La Svizzera vieta le importanzioni di delfini e balene nei suoi delfinari. Lo ha deciso il Consiglio degli Stati, in parziale accoglimento della modifica della Legge sulla Protezione Animale proposta dal Consiglio Nazionale, i due rami del Parlamento elvetico.
Ho detto parziale, ma la richiesta era proprio un'altra: il divieto di detenere animali in cattività. L'iniziativa è nata dopo quanto successo al parco di Connyland, dove in 3 anni sono morti ben 8 cetacei.
"Un'aberrazione" così aveva definito i delfinari la consigliera dei Verdi Isabelle Chevalley "Ci sono altri mezzi per divertirsi che non andare a vedere delfini esibirsi in queste condizioni". E per approfondire 'queste condizioni', consiglio la visione di The Cove, uno sconcertante film-inchiesta che fa luce sull'argomento.
La scelta svizzera non è una novità in Europa: provvedimenti simili sono già operativi in Norvegia, Inghilterra, Lussemburgo e Cipro. L’Associazione Ocean Care, che "dal 1989 si impegna ad operare infaticabilmente per assicurare che i delfini siano riconosciuti come animali selvatici" ha accolto con favore la decisione, anche se chiaramente aveva come obiettivo l'impostazione originale della modifica di legge.
Nel mondo sono almeno 200 i delfinari, di cui 6 in Italia (Genova, Rimini, Fasano, Riccione, Castelnuovo del Garda e Torvaianica-Pomezia). Secondo un sondaggio realizzato per le associazioni animaliste OneVoice e LAV, oltre due terzi degli italiani è favorevole alla loro proibizione completa.
Ed io rientro in questi due terzi.
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