Con l'imminente approvazione del Fiscal Compact verrà introdotto il principio del Pareggio di Bilancio in Costituzione. E molti la sanno solo fino qui.
La vera minaccia nascosta nel provvedimento, che non si limita ad aggiungere una regolina nella Carta, sono i limiti imposti al debito pubblico ed i meccanismi di rientro dello stesso.
È previsto che il rapporto debito/pil non superi il 60% (attualmente da noi è circa il 120%); ci daranno 20 anni per raggiungere questa percentuale, e questo obbligherà l'Italia a raccogliere circa 45 miliardi di euro ogni anno. Praticamente una manovra fiscale aggiuntiva ogni 12 mesi, una finanziaria per recuperare quella cifra (con tagli, tasse e balzelli assortiti) da dedicare esclusivamente a coprire la voragine dell'eccesso di debito. Oltre a quelle normali per il mantenimento dello Stato.
Abbattere il debito pubblico è certamente una priorità, al quale bisogna far fronte in qualche modo, ma imporci (o farci imporre, ndr) un prelievo obbligatorio di 45 miliardi all'anno è un massacro. Le conseguenze saranno uno Stato Sociale, quello che tutela i deboli e gli emarginati, più scarno e meno efficiente, ed una politica nazionale non responsabile sul piano economico (me lo vedo già il Presidente del Consiglio di turno che alza le mani per giustificarsi: "Ce lo impone l'Europa", ndr) quando verranno depredate risorse dalla sanità, dall'istruzione e/o dalla previdenza.
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