martedì 17 dicembre 2013

Una Rete tutta Italiana

La discussione sulla web-tax infiamma la rete in queste ore. Chiariamo subito: si tratta di un'idiozia fatta e finita.
Prima di tutto, perché non è che vengono tassati i ricavi delle web-company, ma semplicemente obbliga loro a versare l'iva in Italia, anche se hanno sede all'estero. Per cui, è INUTILE.
"La proposta ignora che la partita IVA non significa dover versare imposta sul reddito in quanto, come stabilito dal regolamento 282/2011 dell’Unione europea, la partita IVA stessa non vale come presunzione di stabile organizzazione. In sostanza, sarebbero obbligati a versare l’IVA mica a essere tassati sui redditi" spiega Rizzardi su Il Sole24Ore.
Inoltre,ci ha già pensato l’Europa! Sì, perché dal 1 gennaio 2015, agli acquisti online di servizi verrà applicata l’IVA del paese del compratore.
Parliamo poi dei ricavi, che si stima potrebbero arrivare appena a 15/20 milioni di euro.. poca roba per una porcata così atomica. Se proprio dovete farla sporca, almeno che ci si guadagni sopra, no?

Ma la cosa più folle di questo testo è che TUTTI quelli che vendono beni e servizi in Italia (comma 1) e TUTTI i banner pubblicitari presenti nelle pagine web (comma 2) DEVONO avere partita IVA Italiana.
Capite l'atrocità protezionistica ed autarchica di questo emendamento?!
TUTTO il web visibile in Italia, e cioè TUTTO IL WEB, dovrebbe avere partita iva italiana per poter comunicare con il nostro Paese. Praticamente, un web solo per Noi.

Per fortuna, però, è illegale una cosa del genere in Europa, perché contraria ai regolamenti sul mercato unico. Meno male.

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