Questa volta quelli della Lega hanno dato il meglio di loro. Con una denuncia, ed il colpevole è un pesce grosso: Google.
Paola Pellai ha scritto l'articolo sulla prima pagina de La Padania del primo dicembre, in cui prende di mira il servizio Maps del famosissimo portale: "Ormai da un paio di settimane (sic) le Maps di Google vi portano in giro per il mondo con precisione certosina. Solo in un punto non ci arriverete mai ma, in cambio, vi copriranno di insulti. Ed è la sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano."
Due le accuse quindi: oscurata la sede milanese della Lega Nord , ed il risultato restituito è "un bel malloppo di insulti demagogici, scritti da chi non ha la licenza elementare". Ottima la chiosa "ci viene il dubbio che tanta ignoranza lessicale abbia un passaporto extracomunitario".
I detective del quotidiano già tracciano il profilo del reo: un "hacker clandestino".
Su Google Maps digitando “Lega Nord” il software restituisce, correttamente, qualche risultato, e aggiungendoci una “P” addirittura suggerisce la sede di via Bellerio; la descrizione recita “Movimento politico indipendentista“.
Quello che loro chiamano "alchimia hackeriana" non è altro che un commento-recensione scritto da un utente molto critico verso la Lega il 25 settembre scorso:
"La Lega Nord è un partito di squallidi razzisti e anticostituzionale, fingono di essere dei autonomi locali ma sotto sotto sono dei nazisti, odiano meridionali, persone di colore, omosessuali questi sono i leghisti."
Certo, un ripasso di italiano non farebbe male neanche a questo utente, ma confondere un commento con una descrizione ufficiale, e decidere di incoronare l'articolo con la prima pagina, senza nemmeno farne controllare il contenuto da un 'navigante' più esperto... beh, è proprio da leghisti.
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