare norme di carattere nazionale che per loro sono solo di indirizzo senza obbligo giuridico" spiega Angelo Rughetti, direttore generale dell'Anci.
A rimanere stritolati dai tagli imposti sono i Comuni, per cui gli atti del Governo hanno valore di legge. E così, con i Dl 78 e 138 si sono tagliate indennità e poltrone alle municipalità, sbilanciandone spesso la forza politica e richiedendo loro pesanti sacrifici.
Ma i comuni hanno effettivamente risparmiato? "Si, lo dice la Corte dei Conti. Nel 2010 la spesa per 8mila amministrazioni era di 70 miliardi, nel 2011 è scesa a 64,6" conferma Giovannini, presidente Istat chiamato ad analizzare le spese locali.
Provane un'Altra
Quando si parla di giustizia, Paniz è un soggetto strano: prima si batteva per la sospensione dei procedimenti per le alte cariche dello Stato ('Prima', cioè quando a capo del Governo c'era Berlusconi, ndr), poi è diventato uno degli strenui difensori del processo breve, poi lungo, lunghissimo, interminabile..
Ed ora, dal salotto televisivo di Agora, l'ennesima trasformazione: "Quando c'è di mezzo una persona 'potente' la giustizia dovrebbe essere molto più rapida, invece ci vogliono anni e anni" e teorizza addirittura una 'corsia preferenziale' per i processi in cui è implicata una figura istituzionale.
Delle due, l'una: o si sospendono i meccanismi della giustizia per non intralciare il lavoro politico delle persone coinvolte (motivazione addotta ai tempi d'oro dal PdL), o li si accelerano perchè sono personalità importanti e con grandi responsabilità e non si può permettere abbiano la dignità e la morale adombrate.
Personalmente, vedrei meglio la seconda ipotesi, con la condizione che le indagini, gli interrogatori e/o le udienze non intralcino il lavoro politico, ed in caso di rinvii, slitti anche la prescrizione, da fermare comunque all'udienza preliminare o alla prima udienza del processo.
Tempo fa feci le mie proposte per snellire e velocizzare la giustizia, senza entrare nel merito, ma intervendo sulle regole procedurali (qui).
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Ed ora, dal salotto televisivo di Agora, l'ennesima trasformazione: "Quando c'è di mezzo una persona 'potente' la giustizia dovrebbe essere molto più rapida, invece ci vogliono anni e anni" e teorizza addirittura una 'corsia preferenziale' per i processi in cui è implicata una figura istituzionale.
Delle due, l'una: o si sospendono i meccanismi della giustizia per non intralciare il lavoro politico delle persone coinvolte (motivazione addotta ai tempi d'oro dal PdL), o li si accelerano perchè sono personalità importanti e con grandi responsabilità e non si può permettere abbiano la dignità e la morale adombrate.
Personalmente, vedrei meglio la seconda ipotesi, con la condizione che le indagini, gli interrogatori e/o le udienze non intralcino il lavoro politico, ed in caso di rinvii, slitti anche la prescrizione, da fermare comunque all'udienza preliminare o alla prima udienza del processo.
Tempo fa feci le mie proposte per snellire e velocizzare la giustizia, senza entrare nel merito, ma intervendo sulle regole procedurali (qui).
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lunedì 12 marzo 2012
Noi, invece, li Discrimineremo
Non so voi, ma il fatto che come spauracchio per indurci a non votare la sinistra sia che questa consentirebbe - udite, udite - le unioni di fatto ed i matrimoni gay, mi lascia piuttosto basito. Per chi se lo fosse perso, è stato Angelino Alfano, segretario/liquidatore del PdL ad agitarlo contro gli avversari.
Vorrei proprio sapere chi si sentirebbe offeso e/o minacciato da una cosa del genere... e poi comunque, credete veramente che il PD (credo intendesse il PD, perchè nella distorta visione pidiellina è lui che incarna la Sinistra, ndr) permetterebbe i matrimoni tra omosessuali?!
Ma se anche fosse, sarebbe come dire 'se vincono loro, saranno umani e rispettosi verso gli altri!', e quindi 'votate noi, che opprimeremo i diversi e gli negheremo ogni diritto!'... in un mondo normale, sareste voi a dovervi vergognare.
