giovedì 30 dicembre 2010
I Valori Cristiani passano per le Luminarie
E scatta la protesta leghista.
Il gruppo locale del partito è insorta: "Non siamo un paese islamico. Esigiamo il rispetto dell'identità cattolica e cristiana. E' una grave offesa". Il segretario Bruno Cortesi ha affermato che vuole impedire che “le nostre tradizioni vengano minate in virtù di uno strano concetto di democrazia”.
La finanza pubblica dovrebbe sempre assumersi l’impegno etico di adottare politiche di giustizia distributiva, che pongono doverosamente in secondo piano il finanziamento di voci ludiche o estetiche, d’intrattenimento ed improduttive; è moralmente (non mi piace questa parola, perchè ritengo che la morale sia personale, ma in questo contesto credo lecito usarla) e politicamente assurdo privare un essere umano di un pasto in favore degli addobbi natalizi cittadini.
Credo che "l'identità cattolica e cristiana" rivendicata dai leghisti (che peraltro ricordavo dicessero di avere origini celtiche), passi più per un'esigua rinuncia da parte della collettività in favore di altre persone in difficoltà, che per delle futili intermittenze colorate.
A tal proposito, torna utile la definizione di 'società aperta' data dal filosofo francese Henri Bergson: (la società aperta) "è caratterizzata dal dinamismo, in cui il sentimento prevalente è l’amore dell’umanità, dove predominano lo slancio e l’iniziativa degli individui e si sviluppa una vita multiforme, ricca, perennemente sollecitata a progredire, aperta allo sviluppo non solo di singoli individui o comunità, ma dell’umanità intera."
mercoledì 29 dicembre 2010
Onorevoli Puttane
Ad esempio, una delle norme più contestate del Ddl Gelmini consentirebbe agli atenei digitali di essere equiparati agli atenei ordinari, sebbene privati. Guarda caso uno di essi è posseduto un parente di queli che hanno salvato Berlusconi. Parliamo di Catia Polidori.
Un ‘aiutino’ che ha un solo beneficiario, secondo Tocci, deputato del PD: “Il Cepu, che così potrebbe entrare nel sistema universitario, trasformando E-Campus in università non statale autorizzata a svolgere sia didattica a distanza che tradizionale”. Il Cepu ha amici potenti, così come altre università come la San Raffaele di Roma: azionista di controllo è la famiglia Angelucci, ma tra gli azionisti ci sono anche la Fininvest e il gruppo Mediolanum: realtà proprietarie o comunque molto vicine al Cavaliere. Luca Barbareschi, finiano, ha commentato: “Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono”.
Ma non è l'unico caso, anche la Südtiroler Volkspartei ci guadagna dal non aver votato la sfiducia: i deputati Karl Zeller e Siegfried Brugger hanno incontrato il Ministro Fitto, e discusso di gestione del Parco dello Stelvio, ma anche dell’abolizione del controllo preventivo da parte della Corte dei conti, la stabilizzazione del personale di polizia (per la Svp chi viene assunto nel contingente bilingue non deve più essere trasferito), l’introduzione dell’obbligo di un esame di terminologia giuridica tedesca da parte degli uditori giudiziari e la possibilità per chi si iscrive a un concorso di presentare la dichiarazione etnica anche se si tratta di cittadini italiani non residenti o comunitari.
Non a caso il ministro Maurizio Gasparri ha ringraziato per prima cosa la Svp citando il suo non voto come segno di sostegno al governo; dal 94 ad oggi, mai la Svp aveva votato a favore di Berlusconi, neanche su norme legate al federalismo fiscale.
Quantomeno strano che, dopo anni di guerre, dovute soprattutto alle posizioni di Giulio Tremonti, che da tempo desidera chiudere i rubinetti milionari alle province autonome di Trento e Bolzano, il partito altoatesino abbia deciso di cambiare registro.
lunedì 27 dicembre 2010
Un Nuovo Fondo per il Cinema ...tsk!
Gli incentivi al cinema vengono prorogati fino al 2013, ma la copertura sarà assicurata da un sovrapprezzo che pagheranno - indovinate un po' - i cittadini. Per il triennio 2011/13 è istituito, infatti, per “l’accesso a pagamento nelle sale cinematografiche o in altri luoghi per assistere a spettacoli cinematografici, un contributo speciale a carico dello spettatore pari a un euro, da versare all’entrata del bilancio dello stato”.
Visto come si aiuta la cultura? Una nuova tassa, un nuovo FONDO (una di quelle paroline magiche che danno sicurezza al popolo bue), gestito dall'idiota perfetto, l'Onorevole Bondi.
