A tutti quelli che dicono che il mercato bancario e finanziario non è controllabile, la Svizzera (che viene vista come una terra selvaggia in quanto a banche) dà una severa lezione. Qualcuno (quelli che credono che quella che ha governato in Italia negli ultimi anni sia la destra, ndr - come dico qui) la chiamerà Liberticidio, Statalismo forse, ma io la chiamo semplicemente Responsabilità di un Paese verso i suoi Cittadini.
La Banca Centrale Svizzera ha imposto ai due colossi bancari privati UBS e Credit Suisse di liberarsi di attività ad alto rischio, e concentrarsi sulle normali attività di credito e gestione. Ha inoltre dato mandato a dei revisori contabili indipedenti, pagati però dagli istituti sotto esame, di indagare e scoprire in quali avventate speculazioni si fossero lanciati: sotto torchio i dipendenti ed i registri.
Già nel 2008 la UBS era stata salvata dallo Stato, ricevendo circa 5 miliardi di dollari per spostarne 60 di 'attività a rischio' in un fondo garantito dalla banca centrale.
Dopo aver imposto ai colossi di alzare la riserva di capitale obbligatorio, ha forzato la UBS a riassestare il proprio business, tagliando 150 miliardi di attività derivate, abbandonando progetti di carolarizzazione e prodotti finanziari complessi.
Alla fine dei giochi, un comunicato della stessa UBS assicura che “la banca d’investimento sarà meno complessa, tratterà meno Risk Weighted Assets, e richiederà sostanzialmente meno capitale per produrre profitti sostenibili agli azionisti”, e Credit Suisse farà lo stesso entro il 2014.
Questo dimostra che non è vero che la crisi bancaria sia ingestibile e lasciati alle 'libere volpi in liberi pollai': lo è se la politica non mette le giuste briglie a speculatori ed a sconsiderati affaristi, se non si permette ad una banca sovrana, la BCE, si intervenire personalmente nelle crisi dei debiti nazionali, come fa invece l'equivalente USA, la Federal Reserve.
Nessun commento:
Posta un commento