Dopo la notizia, sono apparse in rete le cinguettate dei dirigenti del PD che riportavano la notizia: ad Anna Finocchiaro, di cui comunque ci tengo a dire che ho una buona stima come politico, che diceva "Nozze gay con sinistra al governo? Se questo è il quid di Alfano.." ho provocatoriamente risposto "diglielo che stia tranquillo..".
L'altro è Aurelio Mancuso, che si ostina a difendere il partito: "bisogna smettere di considerare il pd come l'alfiere progressista della politica italiana" gli ho detto, augurandogli anche buona fortuna nel suo intento di cambiarlo; "inutile accanirsi su un malato terminale, se la linea del partito è quella, si arrangino".
A parte che io sono a favore, e lo considero solo un diritto umano, sociale e civile quello di veder riconosciuto il proprio amore davanti alla legge ed allo Stato, vien da porsi un'altra domanda: ma è questa l'unica differenza tra le attuali destra e sinistra?
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Ma se anche fosse, sarebbe come dire 'se vincono loro, saranno umani e rispettosi verso gli altri!', e quindi 'votate noi, che opprimeremo i diversi e gli negheremo ogni diritto!'... in un mondo normale, sareste voi a dovervi vergognare.
Dopo la notizia, sono apparse in rete le cinguettate dei dirigenti del PD che riportavano la notizia: ad Anna Finocchiaro, di cui comunque ci tengo a dire che ho una buona stima come politico, che diceva "Nozze gay con sinistra al governo? Se questo è il quid di Alfano.." ho provocatoriamente risposto "diglielo che stia tranquillo..".
L'altro è Aurelio Mancuso, che si ostina a difendere il partito: "bisogna smettere di considerare il pd come l'alfiere progressista della politica italiana" gli ho detto, augurandogli anche buona fortuna nel suo intento di cambiarlo; "inutile accanirsi su un malato terminale, se la linea del partito è quella, si arrangino".
A parte che io sono a favore, e lo considero solo un diritto umano, sociale e civile quello di veder riconosciuto il proprio amore davanti alla legge ed allo Stato, vien da porsi un'altra domanda: ma è questa l'unica differenza tra le attuali destra e sinistra?
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mercoledì 7 marzo 2012
Insomma non si Farà più Niente
Non ho fatto quasi in tempo a festeggiare, che nel giro di 24 ore salta l'emendamento in soccorso della scuola (ne parlo qui).
A stopparlo è stata la Commissione Bilancio, che considera l'entrata sul consumo dell'alcol una voce volatile e non sicura, basandosi sulla libertà del mercato e delle persone, per finanziare l'assunzione di 10mila nuovi ingressi nel mondo della scuola. Tesi ineccepibile, certo, che però apre anche una questione più tecnica.
Seguendo questo ragionamento, per tutte le spese finanziate con i rincari, si dovrebbe prima procedere all'aggravio, mettere i soldi da parte, poi raggiunto l'importo, procedere alla manovra.
Già fa sorridere la fase 'mettere i soldi da parte' vista la velocità con cui i soldi escono dalle casse statali, ma capite che così si rischia l'immobilismo.
Andando a ripescare l'atto di indirizzo sulla politica fiscale di poco tempo fa (ne parlavo qui), rileggiamo che il Governo intende spostare una parte della tassazione dalle imposte dirette a quelle indirette (IVA, accise...). E qui casca l'asino, perchè se la commissione bilancio trova un aumento dell'accisa sull'alcol un'entrata ondivaga, è lo stesso discorso anche per IVA, accise su carburanti, autostrade o tabacchi.
Per cui, se calano le entrate 'sicure' (irpef, irap ecc.), che sono quelle che puoi utilizzare, e crescono le 'non sicure', che non puoi utilizzare, almeno non subito, fronteggiare emergenze o spese inattese diventerà più difficile. E da qui l'immobilismo.
Buoni consumi a tutti.