Ovviamente, da buon pargolo berlusconiano, il Ministro dei Beni Culturali ha subito provveduto a smentire tutto.
sabato 25 dicembre 2010
Inadatti al Ruolo
mercoledì 22 dicembre 2010
Nucara non Rappresenta gli Azionisti
Riconoscimento Europeo EMAS a Ravenna
L'Eco-Management and Audit Scheme (EMAS) è uno strumento volontario creato dalla Comunità Europea al quale possono aderire le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.) per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni sulla propria gestione ambientale. Esso rientra tra gli strumenti volontari attivati nell’ambito del V Programma d’azione a favore dell’ambiente. Scopo prioritario dell’EMAS è contribuire alla realizzazione di uno sviluppo economico sostenibile, ponendo in rilievo il ruolo e le responsabilità delle imprese.
Gianluca Dradi, assessore all’Ambiente del comune, dichiara:
"Siamo il primo comune italiano con popolazione superiore ai 150.000 abitanti ad aver conseguito questa registrazione. Si è intrapreso questo percorso perché si ritiene che il Sistema di Gestione Emas sia utile: a migliorare l’efficienza interna e l’integrazione settoriale, coinvolgendo tutto l’ente, sia al livello politico-istituzionale che a quello tecnico-amministrativo; a meglio gestire gli impatti diretti ed indiretti delle nostre attività istituzionali; a rafforzare i nostri poteri di governo del territorio, migliorando la capacità di influenzare, attraverso la pianificazione ed il controllo, le attività ed i comportamenti ambientali di cittadini ed organizzazioni produttive."
Da residente della zona, conosco abbastanza bene i problemi di Ravenna, ma mi complimento a titolo personale e del Nuovo Partito d'Azione per l'importante traguardo raggiunto.
martedì 21 dicembre 2010
Ed ora si Contestualizza
lunedì 20 dicembre 2010
La Rivincita
venerdì 17 dicembre 2010
Una Dichiarazione da Vero Politico
giovedì 16 dicembre 2010
Viva l'Acqua del Rubinetto
mercoledì 15 dicembre 2010
Acqua Pubblica, Referendum Incostituzionale?
Denunciano che la raccolta delle firme per difendere l’acqua pubblica non sarebbe stata fatta in modo corretto: "Un milione e 400 mila firma raccolte nella piu’ totale disinformazione, nell’inganno e nella paura di una privatizzazione che non c’e’ mai stata, una campagna che si basa su una menzogna […] siamo sempre piu’ convinti della necessita’ di una battaglia di verita’, contro la demagogia di chi vuole riportare la gestione dei servizi idrici in Italia nelle mani della casta politica e del suo clientelismo, e rendere il nostro paese simile ai paesi piu’ arretrati al mondo. Altro che acqua pubblica, i referendari vogliono un’Italia simile all’Iran e alla Corea del Nord."
La storia e l'economia insegnano che quando si scinde proprietà e gestione, il vero proprietario diventa chi ha il potere di gestire; e che l’economicità della gestione non coincide con la produzione di profitto dei privati.
Mai per un referendum in Italia si erano raccolte tante firme; o in Italia siamo tutti cretini o erano balle proprio credibili.
martedì 14 dicembre 2010
Mors Tua Vita Mea
La Suprema Corte ha annullato una condanna per il reato di uccisione di animale emessa dal Tribunale di Salò. Protagonista della vicenda uomo che ha ucciso un pastore tedesco che aveva attaccato il suo cagnolino e temendo che il pastore aggredisse anche la moglie accorsa a salvare il cucciolo.
Nella sentenza n.43722, la Cassazione ha stabilito che “l’uccisione dell’animale altrui costituisce reato solo ove avvenga senza necessità”.
La Lav solleva qualche dubbio, temendo che questa estensione del principio di legittima difesa serva a giustificare l’uccisione di un animale ove non necessario.
"Confidiamo che la sentenza, che si limita ad applicare la causa di giustificazione di cui all’art. 54 c.p. per cui : 'Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo' non sia letta mediante un’interpretazione fuorviante (e di comodo), per cui ogni pericolo o anche un eventuale fastidio, anche ipotetico e di minore intensità, possa dare luogo ad una uccisione scriminata."
La discriminate è al limite; l’art. 54 del C.p. prevede l’impunibilità a condizione che 'il fatto sia proporzionato al pericolo'. Resta un dato di fatto, come rileva la stessa LAV: "al fine di evitare reazioni eccessive e spropositate fino all’uccisione (così ingiustificata) dell’animale, risulta cruciale, in simili casi, la corretta custodia degli animali e la capacità di fronteggiare un’eventuale pericolo con adeguata conoscenza degli animali e senza presunzioni di sorta."
Ritengo più che sensata la sentenza della Suprema Corte, ma allo stesso tempo comprendo gli scetticismi delle associazioni animaliste; il principio alla base di essa tutela la sicurezza e la salute personali, ma come ogni cosa può essere soggetta ad interpretazioni esagerate o fuorvianti.
