lunedì 31 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (8)

Con 'prescrizione' s'intende un periodo di tempo dopo il quale lo Stato, o in generale chi è vittima di un comportamento illecito, non ha più interesse a perseguire il reato in questione.

Ma, dico io, se il processo comincia, significa che tale interesse è stato esercitato.
Mi sembra un'assurdità lasciar morire un procedimento per decorrenza dei termini, quando è chiara la volontà di pm o chiamanti in causa di fare giustizia. Qui si gioca proprio con la definizione.

Quello che quindi propongo, è di far scattare la prescrizione solo nel caso il processo non abbia neanche inizio, ma di bloccarne i termini all'udienza preliminare, dove appunto si stabilisce se sussistano elementi sufficienti per la causa. E ripeto, non mi sembra una forzatura, ma proprio l'applicazione corretta della prescrizione.

Un Diritto che Resiste Anche alle Bugie

Probabilmente ricordate il servizio de "L'Espresso" del 2005 in cui il giornalista Fabrizio Gatti si fingeva un immigrato clandestino, riuscendo ad entrare nel Cpt di Lampedusa. In seguito a quell'episodio, egli finì sotto processo per la dichiarazione di false generalità.
Il reportage degli otto giorni in cui rimase nel Cpt spacciandosi per un naufrago kurdo iracheno fece molto scalpore, perchè denunciava le condizioni disumane in cui vivevano i clandestini nel centro.

A fine anno arriva la sentenza.
Il tribunale di Agrigento, in particolare il giudice onorario Katia La Barbera, ha assolto Gatti perchè ha stabilito che è legittimo mentire in nome del diritto di cronaca.
Una decisione importante, che ribadisce ancora una volta l'importanza del diritto di informare e della libertà di stampa. Un applauso al giudice La Barbera per aver, soprattutto in questi tempi agitati, sancito uno dei pilastri della democrazia.

domenica 30 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (7)

Per alcuni reati il tribunale non serve. O meglio, serve solo a rallentare la giustizia.
Ad esempio, la guida in stato di ebbrezza. Che bisogno c'è di mobilitare giudici, avvocati, commessi ed uscieri? Basta una multa ed un sequestro da parte delle forze dell'ordine.
Stessa cosa per un macchinario in fabbrica senza le dovute protezioni, o per il reato di immigrazione clandestina.
Ovviamente, tutto si intende senza incidenti e feriti.
Depenalizzare non nel senso di non punire più un reato, ma di farlo punire da persone diverse e con modi diversi. E' anche una questione di logica, non sono reati opinabili e per cui serva un dibattimento per accertarne le peculiarità: o sei ubriaco o non lo sei, le protezioni ci sono o non ci sono, o sei clandestino o non lo sei.

Se posso lanciare una provocazione, io questa cosa la farei per tutti quei reati accertati "in flagrante". Poi ovvio, l'imputato può opporsi ed impugnare quel che vuole, ed allora si andrà a processo, ma non credo debba essere la regola.

venerdì 28 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (6)

Il processo di primo grado in realtà è costituito da due processi, l'udienza preliminare ed il dibattimento vero e proprio. L'udienza preliminare serve a stabilire se davvero ci siano elementi sufficienti per il processo.
Qualcuno definisce l'udienza preliminare, in cui un giudice valuta le prove ed ascolta se crede testimonianze e deposizioni; insomma, un doppione di quello che si intende autorizzare, con un enorme spreco di tempo e denaro.

Credo che basterebbe il Pubblico Ministero, il cui scopo ricordo è semplicemente quello di accertare la verità, non perseguitare qualcuno, a decidere se ci siano elementi sufficienti per celebrare un processo, o al più con una sommaria valutazione delle prove raccolte da parte del gip.

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