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A stopparlo è stata la Commissione Bilancio, che considera l'entrata sul consumo dell'alcol una voce volatile e non sicura, basandosi sulla libertà del mercato e delle persone, per finanziare l'assunzione di 10mila nuovi ingressi nel mondo della scuola. Tesi ineccepibile, certo, che però apre anche una questione più tecnica.
Seguendo questo ragionamento, per tutte le spese finanziate con i rincari, si dovrebbe prima procedere all'aggravio, mettere i soldi da parte, poi raggiunto l'importo, procedere alla manovra.
Già fa sorridere la fase 'mettere i soldi da parte' vista la velocità con cui i soldi escono dalle casse statali, ma capite che così si rischia l'immobilismo.
Andando a ripescare l'atto di indirizzo sulla politica fiscale di poco tempo fa (ne parlavo qui), rileggiamo che il Governo intende spostare una parte della tassazione dalle imposte dirette a quelle indirette (IVA, accise...). E qui casca l'asino, perchè se la commissione bilancio trova un aumento dell'accisa sull'alcol un'entrata ondivaga, è lo stesso discorso anche per IVA, accise su carburanti, autostrade o tabacchi.
Per cui, se calano le entrate 'sicure' (irpef, irap ecc.), che sono quelle che puoi utilizzare, e crescono le 'non sicure', che non puoi utilizzare, almeno non subito, fronteggiare emergenze o spese inattese diventerà più difficile. E da qui l'immobilismo.
Buoni consumi a tutti.
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martedì 6 marzo 2012
Ci Voleva Proprio
Incredibilmente, il PD coglie la palla al balzo e, con un emendamento in Commissione Affari Costituzionali, dov'è all'esame il Decreto Semplificazioni (di cui segnalavo la cosa più rivoluzionaria qui), ferma la tortura inflitta alla scuola pubblica dall'ex-Ministro Gelmini.
Bloccati i tagli del personale che avevano finora sforbiciato 87.000 cattedre e 43.000 posti Ata, e non erano ancora finiti.
Cristallizzato l'organico del personale a quello in vigore nell'anno scolastico 2011/2012: 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233 mila posti per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Inoltre, via libera all'assunzione di 10.000 nuovi lavoratori.
In questo modo, come sottolineano Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi (le due proponenti) si blocca il trascinamento dei tagli nella scuola primaria e alle superiori, che sarebbe dovuto proseguire per altri due anni alle primarie e tre alle superiori.
Cristallizzato l'organico del personale a quello in vigore nell'anno scolastico 2011/2012: 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233 mila posti per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).
Il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, lo aveva annunciato che la stagione dei tagli sarebbe finita. Ed ora finalmente arriva un primo passaggio di legge a dare ossigeno all'istruzione pubblica. Questa boccata d'aria non è gratis, e si prevede sarà finanziata con un aumento della tassazione su birra ed alcolici.
Sebbene sia da sempre critico verso quelle norme che vengono infilate di soppiatto in un provvedimento che c'entra poco o nulla con l'argomento, non posso negare questa volta sia soddisfatto della cosa.
Sei d'accordo con me o vuoi farmi sapere cosa ne pensi? Scrivimi, puoi seguirmi su Facebook o su Twitter.
Bloccati i tagli del personale che avevano finora sforbiciato 87.000 cattedre e 43.000 posti Ata, e non erano ancora finiti.
Cristallizzato l'organico del personale a quello in vigore nell'anno scolastico 2011/2012: 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233 mila posti per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Inoltre, via libera all'assunzione di 10.000 nuovi lavoratori.
In questo modo, come sottolineano Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi (le due proponenti) si blocca il trascinamento dei tagli nella scuola primaria e alle superiori, che sarebbe dovuto proseguire per altri due anni alle primarie e tre alle superiori.
Cristallizzato l'organico del personale a quello in vigore nell'anno scolastico 2011/2012: 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233 mila posti per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).
Il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, lo aveva annunciato che la stagione dei tagli sarebbe finita. Ed ora finalmente arriva un primo passaggio di legge a dare ossigeno all'istruzione pubblica. Questa boccata d'aria non è gratis, e si prevede sarà finanziata con un aumento della tassazione su birra ed alcolici.