Conseguenza logica sarebbe l'incoraggiamento della sorveglianza sui nostri amici animali, che spesso per incuria o reazioni emotive risultano pericolosi e violenti.
venerdì 10 dicembre 2010
Se è Così che il Partito Democratico vuole aiutare la Scuola, Stiamo Freschi
Nelle stesse ore in cui la Camera approvava le scellerate idee del ministro della Pubblica Istruzione, Giovanna Melandri (con cui fortunatamente non ho alcuna parentela) proponeva di raddoppiare il numero delle ore destinate all’insegnamento della religione.
La Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, ha tenuto un dibattito sulla proposta dell'ex ministro, ma nessuna delle osservazioni fatte dall’associazione laica sono state prese in considerazione dall’esponente del Pd. Durante la presentazione, commenta la Uaar, Giovanna Melandri ha dimostrato di non essere aperta all’insegnamento delle religioni ma solo ad un approfondimento della teologia.
I problemi dell'istruzione pubblica sono così tanti da far passare in secondo piano ogni proposta non riguardante gli investimenti tagliati.
Un partito del genere non può imporsi come rappresentante di una politica nuova ed alternativa, non può pretendere di essere l'alfiere della sinistra, dove teoricamente la laicità dello Stato è un valore cardine.
Parlo dell'inadeguatezza del Partito Democratico anche qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui.
martedì 7 dicembre 2010
Per Fininvest è Diverso
Ossia, chi paga il pizzo è fuori. Giusto, ottima presa di posizione della confederazione per la difesa della moralità anche nel mondo degli affari.
I giudici della Corte d'appello di Palermo hanno condannato Marcello Dell’Utri a sette anni di carcere per fatti di mafia, confermando che i pagamenti della Fininvest a Cosa Nostra ci sono realmente stati. Che cosa farà ora Confidustria?
Il Fatto Quotidiano ha tentato di scoprirlo, ed ecco la fumosa risposta di Emma Marcegaglia:
“Questa è una cosa che dovranno decidere i magistrati, la nostra è un’azione diversa. Quando c’è una decisione presa, effettiva, allora noi si va nella direzione dell’espulsione. Ma non mi sembra che siamo in questa condizione. Saranno i magistrati a decidere”.
“Quindi questa regola vale solo per i piccoli imprenditori palermitani?” l'hanno incalzata i giornalisti.
"Ora basta”. Discussione chiusa.
L’imbarazzo è evidente; d'altronde, il contenuto delle intercettazioni è inequivocabile.
"Stamattina gliel’ho detto anche ai carabinieri……gli ho detto: “Ah, si? In teoria, se mi avesse telefonato, io trenta milioni glieli davo!” (ride). Scandalizzatissimi: “Come, trenta milioni? Come? Lei non glieli deve dare che poi noi lo arrestiamo!”. dico:”Ma no, su, per trenta milioni!” (ridono)”.
(1986, telefonata a tre di Berlusconi, con Confalonieri e Dell’Utri)
“Ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni”.
(1988, Berlusconi, dopo le minacce al figlio Piersilvio, con Renato Della Valle)
Emma Marcegaglia chiede una decisione “presa ed effettiva” dei giudici prima di intervenire, ma in altri casi Confindustria si è mossa anche prima del passaggio in giudicato delle sentenze.
lunedì 6 dicembre 2010
Veronesi? "E' incompetente". Parola degli EcoDem
venerdì 3 dicembre 2010
Almeno Tabacci ci Prova, ma è il PD che dice No
Durante la discussione alla Camera sulla riforma universitaria, Bruno Tabacci dell’Api ha proposto un emendamento in cui si sarebbero dirottati 20 milioni di euro dei rimborsi elettorali ai partiti verso i contratti dei ricercatori a tempo indeterminato.
E qui entra in gioco il PD. Durante il dibattimento in aula, il deputato Ugo Sposetti ha dichiarato la sua contrarietà all’emendamento, mettendo in dubbio la copertura per l'emendamento, e chiedendo ai colleghi di fare altrettanto.
Per tutta risposta, Bruno Tabacci ha commentato che sui finanziamenti ai partiti “bisognerebbe stendere un velo davvero molto pietoso”.
Piccata la replica di Sposetti, extesoriere del Pds e dei Ds, che contrattacca sulla forma del testo, a dir suo volgare.
L'emendamento viene bocciato.
A favore Alleanza per l’Italia, l’Idv, parte di Fli e la maggioranza del PD.
Contro Pdl, Lega, Udc, i rimanenti di Fli e 25 deputati democratici (oltre a 17 astenuti e 21 assenti).
Secondo Sposetti, se fosse passato l’emendamento "la campagna elettorale se la faceva solo Berlusconi".
Purtroppo, incoerenza del PD a parte, è una questione vera ed aperta: in una prossima probabile campagna elettorale i soldi dei finanziamenti ai partiti servono tutti, pena, come dice il deputato Pd, che la possono fare solo i più facoltosi.
