E' in discussione la bozza per la riforma (che comunque dubito molto si farà) delle legge elettorale, su un testo preparato dall'Onorevole Calderoli, il padre del Porcellum.
Leggendone i particolari, vi dirò, non mi sembra neanche così male, sbarramento a parte: proporzionale, premio di maggioranza del 5% per la coalizione vincente (del 12 se i voti superano il 40% del totale), e sbarramento circa al 5%.
Il PD non perde occasione di sventolare le sue capacità politiche di confronto "Non è possibile discutere un testo scritto dal responsabile del Porcellum". Quando si tratta di tagliare gli insegnanti di sostegno nella scuola, votate con Berlusconi in nome della 'Responsabilità Istituzionale', e quando c'è da confrontarsi su una legge abbastanza urgente, visto che tra sei mesi si vota, ecco che fate dei distinguo da bambini capricciosi. La verità è che volete rimanga, il Porcellum.
"Ma io" ribatte il Deputato leghista "vado avanti lo stesso, chi ci sta ci sta" e se il Pd dirà di no "ci sarà un'altra maggioranza che porterà avanti" la riforma.
Bravo Calderoli, diglielo che la smettano di credersi indispensabili, che hanno si e no il 30% del Parlamento, e un'eventuale maggioranza che non li includa si trova. Oltre a quell'ormai sgangherata armata che è il PdL, c'è il Terzo Polo e/o anche l'IdV che potrebbero votarla.
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mercoledì 3 ottobre 2012
Abbi il Buongusto di Stare Zitta Almeno...
Questa è una chicca proprio.
Romina Vivone, siciliana di 39 anni, è stata licenziata dalla famiglia presso cui lavorava per motivi politici.
Racconta la donna: "(...) quando ho detto alla madre che mi sarei candidata mi ha licenziata. Ma io ritengo che la libertà di pensiero e di parola non sono di proprietà di nessuno". Romina è una candidata dell'Italia dei Valori all'Assemblea Regionale Siciliana per le elezioni del prossimo 28 ottobre.
“Facevo il doposcuola per una bambina e lavoravo IN NERO".
Cioè, capito, una si candida ad amministrare una regione (e non una qualsiasi, una problematica come la Sicilia), lo fa nel partito più forcaiolo dell'arco democratico, non solo lavora in nero e contribuisce anche lei all'evasione fiscale e contributiva, uno dei reati più ignobili, ma ha anche il coraggio di dirlo pubblicamente ed attaccare i datori di lavoro perché discriminata e licenziata ingiustamente?!
Questa è da togliere immediatamente dalle liste, se non altro perché non sa mentire e non ha l'intelligenza di tacere.
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Romina Vivone, siciliana di 39 anni, è stata licenziata dalla famiglia presso cui lavorava per motivi politici.
Racconta la donna: "(...) quando ho detto alla madre che mi sarei candidata mi ha licenziata. Ma io ritengo che la libertà di pensiero e di parola non sono di proprietà di nessuno". Romina è una candidata dell'Italia dei Valori all'Assemblea Regionale Siciliana per le elezioni del prossimo 28 ottobre.
“Facevo il doposcuola per una bambina e lavoravo IN NERO".
Cioè, capito, una si candida ad amministrare una regione (e non una qualsiasi, una problematica come la Sicilia), lo fa nel partito più forcaiolo dell'arco democratico, non solo lavora in nero e contribuisce anche lei all'evasione fiscale e contributiva, uno dei reati più ignobili, ma ha anche il coraggio di dirlo pubblicamente ed attaccare i datori di lavoro perché discriminata e licenziata ingiustamente?!
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martedì 2 ottobre 2012
Che Scena Pietosa
Poche settimane fa scrissi di un Parlamento che prima prova a fare le marachelle, poi quando viene preso con le mani nella marmellata, fa la faccia scandalizzata e rimette tutto a posto (qui). La scenetta si ripete, con protagonisti i Presidenti dei Consigli Regionali (non chiamateli governatori, per carità, di Governatore ne abbiamo solo uno, quello della Banca d'Italia, ndr).