Sebbene sia da sempre critico verso quelle norme che vengono infilate di soppiatto in un provvedimento che c'entra poco o nulla con l'argomento, non posso negare questa volta sia soddisfatto della cosa.
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Ancora Meno
Le agenzie di lavoro interinale sono andate a dissotterrare una vecchia norma per assumere a condizioni ancor più degradanti i lavoratori svantaggiati. E' l'articolo 13 della legge 276/03 quella che consente di sottopagare (fino al 20% in meno) o sottoinquadrare (fino a due livelli in meno) i lavoratori disabili, gli over 50, quelli disoccupati da oltre sei mesi, e scarsissimamente applicata in questi 8 anni.
Le agenzie, ad esempio la multinazionale Manpower, hanno siglato un accordo con Italia Lavoro, l'agenzia tecnica del ministero presieduto da Elsa Fornero. Quello che viene seppellito, denunciano i sindacati, è il principio della parità di trattamento dei lavoratori, alla base dell'occupazione interninale in tutta Europa.
Filomena Trizio, segretaria generale di NIdiL Cgil, ha rilasciato un'intervista critica ed allarmata sulla notizia: le agenzie scoprono e cavalcano questo 'spregiudicato elemento di business', come lei lo definisce, allettati dalla necessità di inserire o reinserire un bacino di oltre due milioni di persone.
Dal recepimento una direttiva europea, che mirava a ratificare la parità di trattamento, sono riusciti ad ottenere l'effetto opposto.
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Le agenzie, ad esempio la multinazionale Manpower, hanno siglato un accordo con Italia Lavoro, l'agenzia tecnica del ministero presieduto da Elsa Fornero. Quello che viene seppellito, denunciano i sindacati, è il principio della parità di trattamento dei lavoratori, alla base dell'occupazione interninale in tutta Europa.
Filomena Trizio, segretaria generale di NIdiL Cgil, ha rilasciato un'intervista critica ed allarmata sulla notizia: le agenzie scoprono e cavalcano questo 'spregiudicato elemento di business', come lei lo definisce, allettati dalla necessità di inserire o reinserire un bacino di oltre due milioni di persone.
Dal recepimento una direttiva europea, che mirava a ratificare la parità di trattamento, sono riusciti ad ottenere l'effetto opposto.
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venerdì 2 marzo 2012
Era Anche Questo
Chi mi segue sa che non do molto valore al culto dei morti. Vorrei però spendere due parole su Lucio Dalla, morto di infarto ieri mattina.
Intendo ricordarlo però non come il grande cantautore che ha onorato la musica italiana con il suo talento, ma per il suo impegno sociale per l'ambiente. Dalla, amante delle isole Tremiti, si definiva 'figlio del mare', e si è sempre battuto per quel paradiso turistico che è l'arcipelago molisano.
Quando l'allora Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo stava per autorizzare quella barbarie ecologica che sono le trivellazioni off-shore, partecipò al No Oil Day a Termoli il 7 maggio 2011; si impegnò con la sua fama per dare risalto ad una manifestazione e ad un problema altrimenti elusi dalla maggior parte dei media.
"E’ una follia: stanno uccidendo il mare. Mai avrei pensato di trovarmi di fronte a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio" disse in quell'occasione.
In Italia è così: se non hai qualcuno famoso a battersi con te per qualcosa (o una bella donna con una scollatura ombelicale per attirare l'attenzione, ndr), puoi scordarti che la tua protesta venga presa in considerazione.
C'è anche un altro lato di Dalla che vale la pena ricordare.
Se al TgLa7 di ieri sera l'hanno definito come 'omosessuale che non si vergognava di esserlo', vorrei far notare invece come lui non abbia mai dichiarato apertamente i suoi gusti sessuali. E non lo dico con disprezzo, sia chiaro, solo per rispetto della verità.
Tocca affidarsi a Pontifex, che lancia oggi i suoi anatemi quotidiani contro di lui: "Ci lascia un grande cantante, ma un pessimo cristiano. Glissiamo sulle sue debolezze sessuali ben note e pietosamente attenuate, ma non è pensabile trascurare le sue posizioni ambigue e spesso favorevoli all’omosessualità praticata ed all’orgoglio gay".