Per questo, come ho già avuto occasione di dire in precedenza, a incontri ed iniziative di piazza, sono favorevole ad un sistema francese, in cui la campagna elettorale viene condotta dallo Stato, che tutela pluralismo e par condicio.
giovedì 2 dicembre 2010
L'Hacker Clandestino, La Padania in Rete
Paola Pellai ha scritto l'articolo sulla prima pagina de La Padania del primo dicembre, in cui prende di mira il servizio Maps del famosissimo portale: "Ormai da un paio di settimane (sic) le Maps di Google vi portano in giro per il mondo con precisione certosina. Solo in un punto non ci arriverete mai ma, in cambio, vi copriranno di insulti. Ed è la sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano."
Due le accuse quindi: oscurata la sede milanese della Lega Nord , ed il risultato restituito è "un bel malloppo di insulti demagogici, scritti da chi non ha la licenza elementare". Ottima la chiosa "ci viene il dubbio che tanta ignoranza lessicale abbia un passaporto extracomunitario".
I detective del quotidiano già tracciano il profilo del reo: un "hacker clandestino".
Su Google Maps digitando “Lega Nord” il software restituisce, correttamente, qualche risultato, e aggiungendoci una “P” addirittura suggerisce la sede di via Bellerio; la descrizione recita “Movimento politico indipendentista“.
Quello che loro chiamano "alchimia hackeriana" non è altro che un commento-recensione scritto da un utente molto critico verso la Lega il 25 settembre scorso:
"La Lega Nord è un partito di squallidi razzisti e anticostituzionale, fingono di essere dei autonomi locali ma sotto sotto sono dei nazisti, odiano meridionali, persone di colore, omosessuali questi sono i leghisti."
Certo, un ripasso di italiano non farebbe male neanche a questo utente, ma confondere un commento con una descrizione ufficiale, e decidere di incoronare l'articolo con la prima pagina, senza nemmeno farne controllare il contenuto da un 'navigante' più esperto... beh, è proprio da leghisti.
mercoledì 1 dicembre 2010
La Riforma dell'Università al Microscopio
Scoviamo i bachi del testo, e analizziamo le conseguenze. (ne parlo anche qui)
Diciamo subito quella che si sta approvando è una legge delega, che deve essere attuata da successivi decreti legislativi. Con tutta probabilità, passeranno diversi mesi prima che tali decreti vengano approvati (sempre che naturalmente il Governo non cada, eventualità che potrebbe far slittare di qualche anno l’effettiva entrata in vigore della riforma stessa).
L’effetto immediato della riforma sarà quello di bloccare tutte le procedure di reclutamento di ricercatori e docenti universitari.
Inoltre, all'articolo 2, comma 1, lettera i, si prevede l’inserimento nei consigli d’amministrazione degli atenei di non meglio definite “personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un’esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla qualificazione scientifica culturale”; si apre cioè la strada all’ingresso di personalità provenienti dal mondo della politica e da quello dell’imprenditoria.
Un colpo mortale all’autonomia universitaria e alla libertà di ricerca; i “baroni” interlocutori del Governo si mostrano disposti ad accettare in cambio di un significativo incremento del loro potere nelle procedure di selezione e di reclutamento del personale.
Il disegno di legge di riforma crea inoltre le condizioni per un bel taglio alle borse di studio per dottorati. Perchè? La precendente legge 218/1990 (Norme per il reclutamento dei ricercatori e dei professori universitari di ruolo) prevede, infatti, all’art. 4, comma 5, lettera c, che con appositi decreti dei Rettori delle università si stabilisca ogni anno “il numero, comunque non inferiore alla metà dei dottorandi, e l’ammontare delle borse di studio da assegnare, previa valutazione comparativa del merito”.
Ora, l’art. 17 bis del disegno di riforma abroga le parole “comunque non inferiore alla metà dei dottorandi”, e qui viene meno una norma di garanzia che imponeva il finanziamento di almeno la metà dei posti messi a concorso per dottorati di ricerca (tradotto: la ricerca in Italia si fa gratis…).
Ma sempre lo stesso articolo fa di più: riformando la legge 476/1984, articolo 2, comma 1, aggiunge un fumoso “compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione” (che tutti possiamo facilmente tradurre), riguardo alla regolamentazione di congedi e dottorati di ricerca per il perfezionamento.
Conseguito un dottorato di ricerca, i pubblici dipendenti non possono più aspirare a partecipare ad altri dottorati (anche senza gravare sull’amministrazione); risparmiare è l'imperativo, anche a discapito della preparazione e della specializzazione di amministratori pubblici e di docenti.
Come accennato prima, il senso complessivo di questa parte è che la ricerca in Italia si deve fare a costo zero e senza svolgere altri impieghi. Meglio dedicarsi ad altro.
Il ricercatore a tempo determinato: i nuovi ricercatori saranno selezionati mediante procedure pubbliche disciplinate dalle università con apposito regolamento e nel rispetto di alcuni criteri enunciati dallo stesso disegno di legge di riforma (art. 21, comma 2).
