Nelle classi italiane mancano sedie, banchi, libri, a volte persino gli insegnanti. Ma ecco venire in loro soccorso il Comune di Bologna, che dà vita a corsi gratuiti.. da cheerleader.
Il Prersidente della Federazione Nazionale Cheerleading difende l'iniziativa sostenendo che in ambito sportivo il sesso femminile era relegato al volley, e questa è un'opportunità in più per loro.
Donne Pensanti, un'associazione che opera in campo sociale sul tema del femminismo, dichiara:
"Ciò che ci lascia quanto meno perplessi è il fatto che mentre altri sport come il volley oppure la stessa ginnastica artistica, vedono le ragazze protagoniste dell’esibizione, quella delle cheerleaders resta pur sempre ai margini di un match maschile. Nella scuola pubblica ne deriverebbe necessariamente anche una divisione delle attività per genere.
Ci piacerebbe sapere dal Comune di Bologna e dall’Unità Intermedia Sport se hanno valutato il contesto sociale e culturale bolognese e l’impatto che potrebbe avere su di esso uno sport che incornicia la bellezza femminile e la rende sfondo della competizione maschile".
Non voglio contestare la libertà di scelta e di espressione delle ragazze, ma in questo momento politico, che vede uno dei punti più bassi della qualità dell'istruzione, la volontà di finanziare corsi di questo genere con fondi comunali mi lascia quanto meno sdegnato.
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