"Gli italiani si svegliano: il Grande Fratello crolla nello share" titola giubilante un post su Vergnarsi.it, blog di informazione e satira. Ne nasce una diatriba tra me ed uno dei sostenitori della tesi.
Ma andiamo con ordine: trovo quantomeno riduttivo correlare lo share di un programma televisivo con il livello di 'euforia' degli italiani. Ovvio che qui si parla di 'euforia politica', di 'partecipazione sociale', di 'enfasi', 'passione'.
Prima che qualcuno si lanci in annunci altisonanti di chi scopre l'acqua calda, lo dico: ogni tanto anch'io lo guardo.
Soprattutto la prima edizione, poi nelle stagioni successive il mio interesse è andato viavia scemando; ma lo guardo, mi appassionano i meccanismi del gioco, le situazioni che si creano (sicuramente create a tavolino, ma che c'entra?) e (appunto) gli stratagemmi che si inventano gli autori nei momenti di cali di interesse.
Non lo seguo certo con la voyeristica pretesa si tratti di una 'reale esperienza di vita', lo guardo come fosse un film o una rappresentazione teatrale, e ne apprezzo con curiosità l'aspetto creativo che sta alla base.
Giunto alla 12° edizione, calano gli ascolti. E meno male, era anche ora, direi; ma non è che calano perchè Berlusconi si è dimesso o perchè gli italiani si 'svegliano', ma perchè ormai il format è logoro, vecchio, ripetitivo e senza più contatto con la realtà. L'effetto novità è passato, la somiglianza con quella che poteva essere la vita vera anche, tra case lussuose, saune, e gente che non fa un benemerito cazzo tutto il santo giorno.
Il problema è che il Grande Fratello è diventato un perfetto capro espiatorio per sfogare la rabbia verso l'arrogante strapotere politico e mediatico dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L'ho fatto anch'io (qui e qui), ma per contestare le idee che venivano veicolate col programma e correlarle all'attualità politica del momento. E' stato un format di successo, una grande visione dell'ideatore John De Mol, come possono essere stati Stranamore, La Ruota della Fortuna, Lo Zecchino d'Oro o La Prova del Cuoco, ma, appunto, poco più di un programma televisivo di successo.
E la discussione avvenuta via Facebook verteva proprio su questo: secondo questo utente il calo dello share del GF sarebbe un passo avanti per la società, perchè una trasmissione per celebrolesi ("come chi ha votato sempre Berlusconi", ed io che non l'ho mai fatto?, ndr).
Un atteggiamento insultante verso chi ha idee e gusti diversi dai propri, a cui ho risposto: "Eh lo so, il fascismo d sinistra è ancora peggio di quello d destra".
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condivido il tuo discorso in parte, aggiungo un aspetto che secondo me hai tralasciato e che aiuta a far capire meglio la mia idea. negli anni passati anche a me è capitato di guardare il grande fratello, alcune edizioni le ho seguite interamente, altre a spizzichi a bocconi, altre proprio per niente, senza una logica in tutto ciò. una cosa salta all'occhio paragonando le ultime diciamo due edizioni alle prime, e cioè l'elemento utilizzato per il maggior share. chi può dimenticare, anche fra gli spettatori della sola gialappa's band, il mitico patrick ray pugliese, le diatribe fra ascanio e katia, l'anno di fedro e pasquale... la gente si ricorda di queste edizioni e di questi personaggi perchè facevano ridere, erano goliardici. nelle ultime edizioni qual è l'arma segreta per fare audience? gli scoop vergognosi di quella montagna di me**a che è signorini (scusate ma provo per lui un odio feroce), relazioni di sesso pilotate, e spacciate per grandi sentimenti, fra personaggi della casa con mogli/mariti/fidanzati/e e figli a casa, veicolazione di messaggi chiaramente intesi a propagandare machismo e denaro come valori fondanti. l'italiano la me**a la mangia, la mangia, la mangia ma alla lunga si ribella perchè gli girano le palle, perchè anche chi porta avanti crociate epiche contro il moralismo poi dopo un po' trova stucchevole questa montagna di disvalori. ed ecco che cala lo share...
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