Potranno aspirare al contratto i possessori del titolo di dottore di ricerca o di titolo equivalente, oppure, per i settori interessati, del diploma di specializzazione medica. Altri requisiti saranno stabiliti dai singoli atenei.
L’articolo 21 del disegno di riforma disciplina i contratti dei ricercatori a tempo determinato, che possono essere di due tipi: contratti di durata triennale prorogabili per soli due anni, per una sola volta, previa positiva valutazione delle attività didattiche e di ricerca svolte, effettuata sulla base di modalità, criteri e parametri definiti con decreto del Ministro, e contratti triennali non rinnovabili, riservati a candidati che hanno usufruito dei contratti del primo tipo (o di analoghi contratti in atenei stranieri).
Alla fine dei sei (o otto nel migliore dei casi), o si diventa associati o si va a casa. La nuova disciplina, pertanto, incrementa il precariato e non toglie alcun potere (anzi lo incrementa) ai cosiddetti 'baroni', dato che la selezione e la stabilizzazione dei neoricercatori spetterà sempre e comunque a questi ultimi.
Per diventare professore non sarà più necessario effettuare un concorso. L’art. 16 istituisce, infatti, l’abilitazione scientifica nazionale che avrà durata quadriennale e attesterà la qualificazione scientifica che costituirà requisito necessario per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori.
Scommettiamo? L’abilitazione nazionale verrà riconosciuta sulla base di standard non eccelsi, e, di conseguenza, il potere di reclutamento resterà tutto nelle mani degli ordinari 'baroni'.
L'epocale riforma annunciata dal ministro, basata su meritocrazia e contro il potere del baronato, si basa su tre punti:
1) ridurre drasticamente posti e finanziamenti alle università;
2) far entrare l’imprenditoria privata e la politica negli atenei pubblici;
3) accentuare sensibilmente il peso degli ordinari nella definizione delle politiche accademiche allo scopo di far “digerire” loro la condivisione del potere con imprenditori e politici.
A voi il giudizio.
lunedì 29 novembre 2010
Giusto il Referendum Svizzero
L'approvazione del referendum introduce nella Costituzione un articolo che stabilisce la revoca automatica del diritto di soggiorno a tutti gli stranieri condannati, con sentenza passata in giudicato, per aver commesso reati quali omicidio, rapina, traffico di esseri umani, stupri, effrazione e altri reati violenti.
Io lo trovo giusto. Se vuoi andare a vivere in uno stato estero, rispetti le leggi locali.
Non è la solita litania infantile "prova ad andare a casa loro per vedere cosa ti fanno" (parlo qui del mio punto di vista in proposito), ma una questione di integrazione.
Poi, per come la vedo io, è ovvio che per quegli stranieri in fuga da una guerra o che in patria rischierebbero la morte, occorrerà studiare pene alternative, ma credo che concetto di fondo sia giusto.
Simonetta Sommaruga, neoministra socialista della giustizia, ha sottolineato che "gli stranieri, nella stragrande maggioranza, non sono criminali e sono ben integrati". Il loro contributo sociale ed economico è molto importante. Secondo gli oppositori l'innovazione rischia di violare le disposizioni di alcuni trattati internazionali e accordi sottoscritti dalla Svizzera, anche con l'Ue.
L'Udc/Svp ha fatto campagna stigmatizzando gli stranieri che abusano degli aiuti sociali ed affermando con insistenza che nel 59% dei casi di omicidi intenzionali gli imputati sono stranieri; senza badare a spese ha affisso manifesti minacciosi in tutto il Paese, ed oggi ha riscosso il successo. Vi ricorda qualcuno questo?
sabato 27 novembre 2010
Discorso di Enea Melandri del 27/11 a Ravenna sulla Libertà d'Informazione
Diventa mio sostenitore su Facebook
giovedì 25 novembre 2010
Uno Slogan inadeguato contro la Violenza sulle Donne
Ma in Cile smacchiano il latte col caffè, scegliendo uno slogan da osteria che tra le righe incoraggia ad un'altra forma di violenza, quella verso gli omosessuali.
"Chi picchia una donna è frocio", questa la frase scelta da Carol Schmidt Zaldivar, il ministro del Servizio Nazionale Femminile, per promuovere l'iniziativa.
In molti sollevano il dubbio che cercare di fermare un tipo di violenza promuovendone un altro non possa essere un mezzo accettabile. Lo stato cileno sta proponendo un'immagine negativa dei gay, 'qualcosa' che dovrebbe generare ribrezzo nei violenti.
Il gruppo 'Soy Hombre Soy Mujer' sottolinea come quel messaggio non stia facendo altro che incrementare l'omofobia, considerando che negli ultimi anni si sia già registrato un aumento del 600% dei casi di violenza nei confronti degli omosessuali nel paese.
E' stata creata anche una raccolta di firme per chiedere al ministro di pensare ad una nuova campagna a sostegno della sua nobile causa, ma tenendo in considerazione il rispetto verso altre minoranze: ogni categoria di cittadino cileno dovrebbe essere tutelato dalla violenza, sia esso donna, bambino, gay, compresi gli uomini.