Come mi fa notare un amico, però, sempre per quella storia dell'ipocrisia italiana, "nessuno l'ha chiamato frocio, forse perche' era solamente un grande, magico Lucio". Cioè, se sei famoso o di talento, non ti insultano né ti attaccano, come se avessi delle colpe da bilanciare.
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Intendo ricordarlo però non come il grande cantautore che ha onorato la musica italiana con il suo talento, ma per il suo impegno sociale per l'ambiente. Dalla, amante delle isole Tremiti, si definiva 'figlio del mare', e si è sempre battuto per quel paradiso turistico che è l'arcipelago molisano.
Quando l'allora Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo stava per autorizzare quella barbarie ecologica che sono le trivellazioni off-shore, partecipò al No Oil Day a Termoli il 7 maggio 2011; si impegnò con la sua fama per dare risalto ad una manifestazione e ad un problema altrimenti elusi dalla maggior parte dei media.
"E’ una follia: stanno uccidendo il mare. Mai avrei pensato di trovarmi di fronte a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio" disse in quell'occasione.
In Italia è così: se non hai qualcuno famoso a battersi con te per qualcosa (o una bella donna con una scollatura ombelicale per attirare l'attenzione, ndr), puoi scordarti che la tua protesta venga presa in considerazione.
C'è anche un altro lato di Dalla che vale la pena ricordare.
Se al TgLa7 di ieri sera l'hanno definito come 'omosessuale che non si vergognava di esserlo', vorrei far notare invece come lui non abbia mai dichiarato apertamente i suoi gusti sessuali. E non lo dico con disprezzo, sia chiaro, solo per rispetto della verità.
Tocca affidarsi a Pontifex, che lancia oggi i suoi anatemi quotidiani contro di lui: "Ci lascia un grande cantante, ma un pessimo cristiano. Glissiamo sulle sue debolezze sessuali ben note e pietosamente attenuate, ma non è pensabile trascurare le sue posizioni ambigue e spesso favorevoli all’omosessualità praticata ed all’orgoglio gay".
Come mi fa notare un amico, però, sempre per quella storia dell'ipocrisia italiana, "nessuno l'ha chiamato frocio, forse perche' era solamente un grande, magico Lucio". Cioè, se sei famoso o di talento, non ti insultano né ti attaccano, come se avessi delle colpe da bilanciare.
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Allora Fecero Così
Perchè a volte basterebbe guardarsi indietro per trovare le soluzioni al problemi del presente.
Quando nel 1929 scoppiò in America la crisi che mise in ginocchio diverse banche, il Congresso (il Parlamento Statunitente, ndr) dovette correre ai ripari e varare importanti riforme per arginare il fenomeno della speculazione finanziaria. Nacque così, nel 1933, il Glauss-Steagall Act.
Giusto per fare chiarezza, e collegare un attimo date, avvenimenti e crisi, le norme stabilite nel '33 furono poi abrogate nel '99 negli USA da Bill Clinton e superate in Italia nel '93 con l'introduzione del Testo Unico Bancario.
Lo standard del Glauss-Steagall Act divideva le banche in due categorie: da una parte quelle dedicate al deposito ed al credito per famiglie ed imprese, e dall'altra le Banche d'Affari, quelle che giocano in Borsa e fanno finanza speculativa.
Abolita la legge, il filo spinato che separava banche commerciali e d'investimento è stato reciso, permettendo l'unione di istituti di credito, di investimento ed attività assicurative. Le holding finanziarie hanno così preso ad operare anche nel settore dei tristementi noti 'Derivati', tra i quali si annidano anche quei titoli cosiddetti 'tossici' che hanno in gran parte determinato l’esplosione dell’attuale crisi finanziaria.
Saranno cambiati i tempi, i modi e le regole, sicuramente c'è qualche aggiustatina da dare, ma sarebbe così grave rispolverare una regolamentazione come il Glauss-Steagall Act?