Dopo tutti gli scandali che riguardano spese, rimborsi e finanziamenti nelle amministrazioni (qui), i rappresentanti delle realtà locali chiedono l'intervento del Governo ("Non riusciamo a riformarci da soli, aiutateciiiii!!! Non è vero che siamo bravi politici, non possiamo resistere alla tentazione di mangiare coi soldi dei Cittadini!!!" ..che scena PIETOSA..!).
Piange Formigoni, e annuncia "siamo pronti a tagliare 300 consiglieri!". Guardate che il problema non è che siete in troppi a mangiare, ma che non siete persone oneste.
Ma in ogni caso, la dieta era già stata regolamentata per legge nell'estate 2011 (Manovra Tremonti-bis), siete voi Presidenti a non averla applicata, ed anzi quasi tutti avete pure fatto ricorso! (ricorso respinto, a parte per le regioni a statuto speciale, ndr)
Quel decreto, all'articolo 14, stabiliva un numero massimo di 20 consiglieri per le regioni con popolazione fino ad un milione di abitanti; di 30 per quelle con popolazione fino a due milioni di abitanti; di 40 per le regioni con popolazione fino a quattro milioni; di 50 fino a sei milioni; di 70 fino ad otto milioni di abitanti; di 80 infine per le regioni con popolazione superiore ad otto milioni; inoltre il numero massimo degli assessori regionali doveva essere pari o inferiore ad un quinto del numero dei componenti del consiglio.
Invece è rimasto tutto lettera morta; solo una regione, la Toscana, ha iniziato i tagli previsti, mentre Lombardia ed Emilia Romagna erano già dentro i parametri.
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Piange Formigoni, e annuncia "siamo pronti a tagliare 300 consiglieri!". Guardate che il problema non è che siete in troppi a mangiare, ma che non siete persone oneste.
Ma in ogni caso, la dieta era già stata regolamentata per legge nell'estate 2011 (Manovra Tremonti-bis), siete voi Presidenti a non averla applicata, ed anzi quasi tutti avete pure fatto ricorso! (ricorso respinto, a parte per le regioni a statuto speciale, ndr)
Quel decreto, all'articolo 14, stabiliva un numero massimo di 20 consiglieri per le regioni con popolazione fino ad un milione di abitanti; di 30 per quelle con popolazione fino a due milioni di abitanti; di 40 per le regioni con popolazione fino a quattro milioni; di 50 fino a sei milioni; di 70 fino ad otto milioni di abitanti; di 80 infine per le regioni con popolazione superiore ad otto milioni; inoltre il numero massimo degli assessori regionali doveva essere pari o inferiore ad un quinto del numero dei componenti del consiglio.
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Cipro Dribbla i Prestiti UE
La piccola isola di Cipro ha deciso di dire no alle condizioni capestro che la Ue chiede come garanzia dei suoi prestiti, semplicemente NON chiedendo a loro i prestiti necessari per salvarsi.
Il Presidente comunista Dimitris Christofias è riuscito a farsi concedere prestiti da Cina e Russia, senza legarsi ai vincoli ed alle intromissioni nella politica economica del Paese.
Il presidente cipriota ha spiegato che la Russia è pronta a offrire un prestito a un tasso d'interesse basso e senza condizioni particolari. "Aspettiamo una risposta russa a breve" ha aggiunto. Consapevole però dell'imbarazzo che la vicenda sta creando, ha precisato, sorridendo: "Quando ho chiesto qualche tempo fa al Consiglio europeo se chiedere aiuti ai nostri amici fosse proibito dalla politica estera europea, nessuno si è opposto".
Mesi fa i rappresentanti della Troika sono andati a Nicosia per una prima valutazione dell'economia. Il ministro delle Finanze Vassos Shiarly ha già ricordato l'importanza che il Paese accorda al consenso sociale (gli scioperi tradizionalmente sono meno frequenti che in Grecia). Riforme sì quindi, ma senza esagerare.
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Il Presidente comunista Dimitris Christofias è riuscito a farsi concedere prestiti da Cina e Russia, senza legarsi ai vincoli ed alle intromissioni nella politica economica del Paese.
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Mesi fa i rappresentanti della Troika sono andati a Nicosia per una prima valutazione dell'economia. Il ministro delle Finanze Vassos Shiarly ha già ricordato l'importanza che il Paese accorda al consenso sociale (gli scioperi tradizionalmente sono meno frequenti che in Grecia). Riforme sì quindi, ma senza esagerare.
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