Contro Natura sarà Lei!
martedì 23 novembre 2010
Documenti Senza Valore
Continua l'On. Miotto "Potremmo discutere sull'efficacia dei registri, anzi dovremmo farlo in parlamento con uno spirito aperto, non di crociata" e aggiunge "Forse, dietro l'iniziativa dei quattro esponenti del governo si nasconde solo la cattiva coscienza per gli ingenti tagli alla sanità e alle politiche sociali che hanno imposto al paese".
Anche Silvana Mura, deputata dell’IDV, sulla difensiva “La circolare sui registri comunali per il 50% assomiglia a un'intimidazione mentre per la restante metà sembra un atto puramente propagandistico” e sottolinea “Più il governo si avvicina alla fine, più aumenta la sua arroganza come dimostra questo tentativo di tornare all'assalto in tema di testamento biologico. Ancora una volta, come spesso accade nei temi etici e sociali, si tratta di una posizione ipocrita volta ad impedire con gli atti amministrativi quello che hanno tentato di impedire con una legge talmente pessima in tema di testamento biologico che neppure la maggioranza ha avuto il coraggio di approvarla”.
Il diritto costituzionale a cui fa riferimento Cappato è quello sancito dall’Articolo 32:“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
domenica 21 novembre 2010
Roma come Hiroshima
martedì 16 novembre 2010
Come Diceva Lowell
'Allearsi con un ex-fascista?!' tuonano molti utenti su Facebook.
Premesso che non voterei mai una coalizione di questo genere (anche se credo servirebbe, per raggiungere lo scopo di cui parlo qui), io credo che questo Fini non sia più il discepolo di Almirante e dell'MSI.
Come per i comunisti più sfegatati, ritengo anche a destra valga il detto "da piccolo incendiario, da grande pompiere", e che Gianfranco Fini miri a costruire una formazione conservatrice e liberale moderna.
Un pensiero di cui non mi sento parte, ma degno di rispetto come ogni altro.
"Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione" questo diceva James Russel Lowell.
Anche D'Alema era comunista, poi ha cambiato idea. Perchè gli elettori rossi che lo votavano negli anni 80 ora non lo votano più? Lui può cambiare e Fini no?
lunedì 15 novembre 2010
Tolleranti a Due Velocità
Il comportamento del medico è comprensibile.
Ma non eticamente giusto. Lui deve fare il suo lavoro indipendentemente da chi ha di fronte. Non si può decidere chi operare e chi no in base a una valutazione morale. Sul tavolo operatorio non esistono criminali, ma solo persone. (ne parlo anche qui)
Inoltre, va sottolineato che il tatuaggio in questione non implica un comportamento criminale del paziente stesso. Può rappresentare l'adesione a idee orribili e disumane, ma neanche questo è certo: molti si tatuano o vestono o pettinano solo per conformarsi, senza essere nemmeno tanto consapevoli del significato di quei simboli, a destra come a sinistra.
C'è chi, come me, non giustfica il medico, che non può sottrarsi ai suoi doveri morali e deontologici, anche in una situazione sgradevole come quella. Ma ci sono anche quelli che appoggiano la scelta del medico, cioè quelli che sostengono la libertà di pensiero quando la pensi come loro, che sono contro i reati di opinione fino a che si parla di falci e martelli, ma non appena spunta qualcuno con una svastica tatuata (nessun reato giuridico, ndr) sono pronti a lasciarlo morire.
domenica 14 novembre 2010
Saluto di Enea Melandri all'Assemblea Nazionale 2010 del Movimento Radicalsocialista
Insieme peroriamo la causa di una nuova alternativa di sinistra libertaria e progressista, e con interesse e soddisfazione vedo nascere in Italia diverse iniziative in tal senso.
Con Voi e con il Nuovo Partito d'Azione, ho partecipato a diverse iniziative, trovando amici, alleati e compagni che si muovono nello stesso alveo culturale laico, ecologista e liberalsocialista.
Confido nella volontà di crescere, unire e costruire insieme questa nuova identità per la sinistra del futuro, lontana dal dogmatismo e dall'asservimento ai poteri forti, Chiesa, Lobbies, delle altre realtà italiane che appartengono allo stesso fronte politico.
L'ambizione di dar vita ad una nuova sintesi progressista, laica, radicale, socialista, liberale, libertaria, radicale, azionista e sinceramente democratica, è un sogno comune per cui dobbiamo combattere ed impegnarci insieme, oltre gli steccati e le nomenclature, oltre la frammentazione ed il protagonismo.
Per questo, Vi auguro un buon lavoro, e Vi faccio i miei migliori auguri per una proficua e costruttiva evoluzione.