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Quando nel 1929 scoppiò in America la crisi che mise in ginocchio diverse banche, il Congresso (il Parlamento Statunitente, ndr) dovette correre ai ripari e varare importanti riforme per arginare il fenomeno della speculazione finanziaria. Nacque così, nel 1933, il Glauss-Steagall Act.
Giusto per fare chiarezza, e collegare un attimo date, avvenimenti e crisi, le norme stabilite nel '33 furono poi abrogate nel '99 negli USA da Bill Clinton e superate in Italia nel '93 con l'introduzione del Testo Unico Bancario.
Lo standard del Glauss-Steagall Act divideva le banche in due categorie: da una parte quelle dedicate al deposito ed al credito per famiglie ed imprese, e dall'altra le Banche d'Affari, quelle che giocano in Borsa e fanno finanza speculativa.
Abolita la legge, il filo spinato che separava banche commerciali e d'investimento è stato reciso, permettendo l'unione di istituti di credito, di investimento ed attività assicurative. Le holding finanziarie hanno così preso ad operare anche nel settore dei tristementi noti 'Derivati', tra i quali si annidano anche quei titoli cosiddetti 'tossici' che hanno in gran parte determinato l’esplosione dell’attuale crisi finanziaria.
Saranno cambiati i tempi, i modi e le regole, sicuramente c'è qualche aggiustatina da dare, ma sarebbe così grave rispolverare una regolamentazione come il Glauss-Steagall Act?
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giovedì 1 marzo 2012
E' Solo Logica
Dopo essermi preso qualche insulto per un mio precedente articolo in cui sembrava divinizzassi la precarietà (qui), torno ad indossare il mantello rosso del socialismo ("se ve piace così" citando il duo Cruciani & Parenzo) per una riflessione sul tema del lavoro.
Attenti bene, quello che faccio è un semplice ragionamento logico, che credo andrebbe a vantaggio sia dei lavoratori che dei datori.
Mettiamo a confronto un posto di lavoro (non il lavoratore in concreto, ma la posizione e l'impiego disponibile) da operaio 'fisso' ed uno da operaio 'precario', in cui il dipendente chiamato a ricoprire l'incarico cambia ogni 6 mesi, ad esempio.
Il lavoratore, in entrambe le situazioni, per poter essere avviato alla sua mansione, deve essere prima istruito e preparato; poi quando ci avrà 'preso la mano', saprà operare in autonomia.
Ora, e ripeto che ragiono 'per logica', è meglio un lavoratore 'unico', che dev'essere istruito una volta, e poi è indipendente, o uno che ogni 6 mesi devi riprepararlo e riavviarlo al lavoro?
La risposta, chiaramente, è scontata.
E' quindi necessario capire che non sono la flessibilità o l'articolo 18 i nodi da sciogliere per una riforma del lavoro degna di questo nome, ma rientrano in quella fumosa dicitura chiamata 'costo del lavoro'. E' lì che bisogna intervenire, altro che libertà di licenziamento.
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Attenti bene, quello che faccio è un semplice ragionamento logico, che credo andrebbe a vantaggio sia dei lavoratori che dei datori.
Mettiamo a confronto un posto di lavoro (non il lavoratore in concreto, ma la posizione e l'impiego disponibile) da operaio 'fisso' ed uno da operaio 'precario', in cui il dipendente chiamato a ricoprire l'incarico cambia ogni 6 mesi, ad esempio.
Il lavoratore, in entrambe le situazioni, per poter essere avviato alla sua mansione, deve essere prima istruito e preparato; poi quando ci avrà 'preso la mano', saprà operare in autonomia.
Ora, e ripeto che ragiono 'per logica', è meglio un lavoratore 'unico', che dev'essere istruito una volta, e poi è indipendente, o uno che ogni 6 mesi devi riprepararlo e riavviarlo al lavoro?
La risposta, chiaramente, è scontata.
E' quindi necessario capire che non sono la flessibilità o l'articolo 18 i nodi da sciogliere per una riforma del lavoro degna di questo nome, ma rientrano in quella fumosa dicitura chiamata 'costo del lavoro'. E' lì che bisogna intervenire, altro che libertà di licenziamento.
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