Enea Melandri, Nuovo Partito d'Azione e curatore del blog FareProgresso.
venerdì 12 novembre 2010
Posate a Noleggio, solo in Italia
giovedì 11 novembre 2010
Biocarburanti: c'è chi dice NO
Insieme a Greenpeace, si schierano ActionAid, Bird Life International, Client Earth, European Environmental Bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Wetlands International, Transport & Environment per chiedere lo stop ai biocarburanti, perché se realmente nel 2020 l’Europa dovesse arrivare alla miscelazione di almeno il 9,5% di biocarburanti in ogni serbatoio il territorio verrebbe stravolto.
Un po’ di numeri: verrebbero convertiti in piantagioni fino a 69.000 km² di ecosistemi naturali, pari alla superficie dell’Irlanda, a due volte la superficie del Belgio, a tutta la superficie agricola della Spagna. Tutto trasformato in un deserto verde di piantagioni oleose.
Ma non finisce qui: ci sarebbero tra l’81 e il 167% di emissioni di gas serra in più rispetto a combustibili fossili, a causa della trasformazione di boschi e foreste in distese agricole.
Vanno inoltre considerati altri problemi: se una grossa parte di questi biocarburanti venissero importati dall’estero, ci sarebbe la distruzione delle foreste nei luoghi di produzione ed una consistente emissione di gas serra a causa del trasporto.
mercoledì 10 novembre 2010
L'Avvenire contro Fini
martedì 9 novembre 2010
Picconate al Diritto allo Studio
Niente più fondi per i libri di scuola.
Nel 2011 il governo non ha previsto i fondi per rendere gratuiti i libri di testo delle scuole dell’obbligo: ridotto a zero il capitolo di bilancio della legge Finanziaria che prevede lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri scolastici.
E non solo, il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo è stato ridotto di oltre il 70 per cento. Solo il 30 per cento di chi non può permettersi di studiare potrà farlo, ed i bambini delle altre famiglie in difficoltà economiche vedranno l’istruzione a rischio.
Alla voce “sostegno all’istruzione”, nello stato di previsione del ministero dell’Economia, sono stati calcolati solo 33,1 milioni di euro tra le somme da trasferire alle Regioni per le borse di studio, con una riduzione rispetto all’anno scorso di 84,2 milioni di euro, e di 74 in quello del ministero dell’Università e la Ricerca.
I parlamentari Pd hanno registrato una riduzione di 123,3 milioni di euro per l’istruzione prescolastica e di 780,1 milioni di euro per l’istruzione primaria. Per quella secondaria di primo grado e di secondo grado vengono ridotte rispettivamente di 208,3 milioni e di 841,6 milioni di euro, mentre per l’istruzione post-secondaria (quella per gli adulti) il taglio è di 7,8 milioni di euro.
Questi dati, snocciolati dal Fatto Quotidiano, dimostrano come l'istruzione e la cultura siano nemici del pensiero politico berlusconiano, basato sul pecoronismo, sul gregge, sul centralismo carismatico del leader, ma anche sul conformismo e contrario al pensiero aperto, rispettoso e tollerante, di una cittadinanza istruita e cosciente.
lunedì 8 novembre 2010
Tasse e Modelli Matematici
domenica 7 novembre 2010
Una Via per l'Anarchia?
Tempo fa, causa un piccolo danno allo sportello dell'automobile, mi sono ritrovato ad andare dal meccanico per farlo riparare. Al momento del pagamento, per evitare tasse e spese aggiuntive per lui, ed un piccolo sconto per me, mi è stato chiesto un 'assegno girato'.
Del tutto digiuno in materie fiscali, contabili e relative tecniche, ho chiesto lumi "Tu fai un assegno, lo intesti a te stesso, poi lo giri, facendo la firma dietro".
Con gli occhi sgranati, dal basso della mia inesperienza e giovane età, ho chiesto a mia mamma come comportarmi "Ah ma è una cosa che si fa... così lui può usare liberamente quell'assegno quasi come fosse denaro liquido.. lo intesti a ME MEDESIMO (o MM) e poi lo giri...!"
Da quest'episodio, ho poi elaborato tutta la mia teoria per un passaggio, magari non definitivo, e magari limitato solo ad un certo gruppo di persone, ad una sorta di società senza denaro. O meglio, con il denaro, ma solo virtuale.
Tornando all'episodio precedente, supponiamo che il costo della riparazione fosse stato di 100€. Libretto degli assegni, 100€, MM, giro e firmo. Ora quell'assegno è come una banconota.
Il meccanico, poi, ha un debito di 100€ con l'elettricista; quando i due si incontrano per saldarlo, il meccanico paga con l'assegno da me giratogli.
In tal modo, due debiti sono stati saldati (e potenzialmente anche di più), senza intaccare nessun conto e andare in tasca a nessuno.
giovedì 4 novembre 2010
Sanremo e l'Unità d'Italia
Voglio commentare le polemiche che ne sono seguite, facendo una piccola cronistoria degli eventi successivi: in un'intervista il cantautore/presentatore ha eletto Bella Ciao come primo brano da eseguire in nome della storia del paese. Come si sa, però, l'inno partigiano ha valenze controverse, ed ha assunto negli anni forti connotati politici, non condivisi da tutti.
Subito dopo, sono arrivate le dichiarazioni della dirigenza Rai per bocca di Mazzi, che dopo aver chiarito che il significato dei brani scelti deve essere artistico e non politico, si è subito contraddetto. Oltre a Bella Ciao ci sarebbe dovuta essere infatti Giovinezza, storico inno della gioventù fascista.
Subito si è scatenato il vaspaio politico: il PDCI ha bollato la cosa come "una vergogna colossale"; anche il leader di Rifondazione Paolo Ferrero all'attacco: "Vi sono parti della nostra storia patria che non possono essere sdoganate sotto forma di fenomeni di costume"; alle critiche si è unito anche lo storico Nicola Tranfaglia, dell’Italia dei valori: "È un ritorno alla retorica fascista che gli italiani speravano di aver archiviato con la lotta di liberazione più di settant’anni fa"; arriva per ultimo il Partito Democratico, per bocca di un indolente Pierluigi Bersani: "Non è possibile...se fosse vero dovrebbero vedersela con noi".
Premettendo che proprio in seguito a tutto questo sono state annullate le due esibizioni, vorrei esporre il mio pensiero: condivido in pieno le impressioni di Ferrero e Tranfaglia, e sono fermamente contrario all'esibizione di Giovinezza come brano storico dell'Italia. Allo stesso modo, sia chiaro, mi opporrei se sul palco dell'Ariston venissero proposti brani oggettivamente politici di sinistra, come Bandiera Rossa, ad esempio.
Il discorso cambia per Bella Ciao, il cui significato politico è successivo: in origine un inno della Resistenza Partigiana, a cui hanno partecipato, sì, i Comunisti, ma anche i Democristiani, gli Azionisti e i Liberali, è stato poi fatto proprio dall'estrema sinistra rossa. La colpa di questo, è da imputare proprio ai Comunisti, che negli anni hanno fatto di questa canzone un uso smodato, spesso immotivato, per perorare le loro lotte.
Si può quasi costruire un parallelismo con il sole delle alpi, storicamente simbolo culturale del settentrione, espropriato dal pensiero politico leghista (anch'esso di recente nell'occhio del ciclone, ne parlo qui).
Io non credo, però, che eseguire Bella Ciao a Sanremo sia una cosa poi così sconveniente, se inquadrato nel giusto contesto: celebrare l'Unità d'Italia è sicuramente più importante di qualsivoglia congettura politica, e nessuno chiede lo sventolio di bandiere rosse, falci o martelli.
Non si può, però, decidere di aprire un congresso di partito con una canzone e poi stupirsi se questa viene additata come politicizzata dall'opposizione.
mercoledì 3 novembre 2010
Anche i Litfiba Scendono in Campo
domenica 31 ottobre 2010
Non c'è Alternativa al Marcio
Certo, giusto, sono d'accordo. Ma qual'è l'alternativa?
Senza intavolare auliche discussioni tirando in ballo l'articolo 49 della Costituzione, "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale", non credo ad oggi esista una valida opzione per sostiuire gli amati/odiati partiti.
Ricordo, tra i populistici deliri del comico Grillo, anche quello di "distruggere i partiti", che sono il "cancro della democrazia"; il suo sogno è la "democrazia diretta", il popolo che si riappropria della politica... come discorso campato in aria direi che non fa una piega, ma concretamente lo trovo difficile da realizzare (ne parlo anche qui).
Altro aspetto contestabile, è la struttura interna dei soggetti politici: se, nella prima repubblica, esistevano grandi formazioni di massa come il PCI o la DC, abbiamo assistito negli anni ad una verticalizzazione delle organizzazioni, che hanno incentrato il loro consenso sull'adorazione e sul carisma del leader. E' il caso del già citato PSI, di FI, del PDL, ma anche dell'IDV, di SEL o del M5S.
Questa peculiarità è riscontrabile anche nel modo di gestire il dissenso: se una DC degli anni '80 era capace di inglobare ed appianare le controversie interne, come dovrebbe essere politicamente corretto e giusto, la recente scissione finiana dimostra invece che la sola via per correggere il tiro in un moderno partito leaderista è quella della separazione.
Un movimento che si oppone alla morfologia verticistica dei partiti di oggi, che propugna un'anarchica forma orizzontale, non può per ragioni pratiche essere attivo ed efficiente in maniera valida sulla scena sociale.
In conclusione, seppur contesti le velleità leaderistiche dei partiti odierni, non posso non riconoscere i limiti e l'ingestibilità di una struttura orizzontale. Come per la politica nazionale, sono favorevole anche ad una democrazia interna ai partiti di tipo rappresentativo, una formazione genuinamente politica capace, con la mediazione ed il confronto, di risolvere ed assorbire i conflitti interni.
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